Welfare
L’Etiopia chiude le adozioni: 85 i depositi di coppie italiane
«Attendiamo di leggere il testo della legge, dall'Etiopia ancora non è arrivata alcuna comunicazione ufficiale. Ci sono 85 coppie italiane instradate, di cui 21 hanno un abbinamento», afferma Laura Laera, la vicepresidente della CAI
Il Parlamento etiope ha approvato una nuova legge in materia di adozioni che – secondo quanto riferisce la stampa internazionale, dalla BBC a Time, partendo dalla locale Fana Broadcasting Corporate – chiude le adozioni internazionali. «Attendiamo di leggere il testo della legge, che non è ancora stata pubblicata», commenta un po’ sorpresa Laura Laera, vicepresidente della Commissione Adozioni Internazionali, precisando che «dall’Etiopia non è arrivata ancora alcuna comunicazione ufficiale, sono già in corso contatti». La motivazione citata dai media fa riferimento a un episodio risalente al 2013, quando una tredicenne etiope adottata negli Usa venne uccisa e i suoi genitori condannati per omicidio colposo.
Da anni la situazione delle adozioni in Etiopia è estremamente complessa e le adozioni hanno un iter estremamente lungo, incerto e travagliato, tanto che alcuni già definivano il Paese come sostanzialmente “chiuso”, pur in assenza di atti formali. La legge sulla protezione dei minori è in discussione da tempo al Parlamento e nel tempo si sono alternati segnali nella direzione della chiusura delle adozioni internazionali come pure – anche recentissimamente – di segno opposto. Prova della complessità della situazione è il fatto che a giugno l’ambasciata italiana ad Addis Abeba aveva scritto agli enti italiani autorizzati alle adozioni nel Paese, per comunicare che il Governo aveva deciso la sospensione a tempo indeterminato delle adozioni, precisando però di non avere nulla di scritto. A metà ottobre, il Dipartimento di Stato americano aveva raccomandato alle proprie Agenzie di non avviare nuove procedure adottive nel paese. La CAI a novembre, ricorda Laera, «aveva dato disposizione agli enti italiani autorizzati a affinché non assumessero ulteriori incarichi da parte di famiglie desiderose di adottare in Etiopia e non proponessero nuovi abbinamenti alle famiglie già in carico», dal momento che l’Etiopia presentava ormai una «situazione di estrema incertezza concernente la definizione degli iter adottivi». Altri Paesi avevano deciso di interrompere le adozioni dall’Etiopia, di fatto Usa e Italia erano gli unici rimasti.
«Sull’Etiopia ci sono 85 depositi, che significa coppie instradate, di cui 21 hanno un abbinamento, questo secondo i dati in nostro possesso, ce ne può essere qualcuna in più che gli enti non ci hanno ancora comunicato», spiega oggi Laera. Per capire il loro destino – riusciranno almeno loro a concludere l’adozione? – «è fondamentale ora vedere il testo della legge approvata», innanzitutto perché i media parlano di chiusura ma potrebbe essere che la legge parli di «privilegiare gli strumenti dell’adozione nazionale e delle case famiglia, considerando l’adozione internazionale come residuale, così come essa è». Il primo obiettivo quindi è capire «se si riesce a risolvere la situazione per queste coppie, cominciando da questi 21 e poi anche per i depositi».
L’avvocato di AIAU, uno degli enti autorizzati ad operare nel Paese, non vuole commentare la notizia ma parla di una «confusione nelle informazioni», mentre per Paola Crestani, presidente del CIAI, che ha fatto una adozione nel Paese l’anno scorso, «sarebbe opportuno che l’Italia mettesse un punto alle adozioni in Etiopia, fino a quando ci saranno nuove garanzie. La nostra presenza con la cooperazione però ora è fondamentale, perché gli istituti ora avranno pochissime risorse e i bambini rischiano letteralmente di morire».
Fra il 2000 e il 2015 sono stati adottati da famiglie italiane 3.115 minori originari dell’Etiopia, di cui 1.500 circa con il solo Centro Aiuti per l’Etiopia. Negli anni scorsi l’Etiopia è stato tra i primi Paesi di provenienza dei bambini adottati nel mondo: nell’ultimo report che la Commissione Adozioni Internazionali ha pubblicato si afferma che l’Etiopia è il «terzo paese di origine al mondo» dei minori adottati ed è passata dai 1.539 minori adottati nel 2004 «a un picco di 4.553 minori adottati nel 2009, per concludere con 1.086 minori adottati del 2014, con una contrazione rispetto al picco del 76,1%». Per l’Italia nel 2013 l’Etiopia era il secondo paese di provenienza dei minori adottati, con 293 bambini (il 10,4%): nel 2014 sono stati 103 e nel 2015 sono scesi a 97, rimanendo l’ottavo Paese d’origine dei minori entrati in Italia per adozione.
In data 24 gennaio, la Commissione Adozioni Internazionali ha reso noto che «lo scorso 9 gennaio il Parlamento dell’Etiopia ha approvato a larga maggioranza la nuova legge che sancisce, di fatto, il blocco delle adozioni internazionali nel paese», che il 17 gennaio si è tenuta una riunione con varie autorità diplomatiche in cui «il Ministro delle Donne e dell’Infanzia ha assicurato che i dossier che si trovano già all’attenzione delle Corti Regionali o Federali saranno portati a termine ai sensi della normativa federale previgente», dopodiché «nessun’altro fascicolo verrà preso in considerazione». Per l’Italia – scrive la CAI – è stato fatto riferimento «a 37 dossier seguiti dagli enti italiani, che potranno essere portati a termine», mentre questa possibilità è stata «esplicitamente negata» «per tutte le altre coppie instradate sull’Etiopia».
Photo by Trevor Cole on Unsplash. News aggiornata
Nessuno ti regala niente, noi sì
Hai letto questo articolo liberamente, senza essere bloccato dopo le prime righe. Ti è piaciuto? L’hai trovato interessante e utile? Gli articoli online di VITA sono in larga parte accessibili gratuitamente. Ci teniamo sia così per sempre, perché l’informazione è un diritto di tutti. E possiamo farlo grazie al supporto di chi si abbona.