Welfare

Senza dimora, il food truck di Progetto Arca porta in strada i pasti caldi

Presentata la cucina mobile della Fondazione che dalla prossima settimana accompagnerà le Unità di strada. L’idea nata durante il primo lockdown, prende il via proprio in occasione del secondo confinamento per sostenere le persone fragili che vivono in strada e che non hanno accesso a cibo caldo. L’assessore comunale alle Politiche sociali e abitative Gabriele Rabaiotti parla dell'imminente Piano freddo

di Antonietta Nembri

Un'idea che Alberto Sinigallia, presidente di Fondazione Progetto Arca sta sognando da mesi. Da quando nel pieno delle prima emergenza sanitaria da Covid si era trovato nell’impossibilità di garantire un pasto caldo alle centinaia di persone senza dimora che vivevano in strada. Durante il primo lockdown le mense per i poveri avevano dovuto chiudere, come tutto in città. Il progettosabato 7 novembre, in piena seconda ondata della pandemia è diventato realtà: il servizio di cucina mobile per distribuire pasti caldi a chi vive nelle strade di Milano. Un food truck che dalla prossima settimana accompagnerà le Unità di Strada di Progetto Arca che lavorano in rete con il Casc (Centro aiuto stazione Centrale) del Comune di Milano nell’assistenza alle persone senza dimora.


Da sinistra, Rabaiotti, Sinigallia, Bettera, Magnelli. In basso l'assessore con il presidente di Progetto Arca


«Un’iniziativa bella e utile», l’ha definita l’assessore alle Politiche sociali e abitative del Comune di Milano, Gabriele Rabaiotti, presente in piazza Duca d’Aosta, davanti alla stazione centrale di Milano, per la presentazione del food truck di Progetto Arca. «Questa iniziativa migliora la qualità di un servizio che in città ha già raggiunto un buon livello di risposta, riuscendo a fornire un piatto caldo e una dieta più equilibrata ai senza dimora. Quel piatto rappresenta anche un’occasione per poter scambiare due parole, informare dei servizi offerti e cercare di convincere queste persone ad utilizzare le strutture che, come ogni anno, a breve verranno attivate per il Piano freddo». L’assessore ha anche annunciato alcune novità del prossimo Piano freddo che prenderà il via a fine novembre e che sarà in grado di accogliere circa 1600/1700 persone. «Stiamo predisponendo 12 posti letto in Fulvio Testi per le persone che sono in strada (tra 350 e 400 i cosiddetti irriducibili che non accettano di recarsi nei dormitori – ndr.) o nelle strutture che risultassero positive e sintomatiche». Da parte dell’assessore un plauso anche alla rete delle realtà e dei servizi sul territorio di cui la nuova cucina mobile di Progetto Arca è un ulteriore tassello.

Nata dall’esperienza maturata sul campo, da operatori e volontari di Progetto Arca, durante questo anno di emergenza sanitaria, sociale e alimentare che ha imposto una chiusura forzata di numerosi servizi a sostegno delle persone fragili senza dimora la cucina mobile sarà un’ulteriore occasione per incontrare che vive in strada. A questo si aggiunge la necessità di fornire un apporto nutrizionale sano ed equilibrato a coloro che non hanno i mezzi e la possibilità per accedere o prepararsi un pasto caldo e completo.

«Un piatto caldo donato come gesto di cura e attenzione è il modo più diretto, sincero e accogliente per entrare in contatto con una persona, per dirle che si può fidare di te e per cominciare a instaurare un dialogo» racconta Alberto Sinigallia. Che sottolinea anche come dopo mesi in cui per le persone senza dimora era diventato molto difficile avere un pasto caldo «abbiamo deciso di portare un pasto caldo lì dove c’era il bisogno. Un’idea semplice che credo avrà successo. La base di tutte le nostre attività e servizi dedicati alle persone senza dimora è la vicinanza e il sostegno concreto in risposta a un bisogno primario, proprio come è il cibo: un diritto fondamentale di ogni essere umano, con un importante valore di relazione. Un pasto caldo, sano e buono è il primo passo verso una presa in carico piùstrutturata della persona fragile, avviandola poi a un recupero della sua vita».



Sopra il contenuto dei kit che saranno distribuiti insieme al pasto caldo dalle UdS, in basso la distribuzione in piazza Duca d'Aosta


La Cucina Mobile consiste in un food truck dotato di fornelli, forno e bollitori, che seguirà le Unità di strada di Progetto Arca in particolare durante i mesi più freddi, consegnando per ora 120 pasti caldi cucinati al momento (potenzialmente si potrebbe arrivare a oltre 400 pasti giorno), ogni sera per 5 giorni a settimana, con proposte diversificate per un apporto nutrizionale adeguato in termini di quantità e qualità.
Insieme al pasto caldo, i volontari consegneranno a chi incontreranno in strada anche un sacchetto contenente cibi confezionati per gli altri due pasti (colazione e pranzo) della giornata successiva. Il pranzo è in una confezione auto-riscaldante. Il servizio garantisce, insieme alla consegna dei pasti, anche dei momenti di dialogo con operatori qualificati, necessari a orientare le persone in difficoltà e senza riparo ai servizi assistenziali e sanitari sul territorio. La relazione di fiducia che ne deriva sarà la base per un auspicato percorso di accoglienza e reinserimento sociale. Nelle UdS sono presenti anche medici e infermieri «Dobbiamo stare attenti a che non si creino dei focolai in strada», conclude Sinigallia non prima di ringrazia i partner che hanno permesso di mettere in campo il nuovo servizio « Banco Alimentare della Lombardia, con cui collaboriamo da 26 anni, e a Fondazione Banca del Monte di Lombardia e Unione Buddhista Italiana».

«Questo progetto si inserisce all’interno di una partnership solida e ben strutturata con Fondazione Progetto Arca» afferma Marco Magnelli, Direttore di Banco Alimentare della Lombardia che ha ricordato come questa nuova iniziativa è un ulteriore tassello di quanto viene portato avanti sul territorio. «Da anni collaboriamo per dare una risposta concreta ed univoca al bisogno e oggi, a fronte dell’emergenza legata alla pandemia, siamo ancora più uniti per dare aiuto alle persone in difficoltà», ha concluso Magnelli che ha sottolineato il valore delle progettualità «condivise tra pubblico, privato sociale e anche privato profit».


«La Cucina Mobile concretizza la nostra volontà di operare in rete con chi è impegnato in prima fila ogni giorno là dove l’emergenza e la sofferenza richiedono un aiuto non derogabile» dichiara Stefano Bettera dell'Unione Buddhista Italiana. «Il nostro supporto a questa iniziativa è anche un modo di portare testimonianza, di riconoscere un bisogno di dignità troppo spesso dimenticata e rispondere con un’azione capillare, concreta e davvero efficace. Il frutto di questo modello che vede lavorare insieme grandi organizzazioni religiose con altre realtà del Terzo settore è un modello di intervento nella città».

Oltre al cibo caldo che sarà distribuito dalla prossima settimana le UdS distribuiranno in vista dei mesi più freddi sacchi a pelo e zainetti contenenti kit igienici, di vestiario e di intimo per uomo e donna. Dopo la presentazione alla stampa, in anteprima il food truck ha distribuito pasti caldi ai senza dimora presenti nella zona della Stazione centrale e i volontari delle Uds presenti hanno distribuito il primi sacchi a pelo e kit.


Tutte le immagini sono di ©Daniele Lazzaretto

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