Famiglia

Meeting S.Rossore: biodiversità a tema

Piante rare e agricoltura di custodia protagonisti della giornata conclusiva di ieri. Oltre 1.000 presenze per giornata. La soddisfazione di Martini

di Giampaolo Cerri

Si è concluso ieri con un inno alla biodiversità il Meeting “From global to glocial”, organizzato dalla Regione Toscana nel Parco di S.Rossore. Ieri, giornata dedicata all’alimentazione, si è parlato di argan, senape, lenticchia: tre piante simbolo della lotta alla globalizzazione, tre esperienze che dal Marocco all’India e alla piccola isola di Ustica dimostrano come dalla difesa di una coltivazione tradizionale possa nascere un modello di un’alternativa possibile. Un modello che vede le donne protagoniste nel recupero di tradizioni antiche con profonde radici nel territorio. Zubida Charruf, ricercatrice dell’Università di Rabat in Marocco, ha parlato della riscoperta e della valorizzazione di una coltivazione antica, quella dell’argan, praticata da sempre dalle donne berbere del sud-ovest del Marocco, che ha rischiato di sparire per colpa dell’avanzare del deserto e della sostituzione con colture più redditizie. Dall’albero di argan si ottiene un olio con molte proprietà cosmetiche, terapeutiche e alimentari che veniva estratto e prodotto in modo artigianale dalle comunità locali. Oggi in alcuni paesi sono nate delle cooperative che hanno realizzato un cospicuo giro di affari e dato lavoro a centinaia di donne, contribuendo a rivitalizzare dal punto di vista socio-economico una zona depressa e a ripristinare la superifice boschiva perduta. Si chiama olio di senape il simbolo della riscossa delle donne indiane contro lo strapotere dell’industria alimentare che in India ha favorito, negli ultimi anni, la commercializzazione di altri tipi di olio. Ne ha parlato Maya Jani, direttore della fondazione indiana Navdanya. “Dal seme di questa senape si ricava un olio utile per la cucina e utilizzato anche in medicina. Ma oggi questa pianta, caratteristica anche per il colore e tratto tipico del paesaggio di alcune zone dell’india, rischia oggi di sparire”. Per difenderlo l’associazione Nvdanya ha promosso una campagna che parte proprio dalla riscoperta delle antiche ricette locali e fa leva soprattutto sull’impegno delle donne indiane. Analoga la vicenda della lenticchia di Ustica, piccolo legume fino a qualche anno fa destinato a una rapida estinzione. Di questa storia ha parlato Margherita Longo, spiegando come la riscoperta e la valorizzazione di questa coltura, che produce una varietà di lenticchie piccolissime, scure e particolarmente saporite, ha contribuito, grazie all’iniziativa di Slow Food, a ridare identità al paesaggio e al territorio dell’isola, a creare nuovi posti di lavoro per i giovani della zona e a far capire che un nuovo modello di sviluppo, non eterodiretto ma strettamente legato alle produzioni tipiche e alle tradizioni locali, è possibile e praticabile. Nella giornat di ieri si è anche parlato di come recuperare e rilanciare le produzioni locali, e riscoprire la transumanza, la migrazione degli animali selvatici. Due modi per salvaguardare il patrimonio alimentare, ambientale, culturale del proprio territorio. Ne hanno parlato nella sessione del pomeriggio, dedicata ai ?casi dei produttori?, Viviano Venturi, dell?Associazione Agricoltori Custodi, e Jesus Garzon, agricoltore spagnolo. Cosa sia l?Associazione Agricoltori Custodi si intuisce facilmente. ?E? nata tre anni fa per recuperare il germoplasma locale, il seme che conservi i caratteri genetici originali ? spiega Venturi ? Siamo partiti dal Valdarno aretino, poi ci siamo allargati a tutta la Toscana. Abbiamo contattato produttore per produttore per vedere quello che seminava. In un primo tempo i produttori erano diffidenti, gelosi del loro seme, poi orgogliosi?. In questo modo gli Agricoltori Custodi hanno censito circa 200 prodotti a germoplasma locale. ?Vorremmo rimettere in coltivazione su scala più vasta alcuni di questi prodotti ? dice Venturi – Se rendiamo la coltivazione economicamente valida, la produzione è salva?. E? quello che è già stato fatto, per esempio, per il fagiolo zolfino e il pollo del Valdarno. E ora gli Agricoltori Custodi accarezzano un altro progetto, ancora più complesso: la conservazione dell?identità delle vecchie ricette. In Spagna, invece, gli agricoltori sono riusciti a salvaguardare la transumanza del bestiame. ?In maggio la campagna si secca ? spiega Jesus Garzon ? e quindi gli animali selvaggi migravano da sud a nord, spostamenti dai 600 agli 800 chilometri, per poi tornare indietro a novembre?. Dagli anni ?60-?70, a causa della trasformazione dell?ambiente, le autostrade, i camion, la transumanza ha cominciato a scomparire. ?Il nostro progetto per conservare la biodiversità è cercare di preservare la transumanza?, dichiara Garzon. E? nato così un programma di sostegno ai pastori, e la realizzazione di sentieri lungo i quali il bestiame può muoversi beneficiando di tutto ciò che offre la natura. “In questo modo ? informa fiero Jesus Garzon ? negli ultimi 15 anni siamo riusciti a far muovere 50.000 capi di bestiame?. La seconda edizione del Meeting ha fatto registrare oltre 1.100 presenze sia il primo che il secondo giorno del meeting, con oltre 70 interventi nel corso delle due giornate. Trdici i Paesi di provenienza dei relatori e oltre 60 i giornalisti accreditati. “Questo meeting cammina ormai con le sue gambe”, ha detto il presidente delle Regione, Claudio Martini


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