Comitato editoriale

L’impatto sociale di Ail Bologna raddoppia il dono

Presentato insieme al Bilancio di Missione 2019 che ha come fil rouge il tema del “coraggio” nella lotta ai tumori del sangue il primo studio di Valutazione di impatto sociale dell’associazione bolognese. Ogni euro donato si trasforma in 2,32 euro di attività. Focus su tre servizi: Assistenza domiciliare ematologica, Casa Ail e Servizio navetta

di Antonietta Nembri

Quando si presenta un Bilancio di Missione ci sono i numeri, lo Sroi (Social Return on Investment) – e quest’anno per la prima volta anche la Vis (Valutazione di impatto sociale) – ma per Ail Bologna che ha presentato il documento che illustra il lavoro dell’associazione per il dodicesimo anno è stata anche l’occasione per raccontare e raccontarsi. Un’opportunità, come ha sottolineato il presidente Sante Tura di illustrare sì i numeri, ma soprattutto mostrare un bilancio che «mette davanti le persone e le motivazioni che ci muovono». Da parte di Tura è arrivata anche la sottolineatura del valore della ricerca «non è una parola vana, fa parte di noi ed è il mezzo più sicuro per raggiungere la meta», ha detto ricordando come la metà dei circa 2 milioni di euro raccolti nel 2019 siano stati destinati alla ricerca scientifica con il finanziamento di 44 ricercatori attivi all’interno dell’Istituto “L. e A. Seràgnoli” di Bologna.

«Dare speranza nei momenti bui. Aprirci all’altro anche quando non c’è nessuna certezza nel futuro… È questo l’impatto che maggiormente desideriamo generare. È questa la ragione principale per cui Ail Bologna esiste» ha osservato infine Tura (nella foto).

Non è un caso che quest’anno il titolo scelto per il Bilancio di Missione dell’Ail bolognese sia stato “Il coraggio nella lotta ai tumori del sangue” perché, come ha sottolineato Alberto Romani, il tesoriere dell’associazione, nel ricordare come il 2019 sia «ormai un altro mondo», pre pandemia, ma sia stato anche l’anno in cui «gli impieghi per la ricerca, l’assistenza e la sensibilizzazione sono aumentati, rispetto all’anno precedente. Ail Bologna ha risposto con coraggio e in maniera concreta alla maggior richiesta di sostegno per la ricerca scientifica da parte dell’Istituto Seràgnoli, incrementando di oltre un 20% i fondi destinati rispetto al 2018. Crediamo che la ricerca non possa rallentare, è troppo importante per i pazienti di oggi e di domani». E quando a marzo scorso è stato chiaro che gli abituali eventi di piazza non si sarebbero potuti fare «siamo andati avanti, in via telematica e la raccolta fondi del 2020 è stata superiore a quella del 2019 cosa che ci consente di programmare l’assistenza domiciliare» ha concluso Romani.


Alberto Romani (a sinistra) e Paolo Ricci

Duecento pazienti all’anno in assistenza domiciliare, questo il numero citato da Paolo Ricci, responsabile di questo servizio in Ail Bologna «poi è arrivato il Covid che ha messo in sofferenza le strutture sanitarie che non riuscivano a soddisfare le esigenze di altri malati. L’assistenza domiciliare è stato un po’ l’uovo di Colombo per impedire ai pazienti di andare in ospedale e nessuna delle nostre collaboratrici, medici e infermiere, si è tirata indietro. Le richieste sono aumentate. Dobbiamo ringraziare la preveggenza di Mandelli e Tura che hanno pensato di dar vita all’assistenza domiciliare ematologica che Ail ha il ruolo di realizzare», ha concluso Ricci.

A Palazzo Accursio di Bologna dove si è tenuta la presentazione del bilancio sociale sono intervenuti anche l’assessore comunale Marco Lombardo che ha salutato la valutazione di impatto sociale come «un segnale importante del legame tra associazione e territorio che si basa su una nuova idea di sussidiarietà circolare»; e il professor Stefano Zamagni che dopo aver ricordato il recente lancio con il presidente di Ail nazionale, Sergio Amadori della Scuola di volontariato Ail che «sarà sul territorio e questo è un valore simbolico importante».

Richiamandosi poi a una recente sentenza della Cassazione (131/2020) Zamagni (nella foto) ha osservato che una delle conseguenze sarà il passaggio «da una filantropia emergenziale – quella che si attiva in presenza di eventi straordinari e di emergenza – alla filantropia strategica –che in modo sistematico persegue l’obiettivo di provocare un cambiamento del contesto di riferimento. Non si va avanti con l’emergenza». Zamagni ha poi riservato un passaggio del suo intervento al Testamento solidale ricordando come la ricchezza delle famiglie italiane si attesti a 9.500 miliardi e di questi ben 100 miliardi siano senza eredi. Ha poi concluso il suo intervento sottolineando che la parola scelta come fil rouge del bilancio di Missione 2019 “coraggio” abbia la stessa radice di cuore e rinvia alla misericordia cioè «dare il cuore al misero che è l’ammalato che vive la solitudine esistenziale».

I numeri

A presentare i dati del Bilancio di Missione e la Valutazione di impatto sociale Alessandra La Palombara, responsabile fundraising di Ail Bologna e Marta Rossi di Human Foundation che ha collaborato ad analizzare attraverso la Teoria del Cambiamento (ToC) e il framework metodologico dello Sroi (Social Return on Investment) tre progetti: l’assistenza domiciliare ematologica (Sroi 2,37 euro per 1 euro investito); Casa Ail (Sroi 2,03) e il Servizio Navetta (Sroi 4,21).

La Ratio Sroi totale derivato dallo studio è di 2,32 euro. Cioè per ogni euro investivo il Valore sociale generato è pari a più di due euro. «Il punto di partenza è stato porci delle domande: come stiamo cambiando il mondo? Che cosa realizziamo? Produciamo valore sociale?» ha osservato La Palambara. «Misurare il bene non è possibile, ma volevamo misurare tutto ciò che era misurabile, non solo quanti pazienti avevamo aiutato, ma come avevamo cambiato la loro vita».
La Palombara ha sottolineato anche che la Valutazione dell’impatto sociale la Teoria del Cambiamento hanno il compito di mostrare gli «effetti della nostra azione nella vita delle persone e nel territorio perché a beneficiarne è il welfare cittadino».


Nell'immagine in apertura da sinistra Aurelio Luglio, Stefano Zamagni, Sante Tura, Marco Lombardo, Alberto Romani

Cosa fa VITA?

Da 30 anni VITA è la testata di riferimento dell’innovazione sociale, dell’attivismo civico e del Terzo settore. Siamo un’impresa sociale senza scopo di lucro: raccontiamo storie, promuoviamo campagne, interpelliamo le imprese, la politica e le istituzioni per promuovere i valori dell’interesse generale e del bene comune. Se riusciamo a farlo è  grazie a chi decide di sostenerci.