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Rava: «Haiti, dopo il terremoto puntiamo tutto sull’empowerment delle persone»
Nel gennaio 2010 ad Haiti morirono 230mila persone. Ci furono 300mila feriti ed 1 milione di sfollati. Da allora l’isola è stata colpita da 4 uragani, il colera continua a colpire e mietere vittime, migliaia di persone sono ancora nelle tendopoli, ogni ora due bambini muoiono per malnutrizione e malattie curabili
di Anna Spena
Nel gennaio 2010 ad Haiti morirono 230mila persone. Ci furono 300mila feriti ed 1 milione di sfollati. Da allora l’isola è stata colpita da 4 uragani, il colera continua a colpire e mietere vittime, migliaia di persone sono ancora nelle tendopoli, ogni ora due bambini muoiono per malnutrizione e malattie curabili
Alle cinque del pomeriggio del 12 gennaio 2010 a Port-au-Prince, capitale dello Stato caraibico di Haiti qualcuno stava tornando a casa. La maggior parte delle persone, invece, era già rientrata.
Ad Haiti non c’è l’elettricità quindi, appena il sole inizia a tramontare, le strade si svuotano. Perciò quando la prima scossa di terremoto di magnitudo 7.0 ha colpito la città ha fatto una strage: 230mila morti; 300mila feriti e un milione di sfollati. «Non lo si può immaginare senza averlo visto con i propri occhi», spiega Mariavittoria Rava, presidente di Fondazione Francesca Rava NPH – Italia. «Una montagna di cadaveri».
Tutto è venuto giù come fosse niente. La Fondazione Francesca Rava è presente ormai da 30 anni ad Haiti. Un luogo dove un bambino su due non va a scuola ed ogni ora di bambini ne muoiono due per malnutrizione o malattie curabili, il 70% delle persone non ha lavoro. Dopo il terremoto, l’isola è stata colpita anche da 3 uragani (ottobre 2016 uragano Matthew) e dal colera che dal 2010 ad oggi ha causato oltre 9.500 vittime.
«Quella del terremoto è stata una tragedia nella tragedia», continua Mariavittoria Rava. «Quando pensiamo alla povertà il nostro pensiero va direttamente all’Africa. Ma anche Haiti è un Paese poverissimo. Un Paese del quarto mondo. E la maggior parte dell’opinione pubblica, prima di quel fatidico terremoto, non ne conosceva neanche l’esistenza. O, al massimo, la si classificava come “isola caraibica”, come “posto di vacanza”».
L’aeroporto il giorno del terremoto era stato chiuso. Quindi Mariavittoria Rava è arrivata a Port-au-Princevia via terra passando dalla Repubblica Domenicana.
Non c’era più neanche un filo d’acqua e gli haitiani hanno iniziato a scavare con le mani cercando di recuperare qualche corpo. Sperando di arrivare in tempo per recuperarlo vivo.
La Fondazione Francesca Rava ad Haiti con Padre Rick Frechette, medico in prima linea da 30 anni direttore di NPH Haiti, ha costruito tre orfanotrofi e 32 scuole di strada, più un ospedale "Ospedale Pediatrico N.P.H. Saint Damien".
Unico ospedale pediatrico di tutto il Paese e la sola struttura che non è crollata durante il terremoto.
«Ma ogni anno passato da quel terribile gennaio del 2010», dice Mariavittoria Rava, «abbiamo fatto un passo avanti».
Solo nel 2017…
L’ospedale Saint Damien, che durante il terremoto è stato il centro dei soccorsi internazionali, base della Protezione Civile italiana e della Portaerei Cavour, rimane centro di riferimento per l’assistenza di tutta l’isola, ogni anno 80.000 bambini vi trovano salvezza e cure, e per la formazione dei medici haitiani.
«Ed oggi», spiega Mariavittoria Rava, «sono 1600 gli haitiani che lavorano con padre Rick, si impegnano intensamente per portare ogni giorno a migliaia di bambini cure mediche, istruzione, formazione professionale e autosostenibilità».
Nel febbraio 2017 è stato aperta una nuova stanza nel reparto cancer center, l’unico luogo in tutta Haiti ove i bambini ammalati di tumore possono ricevere diagnosi e cure.
In collaborazione con la Società Italiana di Chirurgia Pediatrica sono state effettuate 10 missioni di chirurghi italiani volontari, per formare i due giovani chirurghi haitiani Steve e Sandra. 480 i bambini operati, soprattutto di ernia, peritoniti, patologie a carico dell’apparato intestinale e urinario. Sandra attualmente è in Italia per proseguire la formazione presso il Gaslini di Genova.
A giugno tre volontari medici specialisti di Milano hanno tenuto un corso di formazione al personale del Saint Damien sulla nutrizione parenterale per i bambini in fase post operatoria per aumentare le possibilità di successo degli interventi.
Sono state acquistate e installate le attrezzature per la distribuzione dei gas medicali nel cancer center e 3 sale per il postoperatorio, per 72 nuovi posti letto intensivi.
Continua la formazione allo staff della Maternità con l’invio di ostetriche volontarie.
Nato nel 2010 per soccorrere intere famiglie, il St.Luc sorge accanto all’Ospedale pediatrico NPH Saint Damien a Tabarre, Port au prince. E’ presidio medico, centro colera e polo chirurgico, è dotato di x-ray digitale, sala operatoria, pronto soccorso, terapia intensiva, degenza con 80 letti. Opera sul territorio grazie a cliniche mobili che ogni giorno raggiungono gli slums e portano in ospedale i pazienti impossibilitati per mancanza di mezzi a muoversi.
Nel 2017 avviato il progetto di diagnosi e prevenzione del cancro al seno in Haiti coordinato dal volontario radiologo e senologo dello IEO dr Cassano, con la formazione di medici locali e più di 1000 donne sottoposte a screening, 24 delle quali, con sospette masse tumorali, inviate a accertamenti e approfondimenti oncologici.
Nel 2017 è stata completata la Key Martine, la nuova clinica medica negli slums più poveri di Haiti che porterà il nome di Martina Colombari, amica e testimonial. Sarà inaugurata nel febbraio 2018.
Ad Haiti 1 bambino su 4 non ha accesso alla scuola primaria. 1 ragazzo su 3 è completamente analfabeta. Le 33 “Scuole di strada” Saint Luc, accolgono ogni giorno nei più poveri sobborghi di Port au Prince e nelle zone più povere dell'isola, oltre 12.000 bambini tra i 2 e 16 anni, assicurando loro programmi scolastici ed educativi, un pasto caldo, una divisa pulita, libri, matite e quaderni. Padre Rick e il suo team gestiscono 31 scuole primarie, 1 scuola professionale e l'unica scuola secondaria gratuita del Paese.
«Ad aprile 2017 in una delle zone più povere di Port au Prince, a Delmas», racconta Mariavittoria Rava, «abbiamo inaugurato la nuova scuola elementare St Marie per 300 bambini, con 9 aule, cucina e infermeria. 100 ragazzi cresciuti in NPH sono stati sostenuti negli studi universitari grazie a borse di studio».
«Per noi», continua Mariavittoria Rava, «i progetti di empowerment sono fondamentali. Così a Francisville città dei mestieri, centro di formazione produttivo e professionale per giovani, sono operativi pastificio, panificio, sartoria officina meccanica, laboratorio di burro d’arachidi, un allevamento di pesci tilapia (96.000 pesci all'anno) e di polli (4.000 all’anno per un totale di 6.000 uova al mese), la produzione di miele con 20 arnie».
Nel 2017 abbiamo continuato, il programma di coltivazione e riforestazione che produce frutta e verdura “a filiera controllata” per integrare la dieta povera di vitamine dei bambini e delle famiglie aiutati nei progetti N.P.H. «Padre Rick», dice Mariavittoria Rava, «crea zone ombrose anche nei terreni aridi e brulli, con coltivazioni tipiche dell’area caraibica; dà lavoro e insegna un mestiere ai giovani locali; produce alimenti in regime di autosostenibilità riducendo le spese per l’acquisto di alimenti. Ora Padre Rick sta integrando la “fattoria” con mucche da latte».
Nella baraccopoli di Cité Soleil nell’ambito del progetto di ricostruzione Fors Lakay, sono state ricostruite 200 case circa che hanno tolto altrettante famiglie dalle baracche e dal fango, l’ospedale per famiglie Saint Marie, 3 Internet centre per la formazione a distanza e il collegamento dei giovani della comunità con il mondo.
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