Volontariato

Maxi sequestro Nas biologico “taroccato”

Retata in tutt'Italia. Nella maggior parte dei casi si tratta di false dichiarazioni sulle etichette ma non mancano i casi...curiosi

di Paolo Manzo

Ogm ma non solo. Dopo l’allarme per i cibi ‘fuorilegge’ per gli ingredienti manipolati geneticamente non dichiarati in etichetta, scoppia il caso del ‘falso’ biologico. Un’indagine nazionale dei Nas sui prodotti da agricoltura biologica reso noto da Adnkronos, rivela svariate gravi irregolarità e frodi: insalata, kiwi e uva biologici trattati con pesticidi, olio extravergine che in realtà è di semi, mangimi ‘bio’ a base di ogm, vietati in questo tipo di coltivazione. E merendine per bambini vendute come ‘biologiche’ senza esserlo. La campagna di controllo dei carabinieri del Nucleo Anti Sofisticazioni del ministero della Salute è stata avviata nell’aprile 2001 e non è ancora conclusa definitivamente: i dati aggiornati sono dell’aprile 2002 in quanto molte analisi sono ancora in corso. Ma i primi risultati sono comunque significativi: su 817 campioni analizzati, 38 non sono in regola. I Nas hanno sequestrato 5.276 confezioni per oltre 2.600 kilogrammi di merce del valore di oltre 12 mila euro. Le 2.087 ispezioni in allevamenti, stabilimenti produttivi e strutture commerciali hanno consentito di accertare 8 infrazioni penali per frode in commercio, un reato che può essere punito con multe fino a 2 mila euro e 2 anni di carcere, e 73 sanzioni amministrative. Nella maggior parte dei casi si tratta di false dichiarazioni sulle etichette, nel tentativo di spacciare per biologico un prodotto che non lo è. In totale i Nas, nei sei mesi della campagna di controlli (aprile-settembre 2001) hanno prelevato 1.057 campioni di cui 240 ancora da controllare. Le persone segnalate all’Autorità giudiziaria, sanitaria e amministrativa sono 63. Il maggior numero di reati riguarda l’art.515 del codice penale, la frode in commercio, al secondo posto le irregolarità nelle etichettature. Altro problema la pubblicità ingannevole e la presenza di concimi di sintesi non consentiti. Uno dei problemi più diffusi, spiegano al Nas, è anche la presenza di Ogm e di pesticidi, o la mancanza di indicazioni sul luogo di produzione del prodotto biologico. Altre violazioni sono il non aver indicato nelle etichette il nome e o il numero di codice dell’autorità o degli organismi di controllo cui il produttore è assoggettato. La regione nella quale ad oggi risulta il maggior numero di infrazioni rispetto al totale delle strutture ispezionate è la Puglia (9), seguita dalla Campania (7), dalla Sicilia (6), Lombardia (5), Toscana (3), Veneto e Piemonte (2). Dall’indagine emerge fortunatamente anche la presenza di un consistente ‘pacchetto’ di regioni ‘virtuose’, senza nessun caso fuorilegge’: sono Valle d’Aosta, Friuli Venezia Giulia, Trentino Alto Adige, Umbria, Marche, Lazio e Sardegna. Al Comando del Nucleo Antisofisticazione si precisa che il settore del biologico è in forte espansione e che i casi di ”mele marce” non vanno ”demonizzati”. ”Questo non toglie che nella maglie ci sono casi di infrazioni che vanno contrastati nell’interesse dei consumatori che spendono di più credendo di acquistare un prodotto biologico. Il settore non è malato ma gli enti certificatori sono avvertiti: occorre vigilare e rafforzare i controlli” sottolineano le ‘sentinelle’ dei cibi sicuri. Resta il fatto che l’indagine ha portato allo scoperto alcuni casi eclatanti. Come le merendine, la salvia e le patate vendute come biologiche senza esserlo a un prezzo molto più elevato rsipetto ai prodotti tradizionali. In tutti questi casi sono scattati i sequestri: 1.588 confezioni di salvia, 3.450 di merendine e 2,4 mila tonnellate di patate sono finite sotto-chiave. In particolare, il Nas di Alessandria ha segnalato all’ Autorità Giudiziaria ed Amministrativa, il legale responsabile di un’azienda alimentare autorizzata al solo confezionamento di alimenti finiti, per aver prodotto e successivamente confezionato, apponendo sull’etichetta degli involucri la dicitura ”da agricoltura biologica”, merendine farcite, ”pur ignorando la lista degli ingredienti e la loro origine”. Il Nas di Brescia ha segnalato alla competente Autorità Giudiziaria e Sanitaria, il titolare di un’azienda agricola dedita alla produzioni di alimenti con ”metodo biologico”, ”per aver apposto su confezioni di salvia etichette attestanti la propria produzione, mentre in realtà si trattava di prodotto acquistato in un normale mercato ortofrutticolo”. E ancora, i Nas di Ragusa e di Bari hanno segnalato all’Autorità Giudiziaria i titolari di aziende agricole che coltivavano patate, ortaggi e frutta utilizzando prodotti fitosanitari. Fra gli altri casi scoperti le piantine di cavolfiore biologico contaminate da insetticidi, l’uva, l’insalata, i kiwi trattati con sostanze chimiche. Molti i casi di mangimi per polli, suini e bovini con ogm mentre nella granella di soia è stato riscontrato lo 0,86% di ingredienti manipolati geneticamente. Ma il check up dei Nas ha portato allo scoperto anche altri trucchi a spese della salute: grano e farina invasi dai parassiti, corpi estranei nei prodotti da forno, creme spalmabili non regolamentari per il cattivo stato di conservazione e perfino vino non regolamentare per grado alcolico diverso da quello dichiarato, e biscotti che pesavano meno di quello indicato in etichetta.


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