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Niger: le associazioni di mamme che combattono per l’istruzione delle proprie figlie

Sensibilizzare gli altri genitori per convincerli a mandare a scuola anche le bambine e le ragazze e contribuire alla gestione degli istituti scolastici. Sono questi due dei principali obiettivi delle Associazioni delle Madri Educatrici, sostenute da Coopi, l'Ong italiana attiva nel Paese

di Ottavia Spaggiari

Combattere in prima persona per l’istruzione delle proprie figlie. Succede in Niger dove l’Associazione delle Madri Educatrici (AME) riunisce decine di mamme in tutto il Paese impegnate per assicurare alle bambine e alle ragazze il diritto allo studio, attraverso la sensibilizzazione di altri genitori e una vera e propria co-gestione degli istituti scolastici.

«Per incentivare la frequentazione scolastica e creare condizioni favorevoli per un buon apprendimento, sono state create alcune strutture comunitarie di sostegno, come l’Associazione dei genitori, il COGES (Comitato di Gestione) e, appunto, l’Associazione delle Madri Educatrici (AME)», racconta Floriana Bucca di Coopi che, proprio nella Regione di Diffa, sostiene la costituzione di 22 Associazioni di Madri Educatrici, attraverso un progetto finanziato dalla Cooperazione Italiana.

Il primo a riconoscere l’importanza del coinvolgimento delle madri nella formazione delle ragazze è proprio il governo nigerino.

«L’Associazione delle Madri Educatrici è stata fondata nel 2005 dal Ministero dell’Educazione e svolge un ruolo chiave nella scolarizzazione delle ragazze, soprattutto nelle zone rurali del Paese». Una istituzionalizzazione dell’associazione dovuta al riconoscimento dell’importanza dell’istruzione femminile come motore di sviluppo, poiché come afferma Yacouba Bibata dell’organizzazione ScoFi (Scolarisations des filles): «l’educazione delle ragazze è un catalizzatore per lo sviluppo sociale e la crescita economica dell’intera società». Bibata, responsabile per le attività legate alla scolarizzazione delle ragazze nella regione di Diffa, è inoltre la figura di supporto delle Direzioni Regionali dell’Insegnamento Primario e Secondario alla creazione delle AME, per questo conosce molto bene il ruolo svolto dalle madri educatrici. «Le mamme sono le intermediarie privilegiate nella comunicazione con le figlie femmine. Renderle partecipi nella gestione della scuola e appoggiarle in un ruolo fondamentale come quello di sensibilizzare gli altri genitori e la comunità di riferimento è indispensabile per promuovere l’istruzione delle ragazze».
Le associazioni sono formate da un numero di persone che varia dalle cinque alle sette mamme scelte insieme ai capi villaggio per il loro impegno e per l’autorità riconosciuta all’interno delle loro comunità.

«Negli ultimi mesi abbiamo incontrato le comunità locali di 3 distretti per sostenerle nella scelta dei membri delle AME. Si tratta di donne che, scegliendo di mandare le proprie figlie a scuola, si fanno promotrici della costruzione del futuro di tutta la comunità, attraverso incontri con le altre mamme, percorsi di sensibilizzazione e un supporto alla gestione delle strutture scolastiche», continua Floriana Bucca. «Con Coopi abbiamo delineato una strategia di azione, puntando anche sulla formazione delle donne coinvolte. Per alcune di loro è stato attivato un corso di alfabetizzazione e la distribuzione di un kit scolastico, per sostenere direttamente anche la loro crescita personale», un percorso importante, come racconta Hadjia HAOUA Djalo, presidente dell’AME della scuola distrettuale di N’guigmi, nella Regione di Diffa. «Da quando sono diventata presidente, non avevamo mai ricevuto alcun sostegno. Tutto quello che facevamo veniva autofinanziato con delle piccole attività di commercio. Quest’anno invece abbiamo ricevuto una formazione da COOPI, sul ruolo e le responsabilità della nostra associazione. Una giornata è stata dedicata anche alla scrittura di un “piano d’azione”, abbiamo scelto delle attività da realizzare nelle scuole e nella comunità, è stato molto importante». Sulla necessità di puntare sulle Associazioni delle Madri Educatrici concorda anche Yacouba Bibata. «L’appoggio di COOPI alle AME rappresenta un aiuto all’auto-determinazione delle ragazze. L’istruzione permette alla ragazza di avere una sorta di assicurazione, di disporre della propria vita, di migliorarne la qualità, di prendere coscienza dei propri diritti ed essere in grado di difenderli».

Foto: Abdoulaye Barry

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