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Si chiamava Josef, aveva sei mesi e veniva dalla Guinea
Tra i morti dell'ultimo naufragio avvenuto nel Mediterraneo centrale c'è Josef: aveva sei mesi e veniva dalla Guinea. "Avevamo chiesto per lei e per altri casi gravi un'evacuazione urgente, da effettuare tra breve, ma non ce l'ha fatta ad aspettare. Siamo addolorati" scrive Open Arms che al momento ha a bordo 257 persone e cinque corpi. Il piccolo Josef verrà sepolto nel cimitero di Lampedusa. Il parroco Don Carmelo La Magra scrive: "Ci vediamo in cielo dove saremo bambini per sempre"
Si chiamava Joseph, aveva solo sei mesi e veniva dalla Guinea. Tra i morti del naufragio dell'11 novembre nel Mediterraneo centrale con centinaia di corpi in mare c'è anche lui che viaggiava con la sua mamma, sopravvissuta. Nella foto scattata a bordo il piccolo è tenuto in un braccio da un soccorritore di Open Arms bardato di visiera e con due mascherine protettive. Una foto drammatica che testimonia quanto sta avvenendo nel Mediterraneo centrale in tempi di pandemia, con una sola nave della società civile libera di soccorrere e con una sola motovedetta della capitaneria di porto di Lampedusa, poi si è aggiunto un elicottero, che si dirige sul posto, constatata «l'indisponibilità di assetti operativi degli Stati vicini che potevano utilmente intervenire», come si legge in un comunicato della stessa Guardia Costiera.
Open Arms insieme ai medici di Emergency che si trovano a bordo della nave hanno cercato di fare il possibile per salvare quante più vite umane. «Nonostante gli enormi sforzi dell'equipe medica una bimbo di 6 mesi è venuto a mancare a causa del naufragio. Avevamo chiesto per lui e per altri casi gravi un'evacuazione urgente, da effettuare tra breve, ma non ce l'ha fatta ad aspettare. Siamo addolorati», ha scritto Open Arms che ha a bordo il team medico di Emergency. Insieme hanno sperato fino all'ultimo per Josef.
Oggi il giorno dopo il naufragio Open Arms ha deciso di pubblicare in un video uno dei momenti più drammatici della fase dei soccorsi. Nel rib di salvataggio della Ong insieme ai soccorritori si vede una madre disperata che urla: «I lost my baby. Ho perso il mio bambino».
Qui la ricostruzione di quanto accaduto con la testimonianza di Riccardo Gatti, presidente di Open Arms Italia che aveva spiegato ad evento appena accaduto «Stiamo cercando di portare a termine le operazioni di soccorso, con al momento circa 100 persone che sono finite in acqua. Il gommone su cui viaggiavano da un paio di giorni queste persone si è sfondato e noi purtroppo siamo sul posto da soli, due lance rapide, sei soccorritori, a bordo della nave ci cerca di fare il posisblie. Ancora sappiamo il numero esatto delle vittime. Questo ennesimo naufragio dimostra quando sia necessario un’operazione congiunta immediata a livello europeo, riprendere il soccorso in mare come si faceva, il bisogno immediato di corridoi umanitari».
Open Arms a seguito del naufragio, dopo aver cercato di salvare quante più vite possibili ha appena ultimato il soccorso di un’altra imbarcazione con 65 persone a bordo. «Una giornata lunga e drammatica, verrà il momento per il dolore, ora continuiamo a salvare vite», scrive l'Ong che al momento ospita 257 persone e i corpi senza vita di cinque esseri umani.
A seguito del naufragio la Guardia costiera italiana ha trasferito a bordo di un suo elicottero le persone in più gravi condizioni di salute, tre di loro sono state portate in ospedale a Malta. Il corpo del piccolo Josef verrà sepolto al cimitero dei migranti di Lampedusa.
"Ci vediamo in cielo dove saremo bambini per sempre" ha scritto il parroco dell'isola Don Carmelo La Magra in un post su Facebook.
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