Non profit

2.600 nuovi volontari per le aree interne del Sud

100 Comuni, 200 organizzazioni di volontariato, 19 programmi per far rinascere le aree interne del Sud Italia. Le iniziative, sostenute con oltre 3,3 milioni di euro, permetteranno l’avvio di nuove attività e il rafforzamento di quelle già esistenti nei territori lontani dai servizi essenziali

di Redazione

C’è chi avvierà percorsi di formazione per giovani che lavoreranno come organizzatori di eventi e chi realizzerà in un bene confiscato un centro di servizi socio-educativi e assistenziali per giovani, neet e anziani. E chi si occuperà di beni comuni, riqualificando piazze, realizzando parchi giochi con materiali di riciclo, elaborando proposte turistiche dedicate anche ai disabili o offrendo un taxi sociale per chi non è autosufficiente ma deve spostarsi per svolgere le attività quotidiane. Sono solo alcune delle 19 iniziative che saranno finanziate dalla Fondazione CON IL SUD attraverso il Bando Volontariato, promosso con l’obiettivo di rafforzare il ruolo delle “reti locali” di volontariato per contrastare fenomeni di esclusione sociale nelle aree interne del Sud Italia, ovvero nei comuni che, a causa della distanza dai servizi essenziali (istruzione, salute e mobilità), hanno subìto un graduale processo di isolamento, riduzione demografica e calo dell’occupazione.

I progetti saranno finanziati complessivamente con oltre 3,3 milioni di euro (una media di 175 mila euro a iniziativa) e coinvolgeranno 107 comuni delle aree interne in tutte le regioni del Sud: 7 iniziative saranno avviate in Sicilia, 4 in Calabria, 3 in Puglia, 3 in Campania, 1 in Basilicata e 1 in Sardegna. I progetti coinvolgono nelle partnership oltre 200 organizzazioni e prevedono di “attivare” 2.600 nuovi volontari.

«Grazie all’impegno costante del volontariato, tanti borghi del nostro Sud che rischiano di spopolarsi e “scomparire” possono avere a disposizione nuovi servizi essenziali, o vedere rafforzati quelli esistenti», ha dichiarato Carlo Borgomeo, Presidente della Fondazione CON IL SUD. «Sono realtà spesso molto piccole, dove sempre di più i giovani ma anche gli anziani non hanno a disposizione i servizi basilari per potersi istruire, potersi spostare, poter crescere, potersi curare o semplicemente poter “vivere” la propria comunità. La scuola, i mezzi di trasporto, i servizi sanitari, la possibilità di usufruire dei beni comuni sono diritti: è indispensabile superare il meccanismo distorto per cui si trasformano in privilegio di pochi. In questo cambiamento tante organizzazioni e tanti volontari hanno un ruolo importantissimo che, soprattutto in alcuni contesti, è davvero fondamentale».

Foto Pexels


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