Non profit

La Cernobbio (in rosa) della raccolta fondi

Il Festival del Fundraising di Peschiera del Garda, cui il magazine di maggio dedica un approfondimento nell'ambito del servizio di copertina, quest’anno punta sulle donne. «È questo l’orientamento di questa edizione: un grande focus sulla pink leadership», sottolinea il fondatore Valerio Melandri

di Lorenzo Maria Alvaro

È la più grande conferenza italiana e la terza nel mondo sul fundraising. Un evento che, giunto alla sua XI edizione, ospita 850 fundraiser per oltre 60 workshop. Anche quest’anno il Festival del Fundraising affronterà a 360 gradi il mondo della raccolta fondi con grandi professionisti e giovani talenti.

«Tengo moltissimo a che si capisca che si tratta di una proposta di altissimo livello qualitativo ad un prezzo che è un quarto di quello di esperienze simili nel mondo, organizzata da un’associazione non profit con una governance completamente volontaria», chiarisce il fondatore Valerio Melandri.



Che aggiunge: «Per questo va considerato come un patrimonio del non profit». Ad aprire l’edizione 2018, che si dipanerà a Peschiera del Garda il 16, 17 e 18 maggio, sarà la plenaria “Donne in cerca di guai”, che riunirà la vice direttrice generale di Save the Children Daniela Fatarella, la presidente dell’Advisory Board del Centro Filantropico dell’Università di Plymouth Simone Joyaux, la manager di Aism Lisa Orombelli e la fondatrice di The Osborne Group Karen Osborne. «Cinque donne intrepide che hanno deciso di buttarsi senza timore nell’impresa di cambiare il mondo», sottolinea Melandri, «è questo l’orientamento di quest’anno: un grande focus sulla leadership in rosa».

La formula è sempre la stessa, «sono 11 anni che funziona. Un networking molto spinto con ampi spazi di libertà al di fuori delle sessioni con il vantaggio che ciascuno potrà crearsi il proprio percorso personalizzato», sottolinea il fondatore. I relatori saranno per il 20% ospiti stranieri che porteranno in dote le migliori esperienze internazionali e l’80% ospiti italiani che invece proporranno il bilancio del proprio lavoro.

Per Melandri «questo aspetto è un unicum: in nessun altro luogo c’è la possibilità di sentire i protagonisti di un settore che condividono successi, segreti, criticità ed errori del proprio lavoro quotidiano». Una programmazione ricchissima su cui però Melandri, se costretto ad esporsi nell’indicare un incontro in particolare da non perdere, non ha dubbi: «assolutamente da non mancare è l’intervento di Andrew Zolli della Columbia University. È al suo esordio in Italia dove è però già celebre grazie al suo best seller “Resilienza”, uscito nel 2012 e alla quarta ristampa. È il massimo esperto sulla resistenza al cambiamento».

Come sempre il Festival sarà innanzitutto un luogo di relazione e incontro, «è questa la sua grande forza. Un momento di aggiornamento e formazione professionale ma che abbiamo voluto ogni anno fosse reale, fisico e sociale. Anche la location, isolata, è stata scelta e mantenuta per questo. C’era la possibilità di spostarci a Milano. Ma si sarebbe perse la magia e l’intimità», conclude Melandri.


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