Mondo
Bush in finanza predica bene ma razzola male
Le irregolarità finanziarie che stanno sconvolgendo Wall Street da mesi e su cui si è retoricamente scagliato ieri (a parole) George W.? Lui le ha commesse tutte o quasi. E neanche tanto tempo fa...
di Paolo Manzo
George Bush è caduto nella trappola della sua ”nuova etica di integrità” per la ”Corporate America”, le regole illustrate dal Presidente nel suo discorso a Wall Street martedl.
Fra le misure introdotte dall’amministrazione americana per riportare la trasparenza nella gestione delle aziende e ripristinare la fiducia degli investitori dopo i casi di irregolarità contabili di Enron, Xerox, Merck e WorldCom, vi è il bando ai prestiti agevolati concessi agli alti dirigenti delle corporation dalle aziende stesse, una possibilità di cui il Presidente beneficiò ampiamente nel passato ottenendo 180mila dollari a un tasso di interesse di 2,5 punti inferiore di quello ufficiale.
La goccia che ha fatto traboccare il vaso di questa pratica molto diffusa negli Stati Uniti negli anni ottanta e novanta è stata la diffusione della notizia del prestito di 400 milioni di dollari concesso a Bernard Ebbers quando era ”Ceo” della WorldCom dalla società per cui lavorava per acquistarne le azioni.
Nel 1896 e nel 1988, quindi Bush ricevette due diversi prestiti a tassi ridotti per acquistare azioni (rispettivamente per un valore di 105mila e 80mila dollari) della Harken Energy, la compagnia petrolifera nel cui consiglio di amministrazione siedeva.
Per poi beneficiare di ulteriori vantaggi su uno dei due prestiti nel 1989, mentre stava portando a termine uno dei piy grandi affari della sua vita di imprenditore.
La Harken fece slittare per otto anni il rimborso del prestito, concesso con un tasso di interesse preferenziale del cinque per cento, contro un prime rate ufficiale, in quel periodo, nel dicembre del 1986, del 7,5 per cento. Bush infine rese il prestito.
Nel 1989, la Harken cancellò le ”garanzie personali” richieste a Bush come condizione per la concessione del prestito tre anni prima, consentendogli di vendere (senza peraltro informare la Sec, come richiesto dalle norme finanziarie americane) e reinvestire un pacchetto di azioni del valore di 212mila dollari della societa’.
Una transazione che nel giugno del 1990 frutto’ a Bush 848mila dollari che gli consentl di rimborsare un prestito di 500mila dollari usato per acquistare la squadra di baseball dei Texas Rangers, la piattaforma di lancio della sua carriera politica nonchi l’unico grande e vero affare concluso nella sua vita.
Su questa transazione, avvenuta mentre Bush senior si trovava alla Casa Bianca, nel giugno del 1990, la Sec, l’organismo di controllo delle società quotate in borsa in America, aprì una inchiesta.
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