Welfare

La richiesta dell’Unione ciechi: attenzione e priorità nell’accesso alla vaccinazione

In occasione della Giornata mondiale dell'alfabeto Braille, che quest’anno ricorre nel pieno di una gravissima pandemia, l'Uici denuncia come le persone con disabilità visiva sono tra le più esposte al contagio. Da qui la necessità in fase di programmazione vaccinale di tenerne conto, «sia pure nel rispetto delle priorità già definite. Come Unione siamo anche disponibili a mettere a disposizione le nostre strutture capillari sul territorio» ricorda il presidente Mario Barbuto

di Antonietta Nembri

Per l’Unione italiana ciechi e ipovedenti la Giornata mondiale dell’alfabeto Braille per denunciare il fatto che le persone con disabilità visiva sono tra le più esposte al contagio perché «è soprattutto attraverso il tatto che possono interagire con il mondo e compiere gli atti fondamentali della vita». In una nota diffusa oggi, 4 gennaio, data di nascita di Louis Braille scelta per la celebrazione dell’alfabeto Braille – un sistema inventato nel 1829 che ha cambiato completamente il modo di vivere di milioni di persone con disabilità visiva, e che ancora oggi è indispensabile per scrivere, leggere e comunicare – si sottolinea come l’Uici (l’organizzazione nazionale che rappresenta le istanze di circa 2 milioni di cittadini ciechi assoluti e ipovedenti) voglia cogliere questa occasione per richiamare l’attenzione sullo stato di emergenza in cui versano le persone con disabilità visiva nel corso della pandemia, chiedendo massima attenzione e impegno alle Istituzioni del Paese. In particolare continua la nota: «Chiediamo al ministro Speranza e al Commissario Arcuri massima attenzione e priorità nell’accesso alla vaccinazione per le persone non vedenti ormai allo stremo dopo mesi di emergenza».

«I disabili visivi sono tra le persone rese più esposte al rischio di contagio, così come confermato anche da documenti ufficiali dell’Organizzazione Mondiale della Sanità» commenta Mario Barbuto, presidente dell’Unione Italiana Ciechi e Ipovedenti. «Pensiamo infatti che per un cieco o un ipovedente il tatto è il principale veicolo di esplorazione e interazione con il mondo esterno, ed essenziale per muoversi nello spazio, studiare a distanza, lavorare, acquistare beni di necessità, evitare pericoli, come dimostra anche l’adozione ormai universale del sistema Braille basato appunto su punti in rilievo percepibili solo al tatto. Ne consegue che sono proprio i ciechi tra i soggetti più esposti al rischio virus e che necessitano di priorità e attenzione particolare in questa fase di programmazione degli accessi alla vaccinazione».

La richiesta di Barbuto è chiara: «Come Unione siamo anche disponibili a mettere a disposizione le nostre strutture capillari sul territorio e la nostra conoscenza delle problematiche dei non vedenti per studiare le modalità più opportune per provvedere al più presto alla loro vaccinazione, sia pure nel rispetto delle priorità già definite».

L’Organizzazione Mondiale della Sanità stima che nel mondo vi siano 1,3 miliardi di persone con problemi visivi, di cui 36 milioni affette da cecità totale. Per il non vedente, il sistema braille, basato su 6 punti in rilievo che possono combinarsi e corrispondere a lettere dell’alfabeto, numeri, segni di interpunzione, simboli matematici, informatici, musicali e chimici, è lo strumento imprescindibile per la sua autonomia e integrazione nel tessuto sociale, scolastico, lavorativo e culturale di qualsiasi comunità.

In apertura image by Myriams-Fotos from Pixabay

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