Welfare

Bielorussia, con il nuovo protocollo ci sarà una lista ogni anno

La novità del nuovo protocollo d'intesa fra Italia e Bielorussia è che viene definito un iter annuale per la presentazione delle liste, con tempi certi per ogni passaggio: un elenco di cittadini italiani che desiderano adottare un minore bielorusso, può essere presentato ora «entro il 1° agosto di ogni anno». Confermata la sospensione per due enti

di Sara De Carli

La Commissione Adozioni ha pubblicato il testo del nuovo protocollo di collaborazione tra la CAI e il Ministero dell’Istruzione della Repubblica di Belarus in materia di adozioni internazionali, siglato il 30 novembre 2017 a Minsk dal Ministro dell’Istruzione Igor Vasilievich Karpenko e dalla vice presidente della CAI Laura Laera. Il precedente risaliva al 2007. In quell'occasione è stata anche formalmente consegnata la lista delle famiglie italiane che desiderano adottare minori bielorussi, con le integrazioni richieste. L’Italia è l’unico Paese con cui la Bielorussia ha mantenuto rapporti in relazione alle adozioni internazionali. La lista precedente risale al 2015 e aveva portato all'adozione di 124 minori, pratiche concluse nell'estate 2017.

La nuova intesa fra la Bielorussia e la CAI prevede che (art. 3) siano solo quattro gli enti autorizzati alle adozioni: Associazione Italiana Pro Adozioni – Onlus Erga Pueros, Alfabeto, Rete Speranza, Brutia. Sono questi gli enti che «il Ministero dell’Istruzione della Repubblica di Belarus accetta». Non compaiono i nomi di altri due enti, Bambini di Chernobyl e Associazione Cicogna Amici di Chernobyl, enti per cui a fine settembre una lettera inviata alla CAI da parte dell’ambasciatore bielorusso annunciava la sospensione a partire dal 1° di ottobre 2017. Maurizio Faggioni, presidente di Bambini di Chernobyl, torna a ricordare che «quella lettera non ha il protocollo di uscita e non riporta il timbro ufficiale, è una nota. Da allora attendo una comunicazione ufficiale da parte del Ministero dell’Istruzione della Repubblica Bielorussa, sono passati tre mesi e non è arrivato nulla, e anche prima nessuno mai ci ha contestato nulla. La CAI ci ha sospeso perchè – così ci ha detto la vicepresidente – non potrebbe fare diversamente in ragione della decisione dell'autorità bielorussa. Io ho chiamato la mia referente in Bielorussia anche questa mattina, mi ha confermato che anche a lei non risultano atti di sospensione né di cancellazione nei confronti dell’ente. Ricordo che già nel giugno 2016 abbiamo avuto un provvedimento limitativo da parte di Silvia Della Monica, sempre in conseguenza di una prima lettera dell’ambasciatore bielorusso, provvedimento poi dichiarato inefficace dalla nuova CAI. Nonostante la lettera dell'ambasciatore e quel provvedimento di giugno, nel settembre 2016 il Ministero dell’Istruzione della Bielorussia ha attestato espressamente la nostra regolare autorizzazione. Di fatto non siamo operativi in Bielorussia dal luglio 2016, non possono esserci rilievi da muoverci dopo quella data, quindi… quali sono le ragioni della sospensione?». «I due enti sono sospesi, ci sono le delibere della Commissione», taglia corto la vicepresidente Laera. E le famiglie? «Nel momento in cui la lista sarà approvata, le pratiche di adozione verranno affidate dalla Commissione ad altri enti. Con la Bielorussia tutto procede per il meglio, l’auspicio di tutti è che si possa giungere nei prossimi mesi all’espletamento delle procedure adottive relative alla lista che è stata presentata».

La novità del nuovo protocollo rispetto a quelli del 2007 e del 2002 è che va a definire un iter annuale per la presentazione delle liste, con tempi certi per ogni passaggio. All’articolo 8 si parla della possibilità di presentare annualmente un elenco di cittadini italiani che desiderano adottare un minore bielorusso, «entro il 1° agosto di ogni anno», con i nomi dei minori e quelli degli aspiranti adottanti. Entro il 1° ottobre dello stesso anno la CAI, verificati i dati, trasmette alla parte bielorussa, tramite l’ambasciata, l’elenco aggiornato dei cittadini che desiderano adottare, corredato dalla lettera di garanzia sul benessere dei minori adottati, firmata dai vertici della Repubblica italiana e diretta al Presidente della Repubblica di Belarus. La differenza di età fra i genitori e il minore non può essere superiore ai 45 anni (né minore di 16 anni), con una deroga possibile solo per uno dei due coniugi. Entro tre mesi dalla ricezione dell’elenco aggiornato (quindi al massimo entro il 1° gennaio dell’anno successivo), il Centro Nazionale per le Adozioni del Ministero dell’Istruzione della Bielorussia esamina i dati, in particolare lo status giuridico per l’adozione internazionale e richiede i consensi scritti all’adozione internazionale. Nello stesso tempo, prima dell’iscrizione del minore nella lista dei bambini adottabili all’estero, il centro convoca per tramite dell’ente gli aspiranti genitori in Bielorussia per sostenere un colloquio. Al termine di queste attività l’elenco viene approvato dal Ministero dell’Istruzione e infine, entro tre giorni dall’approvazione, viene inviato in Italia, alla CAI e agli enti, tramite ambasciata. Ogni singolo minore avrà il suo certificato e i minori che abbiano compiuto 10 anni dovranno esprimere il loro consenso all’adozione internazionale. A questo punto inizia il lavoro degli enti autorizzati e la pratica di adozione, descritta negli articoli dal 14 al 19. La pratica di adozione viene esaminata dal Centro nel giro di 75 giorni dalla sua ricezione (se serve più tempo, il Centro ne deve dare notizia alla CAI).

E dopo l'adozione ? Ogni anno, per i cinque anni successivi all’adozione, gli enti autorizzati sono incaricati del controllo delle condizioni di vita e di educazione del minore e inviano alla Bielorussia (al Centro e all’Ambasciata) una relazione con traduzione in lingua russa e due foto del minore. La Bielorussia può valutare sul posto le effettive condizioni di vita dei bambini adottati e richiedere informazioni sui cittadini adottati anche quando siano divenuti maggiorenni. Il Gruppo di Lavoro italo-bielorusso si riunirà almeno una volta ogni due anni.

Photo by Eric Rothermel on Unsplash

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