Cultura
Chiara Lubich, purezza e pudore di un carisma spirituale
Quella di Chiara e delle sue prime compagne è una delle esperienze spirituali più innovative e ricche della storia della Chiesa, ma anche tra le più intime e difficili da raccontare. Il film realizzato dalla Rai riesce a narrare con rispetto e intelligenza la vita di Chiara Lubich: è un punto di partenza avvicinare un carisma sempre più vicino al cuore dei nostri giorni
Per tutta la notte tra il 3 e il 4 gennaio sono stato accompagnato da sogni su Chiara e Trento, dove le immagini del film e quelle della mia realtà si intrecciavano, al punto da non poterle distinguere. Ho conosciuto Chiara quando avevo 15 anni, e non è più uscita dalla mia vita, dandole un’impronta decisiva e indelebile.
Quando ormai mesi fa seppi che la Rai stava realizzando una fiction su Chiara Lubich, provai un sentimento misto. Da una parte mi faceva piacere che il grande pubblico in Italia conoscesse la figura di Chiara, ancora troppo ignorata dal Paese dove è nata e vissuta. Dall’altra avevo il timore che tra la Chiara della fiction e quella reale si venisse a creare un gap troppo ampio, che avrebbe finito per nuocere alla comprensione della fondatrice dei Focolari.
Dopo aver visto il film ieri sera questo secondo sentimento è svanito, ed è rimasta solo una bella sensazione, accompagnata da una gratitudine per chi ha voluto e realizzato il film.
Non è facile raccontare la genesi di un carisma, tanto più se quel carisma è ancora abbastanza vicino a noi, se ha una forte dimensione spirituale, e se presenta tratti di innovazione che a distanza di quasi ottant’anni dall’inizio sono ancora in buona parte da esplorare. L’esperienza di Chiara e delle sue prime compagne è infatti una delle esperienze spirituali più innovative e ricche della storia della Chiesa, ma anche tra le più intime e difficili da raccontare. Nasce da e tra ragazze trentine degli anni quaranta e di quelle ragazze ha tutto il pudore, la modestia, la purezza, il riserbo, quella tipica bellezza.
L’esperienza di Chiara e delle sue prime compagne è una delle esperienze spirituali più innovative e ricche della storia della Chiesa, ma anche tra le più intime e difficili da raccontare
Negli anni che ho lavorato a stretto contatto con Chiara (dal 1998 al 2008), quando Chiara rievocava quei "primi tempi" riaffioravano la stessa purezza e lo stesso pudore della ragazza trentina.
Il carisma di Chiara
Il suo carisma è profondamente e squisitamente spirituale. Ha come pilastri il centro della passione e morte del Cristo ("Gesù abbandonato") e il suo testamento spirituale: "che tutti siano una cosa sola’" (Giovanni 17,21). Faccende difficilissime da rendere in TV, anche se a girare il film ci fosse stato Federico Fellini o Luchino Visconti.
Il paradiso di Chiara si trovava racchiuso nella sua anima e nel rapporto con le sue compagne nel primo "focolare", e in quelle regioni la telecamera o non penetra o penetra in superficie.
Ecco allora che il film si è dovuto soffermare quasi esclusivamente sugli aspetti sociali di quei primi tempi a Trento, che pur erano presenti e importanti – la povertà, la comunione dei beni, l’esperienze di "date e vi sarà dato", o il conflitto con la Chiesa del tempo.
Il film è stato visto da oltre cinque milioni di persone. Forse anche ieri sera qualcuno avrà sentito nella storia di quelle ragazze anche la propria storia, e avrà iniziato a camminare inseguendo la parte migliore di sé
È più televisiva l’esperienza delle uova donate e ricevute moltiplicate che non i dialoghi segreti tra Chiara e il suo "sposo"; più semplice narrare le vicende di suo fratello Gino, partigiano e medico, che quelle delle altre compagne focolarine, che nel film non si stagliano abbastanza nelle loro diverse personalità; più semplice raccontare delle incomprensioni da parte di preti e cardinali che raccontare dell’amore immenso e incondizionate che Chiara aveva per la Chiesa.
Una Storia dentro tante storie
Qualche volta i carismi – a cominciare da quello infinito di Gesù – hanno un rapporto privilegiato e speciale con la narrazione. Sono innanzitutto una "buona novella", una storia da raccontare e raccontata mille volte. L’incontro con il carisma dei focolari iniziava quasi sempre con una storia, con una storia precisa e sempre quella: “erano i tempi di guerra e tutto crollava…".
Quel racconto, che un focolarino ha ascoltato mille volte e raccontata mille e una volta, aveva una forza carismatica, era già la prima puntata della vita che iniziava dall’incontro con Chiara e con la sua spiritualità. Il film di ieri ha saputo restituire la forza di quel "erano i tempi di guerra …", ed è già molto.
Tutte le volte che si incontra un carisma (quello di Francesco, di Teresa …) è sempre un incontro perfetto e mirabile tra l’interno e l’esterno: si ascolta una storia di qualcun altro e dentro si sente che quella che stiamo ascoltando era già la nostra storia, era la sua parte più profonda e migliore, e non lo sapevamo.
I movimenti carismatici vivono solo di questo, di racconti di storie che attraggono coloro che erano già dentro quella storia senza saperlo ancora. Il film è stato visto da oltre cinque milioni di persone. Forse anche ieri sera qualcuno avrà sentito nella storia di quelle ragazze anche la propria storia, e avrà iniziato a camminare inseguendo la parte migliore di sé.
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