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Egreen: «Il Servizio Civile? Magari l’avessi fatto»

Il 2018 sarà l’anno di transizione tra il servizio civile nazionale e quello universale. Sul numero del magazine in distribuzione ne abbiamo parlato con il rapper Nicholas Fantini. L’intervista

di Lorenzo Maria Alvaro

L’ultima esibizione lo ha visto spartirsi il palco del centro sociale Csoa Lambretta Milano con il peso massimo Meyhem Lauren, direttamente dal Queens, New York City ed essere “onorato” della comparsata di Ensi, Noyz Narcos e Next Cassel. Nicholas Fantini, in arte Egreen, è forse oggi il rapper più credibile e riconoscibile del panorama italiano. Esponente di quello che oggi è il genere più ascoltato da giovani e giovanissimi: l’hip hop. Un fenomeno che ha, in tutto il mondo, rivoluzionato la musica e il modo di pensare dei giovani. L’intervista



Lei ha 33 anni e fa parte di un movimento musicale che ha letteralmente sconvolto la musica. Come si spiega questa pervasività del rap fra i ragazzi?
Sì in Italia il cambiamento è arrivato con qualche anno di ritardo. La verità è che, nonostante io faccia questo nella vita, non sono ancora in grado di spiegare perché il rap sia diventato un fenomeno così grande e come mai sia così amato dai ragazzi. Di certo ha qualcosa dentro, perché questo effetto lo si ha in ogni Paese del mondo, seppur con sfumature e caratteristiche differenti. L’unica cosa che so per certo è che la sua grande for- za viene dal fatto di essere diretto, senza fronzoli. È una musica che va dritta al punto, come un pugno in faccia. Almeno questo è quello che colpì me da ragazzino.

Non solo è la musica più ascoltata. Ma è anche il genere che vede l’esplosione più frequente e assidua di giovani talenti. È, come dicono in tanti, solo un boom dovuto alla moda oppure c’è del talento?
Ci sono tanti ragazzini molto bravi e anche tanti che invece fanno schifezze. Come in tutto. Di certo c’è fermento. Sarebbe importante premiare chi fa cose di valore e invece ridimensionare chi, e sono tanti, per arrivare ricorre a mezzucci come il tatuaggio giusto e il capello alla moda. È anche vero che, se poi, all’interno di questo nuovo sistema nato con la rivoluzione digital, quello che viene proposto si trasforma in denaro la cosa si fa molto seria e ogni discorso viene meno.


Alcuni momenti della chiacchierata con Egreen

Al di là del valore del singolo artista però tutto questo fermento, come lo definisci tu, testimonia come i giovani di oggi non siano, come li ha bollati qualcuno, degli sdraiati o dei bamboccioni. Per fare certe cose devi impegnarti e sudare…
Sì, in un certo senso è vero. Anche se io non riesco a non essere orgoglioso del fatto che a 18 anni, dopo una carriera scolastica disastrosa e senza avere un pezzo di carta in mano, sono andato a lavorare. Io sono convinto, ma lo sono per la mia esperienza, che lavorare e confrontarsi con il mondo vero, che non è e non può essere Youtube, sia importante. Soprattutto per un ragazzino.

Recentemente è stato riformato il servizio civile, che è diventato universale. Può essere lo strumento giusto per la formazione dei ragazzi?
Per me è una cosa importantissima e spero…

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