Welfare
Carceri Turchia: vittima numero 92
Allo sciopero della fame partecipano non solo i detenuti, ma anche gruppi di familiari
di Paolo Manzo
Lo sciopero della fame a oltranza, avviato nell’ottobre 2000 da un gruppo di organizzazioni turche di estrema sinistra per protesta contro le condizioni di detenzione dei propri militanti, continua a mietere vittime.
Questa settimana è deceduta dopo 368 giorni di digiuno Semra Basyigit, una giovane donna appartenente al Dhkp-c (Partito popolare rivoluzionario di liberazione).
Sale così a 92 il bilancio delle vittime, aggravato peraltro dalle decine di militanti ormai in stato di coma irreversibile. Allo sciopero della fame partecipano non solo i detenuti, ma anche gruppi di familiari.
Al centro della protesta la decisione delle autorità turche di trasferire i prigionieri politici in celle d’isolazione all’interno di carceri di ”Tipo F”.
Malgrado numerosi tentativi di mediazione da parte di intellettuali e ong e sebbene i detenuti abbiano ridotto all’osso le proprie rivendicazioni, il governo turco non sembra intenzionato a negoziare per porre fine alla strage.
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