Mondo

Lo Zimbabwe dice no agli ogm

Ed è polemica tra Stati uniti e il premier Mugabe

di Paolo Manzo

Migliaia di tonnellate di aiuti alimentari con mais geneticamente modificato (Ogm) sono state respinte dallo Zimbabwe, innescando una polemica fra chi crede che ciò serva al presidente Robert Mugabe per pure questioni di potere, nonostante la crisi alimentare del Paese, e chi denuncia invece il pericolo dei cibi Ogm per l’economia locale.

Dopo il recente rifiuto di accettare gli aiuti – una nave con 10.000 tonnellate di mais americano – riferisce oggi il quotidiano internazionale Herald Tribune, un nuovo cargo di prodotti alimentari, che sta per raggiungere lo Zimbabwe, potrebbe essere respinto dalla dogana locale.

E ciò nonostante la crisi che grava sul Paese travagliato da siccità e malpratiche di governo, che hanno spinto una metà circa dei 12 milioni di abitanti sull’orlo della fame.

Le critiche alla decisione del governo di respingere gli aiuti si puntano su Mugabe, che dopo lunghi anni al potere con il favore delle potenze occidentali, è ormai caduto in disgrazia agli occhi della comunità internazionale, Stati Uniti e Unione Europea in prima fila, che lo accusa di aver vinto con l’inganno le recenti elezioni in cui è stato riconfermato.

Ora c’è chi accusa Mugabe di non volere gli aiuti per ripicca contro chi gli ha tolto i propri favori e per rafforzare la propria posizione anche a costo di lasciar morire di fame i propri connazionali.

Secondo alcuni esperti tuttavia, il problema è che se qualcuno dovesse seminare il mais Ogm donato dagli Usa, cosa più che probabile, sebbene sia destinato a usi alimentari, c’è il rischio che il polline Ogm trasportato dal vento finisca per contaminare le locali coltivazioni.

Cambiando così la qualità del granturco nazionale, uno dei prodotti da cui l’economia dello Zimbabwe più dipende sul fronte delle esportazioni, assorbite peraltro in buona parte dall’Europa, dove gli Ogm non sono consentiti.

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