Mondo

Africa: Burundi, oltre 200 morti in scontri

Ribelli hutu all'attacco contro il governo di transizione. Domani in Tanzania i colloqui per una tregua

di Giampaolo Cerri

Grandi Laghi ancora insanguinati. Almeno 231 morti, tra cui 12 soldati, sono il bilancio degli scontri avvenuti dal 7 luglio a oggi in Burundi dopo che i ribelli hutu hanno lanciato una nuova offensiva contro il governo di transizione di Bujumbura. I ribelli delle Forze per la difesa della democrazia (Fdd) di Pierre Nkurunziza hanno perso complessivamente 219 uomini, secondo il colonnello Augustin Nzabampena. Il bilancio dei combattimenti e’ stato fatto alla vigilia dei colloqui per una tregua, che inizieranno domani a Dar es-Salaam in Tanzania prima con l’Fdd e poi, dal 23 al 27 luglio, con le Forze nazionali di liberazione (Fnl). Ambedue le organizzazioni chiedono negoziati diretti con le forze armate – in mano all’etnia tutsi – e non con l’esecutivo. Il presidente del Burundi Pierre Buyoya aveva detto ieri che questi colloqui saranno seguiti, prima della fine del mese, da un vertice dei capi di stato e di governo della regione. Il conflitto dura ormai da nove anni, durante i quali vi sono state circa 200 mila vittime. Oltre un milione e mezzo di burundesi (su una popolazione di 6 milioni) hanno lasciato le loro case scappando nei Paesi vicini, per lo piu’ Tanzania e Congo. La guerra civile e’ continuata nonostante la formazione di un governo misto di transizione tutsi-hutu nel novembre scorso. Stando alle ripetute accuse del governo di Bujumbura, funzionari della Tanzania hanno aiutato i ribelli a predisporre basi oltreconfine. Fatto negato dalle autorità di Dar es-Salaam, ma confermato da diplomatici e analisti.


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