Mondo

Il volto migliore dell’America

Un milione e 300 mila organizzazioni danno lavoro a otto milioni di persone, contribuendo a formare il 7% del reddito nazionale.

di Sergio Lucchetti

Un esercito di 700 mila enti di beneficenza e fondazioni private. Ma anche 141 mila associazioni con finalità sociali e 31 mila di veterani di guerra.È questa una prima sommaria radiografia del mondo delle associazioni non profit negli Usa alla fine del secolo. Le cifre del ?97 segnalano un aumento del 5,9% nel numero di associazioni rispetto all?anno precedente, e comprendono anche 50 mila fondazioni private di cui circa 2 mila legate a singole società o gruppi industriali. Nell?universo non profit, però, gli Usa inseriscono anche riviste come Consumer Reports che analizzano prodotti per i consumatori senza accettare pubblicità o dozzine di teatri costruiti sulla base del volontariato e che non ridistribuiscono eventuali utili. Ecco perché è difficile definire con precisione i confini del mondo che comprende le fondazioni e le cooperative sociali, buona parte dell?associazionismo e l?equivalente degli enti morali italiani. È opinione diffusa che il mondo del non profit sia sviluppato negli Usa come in nessun altra parte del mondo, ma questo è vero solo in parte. Lo studio comparato sul settore presentato dal Cnp della Johns Hopkins University di Baltimora mostra che negli Usa (e i dati sono del ?95) solo il 7,8% della forza lavoro è impegnata in attività non profit rispetto al 12,5% dell?Olanda e a percentuali più alte anche per Irlanda, Belgio e Israele, ma superiore a una media del 4,8% registrata nei 22 Paesi (Italia esclusa) presi in esame. Negli Usa il totale sale all?8,8% se si include parte dell?attività di carattere religioso, mentre l?inclusione del volontariato sul fronte delle organizzazioni religiose porta il totale Usa all?11% della forza lavoro. Al tempo stesso, però, il 30% dell?assistenza negli Usa è fornito da associazioni non profit che sempre più, come nel caso degli ospedali ma anche in quello dell?assistenza all?infanzia e nell?istruzione oltre che nella formazione professionale, devono affrontare la concorrenza del settore privato.
Negli ultimi due anni è invece netta la crescita derivata dalla fornitura di servizi, rispetto a quella frutto di donazioni. Queste ultime, invece, segnalano un cambio delle priorità: il 34,6% è destinato a non profit attive nel campo della salute, 29,7% a quelle attive in campo educativo, mentre l?11,9% è destinato alle attività comunitarie e a carattere locale, seguite da un 10,4% di donazioni per attività artistiche.
La forza del settore non profit negli Usa non è quindi solo nel numero degli addetti, ma nella varietà delle sue forme e nella sua storia che molti fanno risalire alla stessa rottura storica con la madrepatria inglese. Il contributo del non profit americano a un settore, che nei 22 Paesi presi in esame dalla Johns Hopkins dà lavoro a 19 milioni di persone per un fatturato complessivo 1100 miliardi di dollari creando virtualmente l?ottava economia del mondo, è sopratutto di creatività ma anche di carattere normativo e di analisi: è la cultura della donazione e del volontariato, le enormi quantità di servizi che affiancano e rafforzano le non profit, ma anche la struttura fiscale che permette alle grandi aziende di destinare parte dei loro profitti ad attività senza fini di lucro. Per capirlo basta guardare le classifiche delle maggiori organizzazioni americane per il totale delle loro donazioni nel ?97, e la ricchezza di dati in tal senso. A guidare nettamente la classifica è l?Esercito della Salvezza che ha raccolto 1,17 miliardi di dollari di donazioni dai privati a cui ne ha aggiunti altri 2,5 frutto di altre donazioni e ha donato il 57,5% del totale raccolto pari a 1,43 miliardi di dollari, con costi pari al 3% del totale raccolto. L?organizzazione che ha raggiunto il valore più alto di donazioni è però quella dei Luterani d?America con 2,6 miliardi di dollari, nonostante una raccolta di soli 150 milioni di dollari fra i privati. L?ultima novita, oggetto di intenso dibattito, è sempre dalla parte del consumatore o dell?attivista sul fronte del non profit. Da giugno le charities, le associazioni con fine di beneficenza che hanno ottenuto l?esenzione fiscale, dovranno fornire a chi lo richiede le loro tre ultime dichiarazioni dei redditi, e dovranno farlo entro trenta giorni se la richiesta è stata fatta per posta.
Finora per capire come utilizzasse i suoi fondi una data organizzazione non profit bisognava studiare in gran fretta una copia del bilancio nella sede dell?organizazione stessa. Ora sarà possibile farlo su Internet. E presto toccherà anche alle fondazioni private create da singole famiglie o aziende. È solo l?ultima novità di un erario che verifica regolarmente e periodicamente se chi ha ottenuto l?esenzione fiscale si astiene da attività politica, ha membri volontari ed è gestito da un comitato di almeno cinque consiglieri con diritto di voto che non percepiscono alcun salario, salvo un rimborso spese, e dedica almeno il 60% della sua spesa all?attività per cui è stato creato.

I numeri

Organizzazioni non profit : 1.300.000
Fondazioni : 700.000
Enti con finalità sociali : 141.000
Occupati nel non profit : 8.000.000
Percentuale sul totale occupati: 7,8%
Quota di reddito nazionale : 7%
Quota di assistenza sociale : 30%
Quota di sanità : 50%
Quota di istruzione : 20%
Classifica delle donazioni :
Luterani d?America : 2, 6 miliardi $
Esercito della Salvezza : 1,17 miliardi $

17 centesimi al giorno sono troppi?

Poco più di un euro a settimana, un caffè al bar o forse meno. 60 euro l’anno per tutti i contenuti di VITA, gli articoli online senza pubblicità, i magazine, le newsletter, i podcast, le infografiche e i libri digitali. Ma soprattutto per aiutarci a raccontare il sociale con sempre maggiore forza e incisività.