Politica
Pisapia: «Europa ora tocca a te, non perdere questa occasione»
La crisi sanitaria di questi mesi è diventata una crisi economica e sociale ma, come talvolta capita, questa situazione offre all’Europa una possibilità di riscatto. Un’occasione che al momento è stata solo parzialmente colta generando speranze e parziali delusioni. I prossimi mesi saranno decisivi nella scelta tra solidarietà ed egoismi nazionali, tra i valori fondanti e i compromessi al ribasso.
“Continuare sulla strada delle contrapposizioni dell’ultimo decennio” o riscoprire “la strada della fraternità che ha ispirato i Padri fondatori”. Con queste parole Papa Francesco, il Papa venuto dalla fine del mondo, ci ricorda che “uniti si è più forti” e che bisogna rafforzare l’Europa che può – e deve – avere un ruolo decisivo in questa fase di crisi: siamo ad un bivio che segnerà il futuro non solo dell’Unione europea ma del mondo intero.
L’Europa ha fallito la prova della crisi finanziaria del 2008 quando prevalsero gli egoismi degli stati più ricchi e chi si trovava in difficoltà fu stato costretto a sacrifici che hanno avuto pesanti conseguenze sociali. Le conseguenze sono state disastrose per alcuni stati e molto negative sul piano della fiducia dei cittadini europei nei confronti dell’Unione, anche perché si è sfaldato il concetto di solidarietà, una delle architravi della costruzione comunitaria.
La crisi sanitaria di questi mesi è diventata una crisi economica e sociale ma, come talvolta capita, questa situazione offre all’Europa una possibilità di riscatto. Un’occasione che al momento è stata solo parzialmente colta generando speranze e parziali delusioni. I prossimi mesi saranno decisivi nella scelta tra solidarietà ed egoismi nazionali, tra i valori fondanti e i compromessi al ribasso.
I passi in avanti ci sono e vanno nella direzione giusta: qualche giorno fa all’Italia sono stati dati 10 miliardi di euro del fondo europeo “Sure” per finanziare la cassa integrazione per i lavoratori colpiti dalla crisi dovuta al Covid. Si tratta di un passaggio in qualche modo storico, inimmaginabile solo fino a pochi mesi fa. Lo stesso si può dire dell’annunciato piano Next Generation Ue da 750 miliardi complessivi (209 per l’Italia) o del Mes che sarebbe illogico non utilizzare, con posizioni di rifiuto ideologico o strumentale, per rafforzare il nostro sistema sanitario che è in sofferenza e necessita di importanti investimenti per contrastare e vincere la nuova ondata della pandemia e le sfide che ci attendono in campo sanitario.
Dobbiamo però essere consapevoli delle difficoltà e delle contrapposizioni esistenti all’interno dell’Europa che, malgrado le emergenze, spesso comportano lentezze se non addirittura il rischio che i passi in avanti siano vanificati dal veto di singoli stati.
Ci sono alcuni Paesi che fanno parte dell’Unione Europea – in particolare Polonia e Ungheria – che si oppongono alla decisione, votata a larga maggioranza dal Parlamento europeo, di non finanziare quegli Stati che violano i diritti umani e non rispettano i princìpi democratici e dello stato di diritto. Se questi Paesi non faranno un passo indietro è forte il rischio di bloccare, o rimandare, gli aiuti necessari per aiutare le economie europee. Ma se valori come la solidarietà, la libertà di stampa e di espressione, la giustizia, la difesa delle minoranze non sono più patrimonio comune su cosa basiamo la nostra Unione?
Papa Francesco chiede che “l’Europa ritrovi sé stessa, non sfogli l’album dei ricordi”, un’immagine efficace, un ammonimento e un invito ad essere all’altezza delle sfide attuali perché solo così ritroverà parte della fiducia che si è persa in questi anni. “Siamo sulla stessa barca” ci ha ricordato Bergoglio in questi mesi di pandemia. Per questo è necessario recuperare quello slancio di solidarietà, di “fraternità” che è alla base della recente enciclica ‘Fratelli tutti”. Chi pensa solo ai propri interessi immediati colpisce tutti. Nessun paese si salverà da solo e questo è ancora più vero nei tempi difficili che viviamo e che dobbiamo affrontare insieme.
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