Formazione

EduChange, le best practice di Aiesec Italia nelle scuole

Attraverso questo progetto, le scuole primarie e secondarie di I e II grado hanno la possibilità di accogliere per sei settimane volontari internazionali, che partecipano alla didattica con training e workshop in inglese mirati a sensibilizzare gli studenti ai Sustainable Development Goals. Dal suo inizio, nel 2011, EduChange ha coinvolto 1500 volontari provenienti da 120 Paesi in tutto il mondo

di Cristina Barbetta

Sensibilizzare agli obiettivi di sviluppo sostenibile, alla multiculturalità e alla diversità. Questo il tema chiave del progetto EduChange di Aiesec Italia, attraverso il quale le scuole italiane primarie e secondarie di I e II grado hanno la possibilità di accogliere per sei settimane volontari internazionali, che partecipano attivamente alla didattica attraverso training e workshop in inglese.

Dal 2016 Aiesec collabora con l’Onu per la promozione dell’agenda 2030 e il raggiungimento dei 17 obiettivi di sviluppo sostenibile (SDGs). In particolare questo progetto vuole essere il contributo di Aiesec – la più grande organizzazione al mondo di studenti universitari- al Global Goal numero 4 delle Nazioni Unite-Istruzione di Qualità, che mira a garantire un’istruzione inclusiva per tutti e a promuovere opportunità di apprendimento eque e di qualità.

«Tutti i progetti di Aiesec sono allineati ai SDGs», spiega Fernando Alves, 20 anni, volontario internazionale di EduChange dal Brasile, «per esempio, oltre all’Italia, in Brasile abbiamo un progetto che è allineato al SDG n. 13, “climate action”, in Perù hanno un progetto che è allineato al SDG n. 5, “uguaglianza di genere”».

Continua Daniel Abreu, 23 anni, volontario internazionale dal Brasile: «Cerco sempre di mostrare agli studenti che questi obiettivi di sviluppo sostenibile non sono qualcosa di utopico, di impossibile da raggiungere, ma al contrario quello che io faccio rientra nell’obiettivo n. 4-Istruzione di Qualità. Nessuna delle classi conosceva i SDGs prima che io venissi, così sto cercando di introdurli e penso che stiano capendo l’importanza di credere che possiamo raggiungere questi obiettivi».

EduChange è attivo dal 2011 e dal suo inizio ha coinvolto circa 1500 volontari. «L’anno scorso» spiega Federica Di Iulio, responsabile del progetto a livello nazionale per l’anno 2018, «i volontari che hanno aderito al progetto sono stati 600. I ragazzi, universitari dai 18 ai 30 anni provengono da 120 Paesi al mondo e principalmente da Brasile, Colombia, Messico , Georgia, Russia , India, Turchia, Cina, Egitto, Grecia, Portogallo, Germania. Nel 2017 360 scuole hanno richiesto di aderire al progetto, sul territorio di Milano 16 scuole. Le scuole che stanno attualmente ospitando il progetto a Milano sono 18».

Il progetto vuole contribuire a migliorare il sistema educativo italiano. Spiega Daniel Abreu: «EduChange è positivo sia per gli studenti sia per le scuole perché porta un punto di vista diverso, che è ciò che manca alla scuola italiana. Quest’ultima è molto severa, molto concentrata su libri, esercizi e lezioni e non permette agli studenti di pensare diversamente o di avere contatto con diversi luoghi nel mondo. Penso che il sistema educativo italiano abbia bisogno di aprire le menti, di essere più aperto alle opportunità e al mondo. In questo senso EduChange sta portando un buon miglioramento all’educazione italiana».

La realizzazione del progetto EduChange è possibile in tutta Italia con il supporto di Aiesec attraverso le sue sedi territoriali.

Aiesec si occupa della selezione, formazione e accoglienza dei volontari e garantisce supporto alla scuola durante l’intera permanenza. Alla scuola è richiesto il supporto per la ricerca di famiglie ospitanti, un feedback costante per migliorare la relazione di EduChange e la corresponsione della quota di partecipazione come da contratto.

«L’obiettivo del progetto» spiega Federica Di Iulio, «è dare l’opportunità alla scuola italiana di ospitare dei ragazzi che non sono degli insegnanti ma dei volontari, perché portino una prospettiva internazionale all’interno delle nostre classi. I ragazzi non fanno lezioni di inglese» continua Di Iulio «ma parlano in inglese della propria tradizione, della propria cultura, del proprio Paese e sensibilizzano gli italiani alla tematica della sostenibilità».

Le caratteristiche che i ragazzi volontari internazionali devono avere è: un’età compresa tra i 18 e i 30 anni, una conoscenza ottima della lingua inglese e possibilmente la conoscenza di una seconda lingua e l’allineamento ai valori di Aiesec.

Che opportunità crea EduChange per i giovani volontari?: «Un’opportunità tutta nuova di sfidarti e di conoscerti meglio», spiega Fernando Alves, che descrive l’esperienza con EduChange come «una bella sfida, perchè gli studenti non capiscono tutto quello che dico, e quindi devo imparare molte parole in italiano, e un’esperienza interessante, perché ho molte discussioni con loro sulla politica, sui problemi dei rifugiati, sui problemi dell’Italia e del Brasile. È molto stimolante».

Il progetto EduChange, che è portato avanti da Aiesec autonomamente, senza l’ausilio di altre organizzazioni, ha il patrocinio del Ministero dell’Istruzione, «che ci è servito tantissimo a raggiungere sempre più scuole, ha consentito a più istituti italiani di ospitare i nostri volontari», conclude Federica Di Iulio.

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