Cultura

I tagli della Moratti. La scuola tira la cinghia

Stop ai nuovi progetti speciali per favorire l’integrazione delle fasce più deboli. E anche le famiglie di bambini disabili sono in allarme

di Cristina Corbetta

Erano stati annunciati, poi in parte ritrattati; ma adesso sono realtà. I tagli sugli organici della scuola, già previsti nel febbraio scorso dal decreto del ministero dell?Istruzione (che recepiva le indicazioni della Finanziaria sulla riduzione del personale) cominciano a precisarsi; e non sono cifre che incoraggiano la speranza di chi contava sul rilancio, ad esempio, dei progetti di tempo pieno o prolungato, o sulla continuazione dei progetti sulla dispersione scolastica o sull?inserimento degli stranieri. Sono questi progetti ?speciali? che verranno principalmente penalizzati. Il ministero ha precisato che il pacchetto di posti assegnato ai direttori regionali non comprende i posti già destinati al tempo prolungato, alla lingua straniera e alla formazione di classi con la presenza di portatori di handicap. Resta il fatto che scuola dell?infanzia, dispersione scolastica, integrazione degli alunni stranieri restano settori penalizzati, nel senso che non ci saranno nuove autorizzazioni e sono previsti tagli sui progetti in corso.
Qualche esempio. In Piemonte sono stati autorizzati 80 posti: in difficoltà la lingua straniera, i progetti di miglioramento della didattica, la scuola per l?infanzia. La Lombardia se ne vedrà assegnati 220; pochi in confronto alle centinaia di richieste di sviluppo dei progetti contro la dispersione scolastica e l?integrazione degli stranieri.
E ancora, 20 posti autorizzati in Toscana, 180 in Emilia Romagna. A Palermo erano attesi 160 posti per proseguire un progetto provinciale contro la dispersione scolastica, che negli ultimi anni ha contribuito a ridurre il tasso di dispersione nella scuola elementare dal 6 all?1% e nella scuola media dal 23 al 9%; ma dei posti richiesti ne arriveranno solo 60.

Trasparenza cercasi
Se queste prime cifre saranno confermate, è certo che i settori di intervento sulla popolazione scolastica più debole (dispersione, handicap, stranieri) verranno messi in seria difficoltà. E mentre sul fronte sindacale la vertenza organici riprende nuovo vigore, cresce anche la preoccupazione delle famiglie e del mondo delle associazioni: è di questi giorni la mobilitazione dei genitori dei ragazzi portatori di handicap della provincia di Pordenone: «Mio figlio frequenta la seconda elementare a Sacile», racconta, una mamma, Carla Memori, «e da settembre vedrà decurtate le ore di sostegno che gli erano state assegnate. Lo stesso succederà a tanti altri disabili. Per questo abbiamo creato un gruppo di protesta, che sta organizzando manifestazioni e raccolte di firme da inviare al ministero. Fino ad oggi abbiamo avuto un?efficace integrazione dei nostri figli grazie a insegnanti preparati e disponibili, ma queste presenze vanno potenziate, non tagliate per ragioni di spesa pubblica che non si coniugano con la logica del diritto allo studio dei più deboli. Chiunque volesse mettersi in contatto con noi può chiamarci al 347.8207159».
Durante il tavolo di confronto del ministero si è anche parlato della possibilità di aumentare la quota di posti a disposizione di ciascuna regione «sulla base di specifiche valutazioni della situazione locale». Secondo i sindacati, il rischio è quello di privilegiare la trattativa privata tra ministero e Regione anziché attenersi a criteri trasparenti, validi per tutto il territorio nazionale.

Sos disabili. Nelle classi si va a marcia indietro
Non bastano i tagli della Finanziaria, adesso ci si mettono anche i dirigenti scolastici: le 28 associazioni nazionali e le 7 federazioni regionali aderenti alla Fish – Federazione italiana superamento handicap, denunciano la grave violazione delle norme contenute nel decreto sugli organici di sostegno, trasmesso con la circolare del 19 febbraio 2002, in cui si precisa che non si possono superare i limiti di 25 alunni per classe in presenza di un alunno con handicap, e di 20 per classe se i portatori di handicap sono 2. «Invece ci risulta che in moltissime parti d’Italia», spiega il vicepresidente della Fish, Salvatore Nocera, «si stiano realizzando classi che non tengono conto di questi parametri. La situazione è grave, e per questo siamo particolarmente vigili: qualora dopo il 31 luglio risultasse che alcuni direttori e dirigenti scolastici non abbiano rispettato le norme, le associazioni aderenti alla Fish si vedranno costrette a rivolgersi al Parlamento, con interpellanze e interrogazioni, e alla magistratura per chiedere il rispetto del diritto allo studio di qualità degli alunni portatori di handicap».
La Fish, che ha recentemente costituito un Osservatorio sull?integrazione scolastica degli alunni con handicap, punta il dito anche sul problema della formazione degli insegnanti: «Già da settembre 2002», dice Nocera, «sono disponibili i fondi per l?aggiornamento degli insegnanti, ma dal ministero, che pure è stato molto chiaro sulla questione del numero degli alunni, non è mai arrivata una riga di indicazioni sulla formazione degli insegnanti: intendo di tutti gli insegnanti e non solo di chi si occupa del sostegno. La formazione degli insegnanti curricolari è fondamentale perché possano consapevolmente comprendere le diagnosi funzionali e impostare i progetti educativi personalizzati dei propri alunni con handicap, evitando la delega illegale ai soli insegnanti di sostegno». C.C.

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