Formazione

Ma anche lo Stato non supera gli esami

L’80% delle coppie intervistate ritiene che l’ente pubblico faccia poco per le coppie, il 64% chiede aiuti per poter accedere ai servizi privati.E più flessibilità sul lavoro

di Redazione

Politiche sociali e famiglie: un “matrimonio” ancora infelice, secondo le 600 giovani coppie interpellate dai ricercatori della Cattolica.Oltre l?80% degli intervistati, infatti, ritiene che lo stato ?dovrebbe sostenere la famiglia molto più di quanto faccia ora?. Non solo. L?84% dei genitori è convinto del fatto che gli enti pubblici diano poche informazioni sui servizi che forniscono.«I genitori desiderano interventi di sostegno che vadano nel senso di migliorare la qualità della vita, di ampliare la libertà di scelta», spiega Donatella Bramanti, del Centro Studi e Ricerche sulla Famiglia dell?Università Cattolica. «Solo in seconda battuta chiedono la creazione di nuove strutture e servizi». Quanto al rapporto coi servizi già attivi, non si può dire che le giovani coppie con figli rifiutino di farsi coinvolgere in prima persona. Il 64% degli intervistati, infatti, ha dichiarato che per migliorare i servizi sociali e sanitari ?è importante che le famiglie partecipino agli incontri organizzati dal comune o dalle associazioni?. L?orientamento partecipativo non esclude, però, un atteggiamento critico. Il 37% dei genitori, infatti, è concorde nel sostenere che esista un problema di comunicazione tra famiglia ed enti pubblici e il 64% chiede allo stato un aiuto economico per usare i servizi privati nelle situazioni in cui quelli pubblici non funzionano. Secondo il 35% di loro, addirittura, sarebbe meglio trasformare i servizi sociali pubblici in privati, elargendo alle famiglie le risorse economiche necessarie a pagarli. Dalla ricerca emerge quindi non tanto la mancanza di servizi per l?infanzia quanto la carenza di una serie di aiuti, agevolazioni e sostegni che possono migliorare la qualità della vita dei minori e delle madri. Un sostegno che i giovani genitori traducono nella richiesta di sgravi fiscali e di una maggiore flessibilità dell?organizzazione del lavoro. Ma non tutti la pensano così. In controtendenza rispetto ad un orientamento che punta l?accento sulla centralità della famiglia, il 22,6% degli intervistati condivide un?ottica ?familista? e afferma che ?di fronte ad una necessità non bisogna mai ricorrere ad aiuti esterni al nucleo familiare?. Interrogati sulla scelta tra scuola privata e pubblica, infine, solo il 18% dei genitori ha rivelato ha un atteggiamento antistatalista, affermando che ?quando una famiglia può permetterselo è meglio che mandi i figli in scuole private?.


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