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Ma il”fai da te” familiare può diventare rischioso

I problemi di un caso di dipendenza psicologica

di Redazione

Ho un familiare tossicodipendente di 24 anni, relativamente integro fisicamente. Per alcuni anni ha assunto eroina via nasale: ora ha una dipendenza che pare essere psicologica più che fisica. Non ha crisi di astinenza da assuefazione e ha la volontà di smettere, ma non riesce a farlo per più di un paio di settimane. Appena può cerca di farsi per pentirsene quando cala l?effetto. La mia famiglia è al corrente; lo teniamo sotto controllo (anche con l?esame delle urine) ma senza risolvere il problema. Qual è il trattamento indicato? Pietro (via Internet)(e:mail) Risponde Riccardo C.Gatti La situazione, all?apparenza, sembra chiara… in realtà, probabilmente, non è così. In ogni caso la dipendenza psicologica non è meno grave di quella fisica: il fatto che la droga sia assunta per via nasale, anziché per via venosa, diminuisce il rischio di alcune complicazioni ma non cambia la sostanza del problema. Se una persona non riesce a fare a meno di assumere una sostanza è evidente che ci troviamo di fronte a una tossicodipendenza. A meno che… la persona non affermi di voler fare a meno della droga per tranquillizzare la famiglia ma, in realtà, la assuma coscientemente e volontariamente in modo saltuario. In questo caso non si tratterebbe di una tossicodipendenza ma di un comportamento di abuso volontario in cui la tossicodipendenza potrebbe o meno instaurarsi in un secondo tempo (il pericolo è comunque alto). D?altra parte perché la famiglia ha ritenuto di controllare il problema attraverso l?esame delle urine anziché parlando con la persona? Probabilmente perché non si fida… e se non si fida è perché ritiene che la persona possa mentire. Ecco perché la situazione non è chiara. A questo punto dare indicazioni per un trattamento è impossibile. Per dirla in termini medici: prima va fatta una diagnosi e poi va scelta la terapia più appropriata. Tenga presente, però, che è molto difficile, in questo campo, ottenere qualunque risultato senza la collaborazione dell?interessato. Consiglierei una consultazione col Sert (Servizio tossicodipendenze) della Azienda sanitaria locale di residenza evitando un ?fai da te familiare? che spesso produce pessimi risultati. Se di fronte a questa proposta la reazione della famiglia è negativa, quasi a protezione della persona interessata, con ragionamenti miranti al volersi occupare direttamente della soluzione del problema oppure alla considerazione che, in fondo, potrebbe trattarsi di un problema non così grave ecc., comincerei a preoccuparmi seriamente. Purtroppo mi è capitato spesso di conoscere storie in cui l?ambivalenza della famiglia, nell?affrontare il problema, ha contribuito a renderlo più complicato nella sua risoluzione. ?


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