Formazione
Ai ragazzi servono “Allenatori di lettura”
Lettori non si nasce, lo si diventa. È il punto di partenza di Alice Bigli, lettrice appassionata, formatrice ed esperta di letteratura per minori che ha ideato il progetto che ha l’obiettivo di accompagnare ogni lettore coltivandone i talenti. Bigli è anche l’ideatrice di “Mare di libri” il primo festival letterario dedicato agli adolescenti
Lettori non si nasce ma si diventa e la lettura, al pari del nostro corpo con lo sport, è qualcosa che va allenato: come l’attività fisica fa bene a tutti, allo stesso modo tutti noi abbiamo beneficio dall’essere un po’ lettori ed esattamente come nella pratica sportiva ci sono dei talenti che vanno individuati e supportati.
In questo periodo storico, soprattutto per i ragazzi, fatto di didattica a distanza e povero di esperienze in prima persona, la lettura è ancora di più uno strumento importante di crescita, consapevolezza e sana evasione.
Ma esiste un modo per allenarsi alla lettura? E come si diventa allenatori di lettura?
Per Alice Bigli (nella foto in apertura), lettrice appassionata, formatrice ed esperta di letteratura per ragazzi, ideatrice del progetto Allenatori di lettura, la prima cosa da fare è riconoscere e incoraggiare i talenti che esistono anche nel campo della lettura, con uno sguardo educativo più generale e ampio. Il passo successivo è accompagnare ogni lettore partendo dal punto esatto in cui si trova, perché l’educazione alla lettura non può essere calata dall’alto e, soprattutto, non può essere uguale per tutti.
«Occorre partire dal soggetto che noi dobbiamo allenare, da chi è, dal rapporto con la lettura da cui parte per ragionare insieme verso dove lo possiamo verosimilmente accompagnare con una serie di processi progressivi», sostiene Alice. «Parlo di allenatori in senso volutamente plurale, per includere tutte quelle figure che hanno a che fare con la crescita educativa di bambini e ragazzi, quindi insegnanti, genitori, educatori che possono diventare a loro volta allenatori di lettura. Abbiamo tutti vissuto e stiamo vivendo un tempo molto particolare in cui abbiamo fatto un salto tecnologico importante e dobbiamo stare attenti a non perdere le capacità sviluppate dal tipo di lavoro mentale precedente a questo periodo, meno legato alla tecnologia».
L’uso sistematico dei media, si sa, diminuisce la nostra capacità di concentrazione e tanto più stiamo su Internet tanto più avremmo bisogno di leggere, per recuperare quello stimolo mentale proprio dell’attività di lettura.
«Potrebbe essere uno spunto interessante per tutto il tema della Dad, per tener conto delle esigenze diverse del nostro cervello e pensare a dei momenti in cui dirsi adesso stacchiamo e ci vediamo dopo un’ora di lettura», sostiene Bigli, ideatrice di Mare di libri, il primo Festival di Letteratura in Italia dedicato agli adolescenti che si svolge a Rimini. «La lettura è passione, intrattenimento, educazione sentimentale, evasione. Abbiamo tutti bisogno di evasioni fantastiche, di vivere delle vite intense; a maggior ragione ora, che la nostra vita è più impoverita, diventa importante quel tipo di nutrimento della nostra fantasia perché leggere vuol dire vivere altre vite. In particolare per gli adolescenti, che vivono un momento della vita in cui sono autocentrati, una fase di sviluppo naturale e necessaria per definire la propria identità».
Permettere ai ragazzi di leggere tanti libri centrati sulla loro età, sulle storie di crescita, per recuperare quei confronti che si sono ristretti nella vita reale, perché la scuola non è solo andare a lezione, è lo scambio che c’è durante l’intervallo, è osservare gli altri, è lavorare su se stessi.
«Pensiamo sempre alla lettura come a un’attività solitaria ma è così solo in parte, perché mentre leggiamo facciamo sì un’attività immersiva di concentrazione solitaria ma in realtà i lettori amano molto dialogare tra di loro e se questo è vero a tutte le età, lo è ancora di più tra adolescenti», racconta Alice che tra i vari progetti che porta avanti, collabora con Einaudi con la proposta Piccola Biblioteca per un mondo migliore e con Pelledoca editore con Storie da pelle d’oca in classe. «Sarebbe bello inventarsi degli strumenti per mettere i lettori in dialogo tra di loro intorno ai libri che hanno letto, un’attività ancora più importante se fatta in questo periodo. Diventare allenatori, abbracciare questa idea di progressione e individualizzazione degli interventi e superare l’idea della promozione della lettura che è qualcosa di molto estemporaneo, rende lettori a lungo termine, per la vita – conclude Alice – L’educazione alla lettura comporta un lavoro di rete che comprende ragazzi, famiglia, scuola e altri soggetti che lavorano sulla lettura come le biblioteche e il mondo dell’editoria, per farli interagire in modo virtuoso e con visione progettuale»
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