Mondo

Nel cuore di Firenze fa moda l’atelier rom

Le volontarie hanno insegnato a confezionare abiti alle donne kosovare e macedoni,strappandole ai ghetti e dall'accattonaggio. Il sogno? Un lavoro stabile in sartoria

di Redazione

Forse i loro lavori non usciranno mai sulle passarelle dell?alta moda di Palazzo Pitti, né saranno riprodotti sulle riviste patinate terre-di-stilisti. Ma loro, alcune donne rom, sono sicuramente già uscite dai ghetti dei putridi campi nomadi, quelli con i topi sotto le baracchine. Accade a Firenze, zona dell?Isolotto, grazie al lavoro svolto ormai da poco più di un anno dalle volontarie del quartiere 4, un tempo una delle aree più difficili del capoluogo toscano. Le donne rom impegnate al laboratorio di taglio e cucito sottraggono tempo all?elemosinare per le strade. Marta Gambassi, consigliera del Consiglio del quartiere 4, spiega come questo è potuto accadere: «Tutto è nato grazie ad un contatto fra donne, italiane e rom. Oggi è la Regione Toscana a finanziare un progetto a favore delle donne rom tuttora coordinato e gestito dalle Donne del volontariato dell?Isolotto, dall?Ufficio immigrazione del quartiere 4 e dall?Istituto di avviamento al lavoro. Per il 2000 vogliamo realizzare una cooperativa mista fra donne italiane e rom e siamo fiduciose che anche le aziende tessili locali possano presto offrirci lavoro». All?inizio, le donne rom non conoscevano le tecniche di taglio e cucito insegnate loro dalle volontarie. Scherzando raccontano oggi come le hanno imparate, assieme ad un uso più corretto della lingua italiana, anche scritta. Così parla Bajramsha Rufat, macedone, che con l?uncinetto ha iniziato a realizzare dei bei centrotavola, prima di passare ai vestiti per l’infanzia. «Siamo arrivati a Firenze nel 1987, dalla ex Jugoslavia. Cercavamo lavoro. I miei figli ora vanno a scuola, sanno leggere e scrivere, mio marito è il capo spirituale, mussulmano, della nostra comunità di rom. Il quartiere ci ha aiutato molto proprio nella ricerca di lavoro». Nel laboratorio di taglio e cucito operano per ora più di dieci donne, metà provenienti dal Kosovo, metà dalla Macedonia. Ci troviamo qui tre volte alla settimana per tre ore e mezzo al giorno. L?obbiettivo più importante che Bajramsha vuole centrare è quello di essere occupata da qualche sartoria fiorentina, in grado di offrirle un lavoro in regola. Per informazioni: Le donne del volontariato dell’Isolotto, c/o l’Ufficio immigrati del Consiglio di quartiere 4, Firenze. Telefono: 0552767116; fax: 0552767123.


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