“Avanzi Popolo 2.0”: contro lo spreco di cibo serve più comunità
Per contrastare lo spreco alimentare a Bari un gruppo di amici ha lanciato il progetto Avanzi Popolo 2.0 che mette in relazione i donatori e gli enti caritatevoli avendo cura che il cibo possa compiere il tragitto più corto possibile dal donatore al beneficiario. «Dal 2015 abbiamo raccolto oltre 26.500 chilogrammi di cibo», spiega Marco Ranieri, tra i fondatori dell'iniziativa. «Abbiamo anche attivato due biciclette dotate di un piccolo carrello che stanno girando in due quartieri della città raccogliendo le eccedenze alimentari di tanti piccoli esercizi commerciali e lanciato una piattaforma di foodsharing, soluzione innovativa per chi sa di non poter consumare un prodotto e non vuole che finisca in pattumiera»
di Anna Spena
La storia del progetto Avanzi Popolo 2.0 inizia in Puglia, a Bari. E inizia dalla capacità di un gruppo di amici di scavare dentro i numeri, decomporli e poi ricostruirli in un’immagine concreta. Inizia da questi in particolare: ogni anno nel mondo vengono gettate 1.3 miliardi tonnellate di cibo, un terzo della produzione alimentare mondiale. Una quantità di cibo che, da sola, sarebbe in grado di sfamare 868 milioni di persone che soffrono la fame. Solo in Europa si parla di 89 milioni di tonnellate di cibo sprecato a qualsiasi stadio della catena alimentare, dalla produzione al raccolto, dal consumo domestico a quello legato alla ristorazione.
Le conseguenze ambientali e sociali prodotte da questo disequilibrio sono sotto gli occhi tutti. Nel mondo 36 milioni di persone muoiono per fame, 29 milioni per patologie correlate all’eccesso di alimentazione. Il numero di bambini in sovrappeso è maggiore di quelli in sottopeso. La povertà aumenta, ma il cibo continua a rappresentare una quota importante dei nostri rifiuti. Il Parlamento Europeo ha richiesto un’azione collettiva immediata per dimezzare lo spreco alimentare entro il 2025 e la Commissione Europea lavora per questa riduzione entro il 2020, essendo il cibo una delle maggiori priorità nella sua ‘Roadmap to a resource efficient Europe’.
«Azione collettiva significa, per noi, partire dalla nosra comunità», racconta Marco Ranieri, tra i fondatori dell’iniziativa con Antonio Scotti, Marco Costantino e Antonio Spera. «Siamo partiti nel 2015. Era l’anno dell’Expo a Milano, si parlava tantissimo di cibo ma soprattutto in chiave estetica. In quei mesi incrociammo i dati sullo spreco alimentare: erano spaventosi. Rimanere indifferenti a quei numeri era praticamente impossibile. Uno su tutti: il 27% dei terreni agricoli nel mondo sono utilizzati per produrre cibo che diventa spazzatura. Se lo spreco alimentare fosse un Paese sarebbe il terzo produttore di CO2 dopo Stati Uniti e Cina. L’acqua che viene utilizzata in un anno per produrre il cibo sprecato, è 5 volte il lago di Garda. Come fai a non interrogati sui tuoi stili di vita? Questa cosa ci ha scosso e abbiamo capito che dovevamo attivarci».
Combattere lo spreco alimentare nel mondo è una grande utopia. Combattere lo spreco alimentare partendo dalla propria città è un’utopia più piccola, ma realizzabile. «Abbiamo guardato alla nostra Bari», dice Ranieri, «per capire come “lo spreco” di alcuni potesse trasformarsi “nel sogno” per altri. E abbiamo contattato tutte le realtà che si occupano di contrastare la povertà alimentare nel territorio».
Avanzi popolo inizia come un progetto, non un soggetto giuridico. Solo dopo si costituisce in un’associazione “Farina 080 onlus” di cui Ranieri ricopre il ruolo di presidente. «080», spiega, «è il prefisso di Bari. Farina perché è davvero “tutta farina del nostro sacco”».
Ma come funziona il progetto? L’obiettivo è la costruzione di canali di contatto tra i luoghi dove si produce lo spreco (famiglie, dettaglianti, ristoratori, produttori e grande distribuzione) e i luoghi del bisogno (mense di carità, enti, parrocchie ed associazioni che si occupano di supporto ai meno abbienti).
«Mettiamo in relazione gli enti di carità che operano sul territorio con le persone e imprese che hanno cibo in eccedenza», spiega Ranieri, «avendo cura che il cibo possa compiere il tragitto più corto possibile dal donatore al beneficiario. Con questa logica d’azione abbiamo raccolto, tra le altre cose, le eccedenze alimentari di diversi banchetti matrimoniali. Lo sforzo è quello di cercare di avvicinare, quanto più possibile, il cibo che rischia di essere sprecato con l’associazione e l’ente di carità più prossimo alla sala. Ovviamente, noi curiamo la comunicazione con gli sposi, le sale ricevimenti (con le quali vengono stabilite modalità di gestione e conservazione del cibo) fino al raccordo con la rete dei volontari».
Dal 2015 ad oggi con il progetto sono stati recuperati oltre 26.500 chilogrammi di cibo. «Ciò ci ha permesso», continua Ranieri, «di costruire una comunità sempre più larga e orientata verso comportamenti sostenibili. Abbiamo messo in contatto 138 donatori con 49 enti di carità».
Avanzi 2.0 fa anche campagne di raccolta di generi ortofrutticoli che rischiano di rimanere incolti perché in avanti con la maturazione e, quindi, con tempi di gestione molto corti. «Abbiamo attivato due biciclette dotate di un piccolo carrello che stanno girando in due quartieri della città di Bari raccogliendo le eccedenze alimentari di tanti piccoli esercizi commerciali: panifici, fruttivendoli, bar, pasticcerie, negozi biologici, salumerie di quartiere. Le eccedenze raccolte vengono poi redistribuite nel quartiere stesso, coinvolgendo gli sportelli Caritas che si occupano di contrasto alla povertà. Un’azione che sta coinvolgendo sempre più volontari e che ha attirato anche l’attenzione dell’Associazione sportiva Pattinatori di Bari che si è offerta per accompagnare la bicicletta nel recupero settimanale delle eccedenze».
E si è dotata di un servizio di Foodsharing: «In parallelo all’attività di recupero di cibo su larga scala, è stata realizzata una piattaforma web che, per la prima volta in Puglia, permette di testare il foodsharing, una pratica assai diffusa in Europa che offre uno strumento rapido e innovativo a chiunque abbia voglia donare il cibo in una logica one-to-one. Lo spreco investe soprattutto le piccole quantità di alimenti e il foodsharing offre una prospettiva di condivisione che non è soltanto mirata al contrasto della povertà, ma anche alla costruzione di pratiche sempre più sostenibili ed inclusive. Una soluzione innovativa per chi sa di non poter consumare un prodotto e non vuole che finisca in pattumiera. Basta inserire qualsiasi cibo o bevanda non scaduta e non trasformata e un altro utente stabilirà un contatto con te e, in forma del tutto gratuita, potrete scambiarlo»
Ma il contrato dello spreco alimentare passa anche per la sensibilizzazione: «Tra le varie attività abbiamo promosso: l’iniziativa “L’Orto dei Popoli” (finanziato dal Comune di Bari) per la realizzazione di un orto biologico con un gruppo di 25 bambini tra 6 e gli 11 anni insieme ad alcuni laboratori sull’educazione alimentare e sugli stili di vita sostenibili; il progetto “School Sharing” (sostento dalla Fondazione Megamark) per la realizzazione di un percorso didattico all’interno di una scuola primaria e secondaria inferiore sulla lotta agli sprechi alimentari e la condivisione del cibo attraverso l’attivazione di una dispensa solidale». L’Associazione Farina 080 onlus gestisce un Emporio solidale all’interno del centro polifunzionale “La Casa delle Bambine e dei Bambini” destinato a 50 famiglie baresi ed è una delle organizzazioni promotrici del progetto “Frigo Solidale” (finanziato dalla Fondazione con il Sud) per l’attivazione di 7 frigoriferi solidali all’interno della città di Bari e provincia.
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