Cultura

Immigrazione: don Ciotti, legge intollerante

Il sacerdote interviene come presidente di Libera. Le 1.054 associazioni aderenti invieranno le impronte digitali dei volontari alle questure

di Giampaolo Cerri

«La misura, introdotta dalla legge Bossi-Fini sull?immigrazione, che prevede la rilevazione obbligatoria delle impronte digitali per gli immigrati che chiederanno il permesso di soggiorno o il suo rinnovo, è ingiustificata e intollerante». Lo dice don Luigi Ciotti, presidente di Libera, associazione contro le mafie. «Ingiustificata perché già prima chi ? italiano o straniero ? non era in grado o rifiutava di provare la propria identità, poteva essere sottoposto a rilievi segnaletici e dattiloscopici. Intollerante perché è una misura che vìola la dignità e i diritti delle persone e disconosce i principi di uguaglianza, libertà, reciprocità che fondano le democrazie. Destinatari della disposizione sono peraltro non i clandestini ma coloro che, a qualunque titolo, entrano in Italia. La disposizione rischia dunque di ratificare un?immagine dello straniero come di un soggetto pericoloso o di un potenziale delinquente». «È per affermare il valore della convivenza civile e denunciare una prassi discriminatoria affine a quelle che in passato hanno portato a realtà di sfruttamento e sopraffazione, che i referenti regionali e nazionali di Libera ? coordinamento di 1.054 associazioni della società civile impegnate contro la criminalità, la corruzione e le mafie ? hanno deciso di raccogliere le proprie impronte digitali, corredate dai rispettivi dati anagrafici, e consegnarle alla Questura di Roma».


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