Mondo

Uruguay: guerriglia urbana e incertezza

Peggiora la situazione a Montevideo

di Paolo Manzo

La scena si ripete ma questa volta sulla sponda orientale del Rio de la Plata. Poveri contro poveri nel bel mezzo di una battaglia campale e lottando per un unico bottino: un pezzo di pane.

È successo ieri, durante il terzo giorno di chiusura delle banche e degli uffici di cambio che sta sconvolgendo l?Uruguay: sedici negozi saccheggiati, 14 salvi per un pelo. Centinaia di persone dei quartieri periferici di Montevideo sono andate all?assalto di supermercati, macellai e persino pizzerie. All?improvviso. Per portarsi via qualche borsa piena di cibo.

Il tutto ha avuto inizio dopo mezzogiorno ed è stato un crescendo con il trascorrere delle ore nei quartieri periferici di Cerro, Borro, Cementerio del Norte, Colón e Nuevo París.

L?arrivo nel pomeriggio delle forze dell?ordine ha causato una piova di pietre, una delle quali ha ferito superficialmente alla testa persino il capo del capo della Polizia di Montevideo, Nelson Bogadillo.

Il ministro degli interni uruguagio Guillermo Stirling ha fatto in serata dichiarazioni molto forti, parlando di “cittadini che stanno cercando di destabilizzare la società, adducendo come motivo per gli scontri la carenza alimentare, quando il governo e molte organizzazioni stanno distribuendo gratuitamente cibo ai poveri?.

Sarà ma le centinaia di ragazzini che girano per le strade di Montevideo, alla disperata ricerca nelle immondizie di un qualsiasi genere alimentare, sono forse la migliore smentita alle dichiarazioni del ministro Stirling, secondo il quale l?unico problema è di ordine pubblico.

E la situazione non è destinata a migliorare se, come molti paventano, il famigerato ?feriado bancario?, la chiusura delle banche, continuerà per altri giorni, la prossima settimana

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