Cultura
Immigrazione: don Ciotti, legge intollerante
Il sacerdote interviene come presidente di Libera. Le 1.054 associazioni aderenti invieranno le impronte digitali dei volontari alle questure
«La misura, introdotta dalla legge Bossi-Fini sull?immigrazione, che prevede la rilevazione obbligatoria delle impronte digitali per gli immigrati che chiederanno il permesso di soggiorno o il suo rinnovo, è ingiustificata e intollerante». Lo dice don Luigi Ciotti, presidente di Libera, associazione contro le mafie.
«Ingiustificata perché già prima chi ? italiano o straniero ? non era in grado o rifiutava di provare la propria identità, poteva essere sottoposto a rilievi segnaletici e dattiloscopici. Intollerante perché è una misura che vìola la dignità e i diritti delle persone e disconosce i principi di uguaglianza, libertà, reciprocità che fondano le democrazie. Destinatari della disposizione sono peraltro non i clandestini ma coloro che, a qualunque titolo, entrano in Italia. La disposizione rischia dunque di ratificare un?immagine dello straniero come di un soggetto pericoloso o di un potenziale delinquente».
«È per affermare il valore della convivenza civile e denunciare una prassi discriminatoria affine a quelle che in passato hanno portato a realtà di sfruttamento e sopraffazione, che i referenti regionali e nazionali di Libera ? coordinamento di 1.054 associazioni della società civile impegnate contro la criminalità, la corruzione e le mafie ? hanno deciso di raccogliere le proprie impronte digitali, corredate dai rispettivi dati anagrafici, e consegnarle alla Questura di Roma».
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