Cultura
La prima volta di un protestante nel Comitato nazionale bioetica
Lo scorso 23 marzo la Presidenza del Consiglio dei Ministri ha provveduto a rinnovare per altri quattro anni la composizione del Comitato nazionale per la bioetica (CNB). Fra i nuovi membrim Luca Savarino, professore di bioetica all’Università del Piemonte Orientale, e coordinatore della Commissione delle chiese battiste, metodiste e valdesi sui problemi etici posti dalla scienze
Lo scorso 23 marzo la Presidenza del Consiglio dei Ministri ha provveduto a rinnovare per altri quattro anni la composizione del Comitato nazionale per la bioetica (CNB), istituito nel 1990. Tra i 26 membri, per la prima volta, siede ora anche un protestante.
Si tratta di Luca Savarino, professore di bioetica all’Università del Piemonte Orientale, nonché da diversi anni coordinatore della Commissione delle chiese battiste, metodiste e valdesi sui problemi etici posti dalla scienzae membro del Gruppo tematico di referenza sulla bioetica della Conferenza delle chiese europee (KEK).
Savarino, valdese, ha espresso soddisfazione per questa decisione, che aumenta il pluralismo religioso all’interno del CNB, dove tra i vice presidenti figura il rabbino capo della Comunità ebraica di Roma, Riccardo Di Segni.
«La nomina di un protestante al CNB è importante per almeno tre motivi – ha dichiarato Savarino –. Il primo riguarda il pluralismo. Le chiese battiste, metodiste e valdesi, per quanto numericamente esigue nel nostro paese, rappresentano una delle grandi ‘famiglie spirituali’ presenti in Italia e in Europa. Il secondo motivo è strettamente collegato al primo e ha a che fare con la dimensione internazionale dei temi in agenda del CNB».
Il protestantesimo, prosegue il professor Savarino, «è una componente culturalmente molto significativa nelle principali sedi internazionali con cui l’Italia collabora. Il terzo motivo è una questione di competenza. Il protestantesimo storico italiano ha istituito da più di vent’anni una Commissione bioetica. Molti dei nostri documenti sono stati ripresi e discussi su alcune tra le principali riviste di bioetica italiane e internazionali e hanno contribuito a migliorare la qualità del dibattito pubblico su questioni destinate a diventare sempre più attuali nelle società in cui viviamo».
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