Mondo

Com’è destra’ sta sinistra

I pacifisti in rivolta contro la guerra e contro la Nato.Gli operai furiosa per i costi sociali della politica del Governo.I Centri sociali che si sentono imbavagliati.

di Cristina Giudici

Può il primo governo di sinistra essere contestato e finanche odiato da forze di sinistra? Siamo di fronte alla rinascita dell?extraparlamentarismo e dell?estremismo? Domande che l?assassinio di Massimo D?Antona hanno reso angoscianti. Le ?sinistre antagoniste? sono molto cresciute da quando D?Alema è premier. Sono infuriati perchè il primo governo di sinistra vuole fermare la guerra in Kosovo con le bombe e le stragi di civili della Nato. Sono incazzati perché gli ex compagni, oggi al governo, fanno terra bruciata intorno a qualsiasi tipo di opposizione radicale. Esasperati perché l?omicidio di D?Antona e l?eventualità del ritorno del terrorismo viene usata contro di loro, portando le lancette della storia indietro di vent?anni. Orfani di un progetto politico, hanno di nuovo riempito le piazze, assediato le basi Nato, ripreso a occupare le case, a invadere le redazioni con volantini inneggianti all?antimperialismo, a scontrarsi con la polizia e a contestare brutalmente i simboli del nuovo potere. Quello che leggerete è un viaggio nell?universo di quelli che una volta venivano definiti extraparlamentari e oggi sono la somma di tante piccole isole: dalla rabbia dei disoccupati organizzati di Napoli, che si sono rifiutati di parlare con noi dicendo: «Perché dovremmo continuare a parlare, mentre stiamo ancora tutti sulla strada, combattendo ogni minuto per sopravvivere?». Dall?indignazione dei Cobas, i sindacati autorganizzati, che vengono messi all?indice dai sindacalisti della Triplice e considerano il governo D?Alema un regime a pieno titolo, fino all?amarezza dei pacifisti e l?auto-isolamento dei centri sociali che, il giorno dopo l?omicidio di D?Antona, sono stati ingiustamente criminalizzati. La rabbia dei Cobas Mara Malavenda, deputata eletta come indipendente nelle liste di Rifondazione comunista, ha lasciato il partito di Bertinotti quando ha posto il suo veto al governo Prodi ed è passata al gruppo misto. Nella sua vita ci sono 28 anni di fabbrica, all?Alfa Romeo, e la fede incrollabile nel comunismo. Oggi, all?interno dei Cobas dell?Alfa Romeo di Pomigliano d?Arco, continua la sua battaglia contro il sindacalismo aziendale, il lavoro nero, l?imperialismo Nato e lo sfruttamento dei lavoratori. Spiega così a ?Vita? la sua ribellione: «Prodi era una figura sinistra che ha regalato l?Alfa Romeo ad Agnelli, ma lui ha solo teorizzato ciò che invece il governo d?Alema ha portato a compimento: la privatizzazione delle aziende, socializzando le perdite e regalando gli utili agli amici degli amici, sgravi fiscali per i padroni, licenziamenti degli operai e repressione per chi come noi non vuole stare al gioco. Ecco cos?è il patto sociale: ridurre gli operai a schiavi, togliere ogni diritto. Il risultato delle riforme Bassolino è ben visibile all?Alfa di Pomigliano: da 15 mila dipendenti siamo in 7000». Usa parole dure l?onorevole Mara Malavenda, 42 anni, e si arrabbia da matti se qualcuno le chiede se la classe operaia è mai andata in Paradiso: «Basta guardare i numeri delle morti bianche sui posti di lavoro, abbiamo il record europeo, per capire che stiamo peggio di 20 anni fa. Il fatto è che questo governo di centro-sinistra è un regime e ogni giorno ci dobbiamo guardare alle spalle, perché quelli che oggi sono al potere vengono da dove veniamo noi e sanno bene come spezzarci o ridurci al silenzio. Vede, non solo tra quelli che dicono com?era bravo D?Antona, io condanno il suo assassinio, ma era davvero un nostro nemico». Governo assassino «DS-SS» hanno gridato alcuni gruppi di pacifisti ad Aviano, la base Nato da dove partono gli F15 alla volta dei cieli della Serbia. Dino Frisullo, pacifista e presidente dell?associazione Senza Confini, l?anno scorso è stato arrestato in Turchia, mentre manifestava per la pace e l?indipendenza del Kurdistan e due settimane fa ha contestato D?Alema con tanto di tiro dell?articolo 18 della Costituzione con una cerbottana, si dice amareggiato: «Provo l?amarezza di chi si trova a manifestare e a gridare assassini contro un governo di sinistra che aiuta la Nato a bombardare ospedali, case, stazioni televisive. E sento amarezza anche perché dei pistoleros vogliono scippare le nostre denunce contro la guerra per farne opera di terrorismo». Ma oggi Frisullo si batte anche contro un sistema politico che cerca di ingabbiare ogni protesta: «Da una parte si dice che il 30% di famiglie sono povere, dall?altra che siamo tutti pronti per stare in Europa. In realtà viviamo in una società dell?esclusione. C?è meno democrazia e maggiore discriminazione sociale. Il governo D?Alema si comporta con arroganza, ha un senso dello Stato opprimente e pervasivo». Lasciateci in pace.Tutti Quali sono, invece, le anime, i desideri e le proposte di quella parte della sinistra extraparlamentare che si può identificare con il mondo dei circa 200 centri sociali autogestiti? «Proprio adesso? Non potremmo, per favore, riparlarne tra qualche settimana?». I centri sociali di Milano ?Vittoria? e ?Cox 18? ci hanno risposto così. Ed è in parte comprensibile: l?omicidio di matrice terroristica di D?Antona ha subito scatenato una serie di sospetti sul mondo dei centri sociali. Se siano giustificati oppure no, solo il tempo e una volontà di trasparenza potranno dirlo. Comunque sia l?atteggiamento di quelli che vengono definiti ?autonomi? piuttosto che ?squatter? o ?marxisti-leninisti? o ?anarchici?, è chiarito dalla campagna di autoisolamento organizzata tramite la ?mailing list? presente in Rete (all?indirizzo: www. ecn. org/): «Per favore stateci lontano. Tutti». Le ragioni si possono sintetizzare con il messaggio inviato il 22 maggio dall?Associazione culturale Punto Rosso di Vicenza: «I ?sinistri? governanti guerrafondai non hanno perso nemmeno un?ora per accostare chi spara vilmente a un funzionario governativo a chi protesta contro la guerra… Da adesso sarà difficile gridare contro il governo nei cortei: è cominciata di nuovo la caccia alle streghe». Un?affermazione radicale che trova maggior senso nelle parole di Melina Miele, del Leoncavallo: «L?omicidio di Roma non ha ucciso solo un uomo, ma ha dato un colpo mortale a questo già debole movimento di critica del governo di centro-sinistra. Ora è inevitabile che si irrigidiscano le posizioni e le politiche repressive», continua Melina. «Questo governo di sinistra ha solo il nome, perché ha varato lepeggiori manovre, su economia e giustizia. La guerra poi ne è la perfetta cartina al tornasole». Rimangono solo i messaggi nella Rete, testimonianze di come le idee e le proposte ci siano, sempre combattute tra realtà e utopia, ma per lo più portate verso un possibile dialogo con le istituzioni. «Non ci basta oggi essere solidali o pacifici, non è più tempo di sdegno e di aiuti. Quando il dominio è totale la risposta deve essere adeguata», scrivono da Milano. E da Napoli l?Officina 99 precisa quale sia l?obiettivo: «Il governo della guerra, della disoccupazione, della repressione». Un erede del ?77 Franco Berardi, il famoso Bifo di Radio Alice di Bologna, è stato uno dei leader dell?autonomia negli anni ?70. «Quando negli anni Settanta le Brigate rosse svilupparono le loro prime azioni di violenza omicida stalinista, chi, come me, militava nei movimenti autonomi degli studenti e dei giovani operai, sapeva bene che il nostro movimento era destinato a essere vittima politica di quelle azioni. Sapevamo da dove veniva il fuoco assassino, ma consideravamo coloro che uccidevano, compagni che sbagliavano. E scegliemmo di non denunciarli. E sbagliammo. Oggi riappare il macabro segno della stella a cinque punte. Io credo che non esistano le nuove Brigate rosse. Ma comunque la sinistra antagonista non ripeterà gli errori già commessi. Perciò non basta condannare gli assassini stalinisti. Non sono compagni che sbagliano. Sono assassini al servizio di un disegno assassino». Ma per Bifo la battaglia oggi ha un altro nome: ?Diserzione attiva?. «È un?idea che si è fatta forte con la sciagurata aggressione militare contro le popolazioni kosovare e serbe. D?Alema, in una trasmissione di successo, ha detto con inquietante cinismo che se lui e il suo partito fossero stati all?opposizione anziché al governo, l?Italia non avrebbe potuto fare questa guerra. Ammissione due volte sconvolgente, perché rivela che i governi di sinistra rappresentano un pericolo per la pace e perché questo signore ha confessato di non credere nella legittimità di una guerra nella quale ha trascinato il suo Paese. Anche per questo rifiuto di partecipare personalmente, economicamente, intellettualmente allo stabilimento di guerra che i regimi di sinistra stanno attrezzando. Resisteremo, disertando, disertando anche la sinistra».


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