Non profit

Nessuna legge cura il dolore

Un lettore esprime il suo commento sull'intervista al professor Tonino Cantelmi uscita qualche settimana fa su Vita.

di Riccardo Bonacina

Sono un assiduo lettore di Vita da molti anni (credo dalla sua fondazione) e ho avuto modo di apprezzare il modo con il quale si è sempre occupata di problematiche di grande rilevanza sociale, italiane e internazionali. Devo, con mio grande rammarico, notare come in tempi recenti alcuni problemi, certamente complessi, vengano liquidati con approssimazione e superficialità. è il caso dell?intervista al dottor Cantelmi che può fregiarsi del titolo di presidente dell?Associazione italiana psicologi e psichiatri cattolici ma certamente non di quello di esperto della riforma. Sono uno psichiatra che ha lavorato con il prof. Franco Basaglia e che da moltissimi anni è impegnato nella creazione dei nuovi servizi psichiatrici di comunità. Sono anche cattolico, ma non mi riconosco però nell?associazione presieduta dal dottor Cantelmi perché non riesco a capire cosa voglia dire essere psichiatra (o psicologo) cattolico. Non credo che sia buona testimonianza di fede chi propaganda una ?controriforma? che prevede un nuovo grande internamento dei ?matti?, e una forma di ?arresto psichiatrico? senza le necessarie garanzie costituzionali e altre perle di questo tipo. Ma, soprattutto, si fa paladino di una proposta mediatica e demagogica perché questa proposta di legge si colloca in un panorama governativo economico-finanziario che prevede ulteriori tagli alla sanità pubblica. Se molte cose non sono ancora state realizzate per una più efficace ed efficiente assistenza ai malati psichiatrici, in particolare per quelli con problemi più gravi e più gravosi, ciò è dovuto soprattutto all?insufficienza della risorse destinate a questo settore. Quelli che l?articolo definisce ?matti? sono persone che soffrono molto, che fanno soffrire le persone che stanno loro vicine, che chiedono di essere rispettate nella loro sofferenza e nei loro bisogni di corrette risposte di salute. Il ?controllo sociale? è un problema di noi ?non matti? che continuamente riproponiamo definendo loro pericolosi, imprevedibili, incurabili. La (cosiddetta) legge Basaglia forse non ha molto modificato la pesantezza dello stigma legato alle malattie mentali, ma siamo poi così certi che che questo fatto sia davvero imputabile a una legge di riforma e che una legge possa modificare la cultura dalla quale deriva lo stigma? Certamente continuando a parlare di pericolosità, come fa la proposta di legge Burani- Procaccini, non si fa un buon servizio a quelle ?migliaia di vite fragili? che si dice di voler aiutare . Tommaso Losavio, Roma Carissimo Losavio, grazie per un contributo che, tra l?altro, condivido appieno. L?intervista a Cantelmi lanciava una discussione, non la chiudeva. Già nei prossimi numeri troverà altri interventi tra cui quello del professor Angelo Righetti. Insomma, la discussione continua.


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