Cultura

Genova: un anno dopo a Boccadasse si torna a pregare

A un anno dal G8, il 20 luglio, vogliamo invitarvi a tornare a Boccadasse per pregare ancora insieme

di Redazione

Lo scorso anno i rappresentanti delle Commissioni di Giustizia, Pace e Integrità del Creato di una grande coalizione di Congregazioni Religiose Internazionali promossero durante i giorni del G8 di Genova una due giorni di preghiera e digiuno per chiedere ai governi la totale cancellazione del debito estero dei paesi del Sud del mondo. La chiesa francescana di Boccadasse nei giorni 20 e 21 luglio divenne uno spazio sacro di riflessione, preghiera, digiuno. Preghiera come grido dei poveri e degli oppressi che giudicano e interpellano il nostro stile di vita, grido che si innalza a Dio per ottenere conversione e giustizia. Digiuno come riflessione critica sul nostro stile di vita, solidarietà sofferta con i poveri, denuncia forte e chiara contro le logiche di ingiustizia e sfruttamento che condannano 800 milioni di persone alla fame, alla malattia, all’analfabetismo. Per come andarono le cose a Genova in quei giorni, dovemmo aggiungere un altro motivo di preghiera e riflessione: l’esplosione della violenza. Violenza e nonviolenza sono stati i temi che abbiamo approfondito durante questo anno con il gruppo genovese che colloborò all’organizzazione di Boccadasse. A un anno dal G8 vogliamo invitarvi a tornare a Boccadasse per pregare ancora insieme – per ricordare che per la cancellazione del debito estero dei paesi del sud del mondo è stato fatto molto poco – per dirci cosa concretamente, oggi, noi possiamo fare per cambiare un sistema che arricchisce pochi e affama i più – per educarci, alla scuola di San Francesco di Assisi e di altri maestri e testimoni, ad un atteggiamento creativo e nonviolento e opporci all’idea che i conflitti vadano risolti con la violenza e la guerra – per invocare la riconciliazione a ogni livello, da quello interiore a quello tra nazioni, in una città ancora turbata dagli eventi dello scorso anno – per riconoscerci nelle diversità e contrapposizioni e diventare capaci di dialogo e ascolto. La preghiera inizierà, come lo scorso anno, con un omaggio all’Africa, il continente più martoriato e più dimenticato (canti e musica dal Burundi e testimonianza di un missionario della Società delle Missioni Africane). Seguirà un momento di preghiera interreligiosa accompagnato da musica e canti della tradizione ebraica. Il secondo momento sarà animato con canti di Taizé e preghiere dei rappresentanti delle tre confessioni cristiane (ortodossa, protestante, cattolica). Ci guideranno nella preghiera gli interventi di alcuni testimoni, tra cui un missionario in India, un rappresentante della Caritas Genovese, probabilmente Ernesto Olivero del Sermig. La conclusione sarà nel segno di san Francesco, maestro di dialogo e di nonviolenza. Dal pomeriggio di sabato, negli spazi circostanti la chiesa saranno proposte occasioni di informazione sui temi del debito estero, in collaborazione con la campagna Sdebitarsi e con il Comitato Diocesano Giustizia e Solidarietà, della nonviolenza e dei diritti umani, in collaborazione con numerose associazioni locali e nazionali. L’appuntamento è per sabato 20 luglio, h 21 ? 24 nella chiesa francescana di S. Antonio di Boccadasse.


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