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Camera: un Garante dei minori contro la pedofilia

Lo suggerisce il documento conclusivo dell'indagine condotta sulla pedofilia dalla Commissione Bicamerale per l'infanzia votato nella seduta svoltasi martedi' 16 luglio

di Redazione

Sulla base delle esperienze realizzate in Veneto, in Friuli Venezia Giulia, in Piemonte e in Puglia che hanno varato specifiche leggi regionali, si può puntare anche a livello nazionale ad istituire un Garante per l’Infanzia che dedichi particolare attenzione ai problemi di contrasto della pedofilia. Lo prevede il documento conclusivo dell’ampia indagine condotta in materia di pedofilia dalla Commissione Bicamerale per l’infanzia votato nella seduta svoltasi martedi’ 16. La stessa Commissione – e’ detto nella parte finale del documento – si riserva di valutare funzioni e compiti dei garanti regionali o difensori civici per l’infanzia definendo, in una legge quadro, i rapporti con la stessa Commissione, con l’Osservatorio nazionale per l’infanzia e l’adolescenza e con il Centro nazionale di documentazione operante in materia. Il documento approvato, malgrado le riserve espresse da vari deputati di opposizione secondo i quali non si e’ andati molto oltre quanto gia’ discusso in merito nella scorsa legislatura, fa esplicito riferimento sia ai problemi connessi alla diffusione di immagini pedopornografiche attraverso Internet, sia alle esigenze di prevenzione e di cura nei confronti del soggetti giudicati colpevoli di questo reato. In particolare per quanto riguarda Internet si ritiene opportuno prevedere che i provviders abbiano l’obbligo di conservare per cinque anni i file log e che si dotino di codici di autoregolamentazione il cui rispetto sia assicurato attraverso la vigilanza ministerialee con provvedimenti sanzionatori dei casi di violazione fino alla revoca dell’autorizzazione all’esercizio dell’attivita’. La Commissione propone anche modifiche al codice di procedura penale nel senso che la comunicazione della notizia di reato che offenda la liberta’ personale del minore sia fatta al Procuratore della Repubblica presso il tribunale per i minorenni e non al tribunale. Si propongono poi misure preventive verso gli autori del reato prevedendo la possibilita’ di essere ammessi a trattamenti (psicoterapeutici, neuropsichiatrici o farmacologici) non solo per quanti siano stati condannati per reati di pedofilia, ma anche per gli indagati nel corso delle indacini preliminari accentuando cosi’ la prevenzione. Per i soggetti condannati si ritiene opportuno introdurre l’obbligo della comunicazione al magistrato di sorveglianza della propria residenza o dimora per 5 anni una volta espiata la condanna. Per contrastare il disagio minorile la Commissione propone poi, pur nel rispetto dell’autonomia scolastica, di introdurre nelle scuole equipes interdisciplinari composte da un pediata, uno psicologo ed un assistente sociale con il compito di concordare con il dirigente scolastico ed i docenti le iniziative idonee ad eliminare ogni situasione di rischio ed effettuare incontri con le famiglie.

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