Mondo

L’Antonioni del nuovo Millenium? E’ di Taiwan

Recensione del film "Millennium Mambo" di Hsiao-Hsien Hou.

di Aurelio Picca

Mai nessuna parola che esprime il miele, la grazia, la lentezza, il vuoto, l?andare del tempo, la stupidità, la banalità, l?intelligenza inespressa, lo stile, può rivelare meglio l?oggetto di quanto faccia già ?fantasticamente? Millennium Mambo, dell?asiatico Hsiao-Hsien Hou. Neanche gli avverbi che finiscono con ?mente? possono essere stroncati quando riguardano questo film che trova ?brutale? la trama, e geniale il cinema che fa. Infatti, Millennium Mambo non mente al cinema, anzi, del cinema digitale ne fa un?icona preziosa quanto l?incorruttibile esistenzialità d?un Antonioni. Non è azzardato dire che il regista di Taiwan è l?Antonioni dell?Asia. Le sciocchezze, in Millennium Mambo, sono un cumulo di preziose polaroid, di dettagli mostruosamente urgenti, come può essere assolutamente necessario qualsiasi codice segreto. Lei, Vicky (Qi Shu), è una bambola con l?anima infilzata ad ali di farfalla. E le sue polaroid (sequenze e primi piani) sprigionano una luce d?un new pop opalescente, acquatico e da acquario. Mancano le parole per dire di questa delicatezza che alla fine muore in sé e di sé. è imbarazzante, per la nostra cinematografia, vedere che è possibile coniugare storie da ?disagio giovanile? a un talento che dissolve la stessa tecnica e innalza la ?facilità? a livelli superiori, a onde musicali, a ritorni in vita di cose (come la plastica) che sembrano morte e che invece non muoiono mai.


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