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Azzardo e divieto totale di pubblicità: il Parlamento torni sovrano

La pubblicità del gioco d'azzardo è sempre più invasiva. Il sociale ne chiede da tempo l'abolizione totale, su ogni tipologia di media, come avviene per il fumo. Ma la politica, in questi anni, ha tergiversato, avanzando troppe eccezioni. Che sia davvero arrivato il momento, per il Parlamento, di allineare la legislazione alla richiesta che viene dalla società civile? Alla Camera, la deputata Comaroni (LN) presenta un Ddl che va in questa direzione

di Marco Dotti

La pubblicità del gioco d'azzardo è sempre più invasiva. Il sociale ne chiede da tempo l'abolizione totale, su ogni tipologia di media, come avviene per il fumo. Ma la politica, in questi anni, ha tergiversato. Non tutti, in verità: una innovativa proposta, presentata nella scorsa legislatura alla Camera dell'ex deputato Lorenzo Basso (PD) e al Senato dal riconfermato Giovanni Endrizzi (M5S) andava nella direzione auspicata da tutti (lobby a parte): divieto totale di pubblicità, fisica e online, su qualsiasi media o piattaforma. Non solo: divieto totale di sponsorizzazioni, dirette o indirette, e sanzioni fino a 200 mila euro per i trasgressori.
La proposta venne affossata da "fuoco amico" del centro sinistra al Senato.

Negli scorsi anni, da parte sua, il Governo ha avanzato troppi distinguo e troppe eccezioni. Che sia davvero arrivato il momento, per il Parlamento, di allineare la legislazione alla richiesta che viene dalla società civile?


Pare di sì. Non solo l'accordo-contratto fra M5S e Lega parla chiaro sul punto. Ma alla Camera è già stato depositato un provvedimento, a firma della deputata del Carroccio Silvana Comaroli, che va in questa direzione. Il Disegno di legge si presenta alla voce "Modifica al testo unico dei servizi di media audiovisivi e radiofonici, di cui al decreto legislativo 31 luglio".
Sarà la volta buona? La società civile lo spera ed è pronta alla svolta.

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