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Servizi sociali: la 328 ancora al palo

Lo rivela oggi il "Sole 24 Ore", riportando una ricerca dell'Associazione Nuovo Welfare. Il sistema integrato dei servizi alla persona è ancora utopia in gran parte d'Italia

di Benedetta Verrini

Riforma dell’assistenza al palo. Regioni in clamoroso ritardo sull’adozione dei nuovi Piani sociali: è questo lo scenario desolante descritto da una ricerca dell’associazione Nuovo Welfare (composta da ricercatori, parlamentari e docenti universitari) che ha fotografato lo stato di attuazione della riforma dei servizi sociali introdotta, ormai due anni fa, dalla legge 328.

Dall’analisi, riportata compiutamente in un articolo di Chiara Bannella su Il Sole24Ore di oggi, emerge un quadro di pesanti ritardi nell’applicazione degli strumenti-cardine offerti dalla legge 328. Dai buoni per l’acquisto di servizi sociali, alla sistematizzazione dei rapporti con il non profit, fino al riordino delle Ipab (il cui patrimonio complessivo è stimato in quasi 20 miliardi di euro), tutto è ancora rimasto inapplicato. L’ex ministro del Welfare, Livia Turco, aveva già denunciato la sitazione in un’interrogazione parlamentare rivolta al sottosegretario Grazia Sestini.

Le Regioni, secondo quanto riporta il quotidiano economico, si sono dimostrate molto solerti nel distribuire i fondi loro destinati dalla 328 per il 2001 e il 2002 (in totale, quasi 757 milioni di euro per il 2001 e oltre 771 per il 2002), ma non altrettanto nell’attivazione del locale piano di servizi integrati alla persona: solo quattro di esse (Campania, Toscana, Valle D’Aosta e Liguria) hanno emanato i Piani sociali nei tempi previsti (erano 120 giorni dall’adozione del Piano sociale nazionale, emanato dalla ministra Turco il 6 agosto 2001). Nel resto d’Italia la situazione è estremamente diversificata: Lombardia e Provincia Autonoma di Trento hanno adottato il nuovo Piano, anche se in ritardo; Basilicata, Marche, Umbria e Provincia di Bolzano stanno andando avanti con Piani vecchi e precedenti alla 328; Emilia Romagna, Piemonte, Veneto e le rimanenti regioni stanno ancora discutendo i disegni di legge attuativi.

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