Cultura
Disconnessi eppure più competenti
Un recente studio sulle competenze matematiche di bambini e ragazzi in età scolare rivela che esiste una relazione inversa fra l'abilità di usare tablet e smartphone e i risultati scolastici. In particolare nelle materie scientifiche
di Marco Dotti
Disconnessi e contenti. Ma anche competenti. Il fatto che l’iperconnessione in età evolutiva abbia pesanti ripercussioni sulla plasticità neurale e i livello di attenzione di bambine e bambini è un dato che si impone ormai con sempre più evidenza.
La conferma sembra arrivare anche da un recente studio internazionale, “Trends in International Mathematics and Science Study” (TIMSS), che evidenzia una correlazione fra abitudini digitali precoci e apprendimento della matematica di base.
Condotto su ragazzi in età scolare – quarta elementare e terza media – l’ultima indagine TIMSS dimostra che i ragazzi con maggiore familiarità con tablet e device mobili – il computer è oramai un oggetto di mera archeologia per i più giovani – hanno anche i peggiori risultati a scuola.
In particolare, i ragazzi disconnessi o abituati a un’ecologia della rete sembrano avere competenze scientifiche migliori.
Lo studio evidenzia è una correlazione possibile, legata non tanto a una fruizione eccessiva, quanto a un uso passivo della rete. Una sorta di delega cognitiva e mnestica che, anche quando i ragazzi fanno ricerche su wikipedia o google, in un'età particolarmente cruciale li priva della capacità di dotarsi di veri strumenti e competenze.
«I bilanci mentali contano», osservava tempo fa il Nobel per l'Economia 2017, lo psicologo Richard Thaler. Sono proprio questi bilanci mentali – i passaggi a vuoto, l'esperienza che ci porta a capire dove cercare le cose e non solo "come" – a essere bruciati dall'immersione precoce ”nell'acquario" della rete.
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