Welfare

Serve un Piano sulla disabilità con forza di legge

Per il presidente nazionale Anffas Onlus, «esiste già un riferimento ideale, etico e politico, la Convenzione Onu sui diritti delle persone con disabilità che l’Italia ha ratificato nel 2009». Ora bisogna renderlo operativo

di Roberto Speziale

Per le politiche sulla disabilità esiste già un riferimento ideale, etico e politico, la Convenzione Onu sui diritti delle persone con disabilità che l’Italia ha ratificato nel 2009. Esistono già anche indicazioni operative e condivise per renderla concreta: il Programma di azione biennale per la promozione dei diritti e l’integrazione delle persone con disabilità, pubblicato in Gazzetta Ufficiale il 12 dicembre 2017.


Eppure le persone con disabilità continuano a subire violazioni dei loro diritti umani in ogni parte d’Italia. È importante allora attribuire forza di legge ad un piano sulla non autosufficienza e sulla vita indipendente, che comprenda innanzitutto la definizione di livelli essenziali delle prestazioni e un adeguamento dei trattamenti assistenziali (pensioni, indennità), per garantire l’autonomia personale e contrastare il rischio di impoverimento delle persone con disabilità.

Nel piano dovrebbe essere ricomposta la spesa socio-assistenziale e socio-sanitaria, l’indennità di accompagnamento, i permessi lavorativi, il “dopo di noi”, gli assegni di cura, i servizi e sostegni per l’abitare… con un incremento graduale e strutturale delle risorse fino a 7 miliardi.

Tale ricomposizione serve ad assicurare che la globalità degli interventi disponga di adeguate risorse: solo così si potrà dare compiuta attuazione al Progetto di Vita delle persona con disabilità in chiave di miglioramento delle condizioni e di inclusione.

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