Sostenibilità
È a Monza il primo convento d’Italia a emissioni zero
Il santuario della Madonna delle Grazie gestito dai frati francescani, che hanno lì il loro convento, ha ottenuto la certificazione ambientale
di Luca Cereda
Sono settantaquattro mila e duecento i lumini accesi ogni anno all’interno del santuario della Madonna delle Grazie di Monza dai fedeli e dai pellegrini che producono oltre centounidici tonnellate di anidride carbonica. Questo è uno dei dati che compiono nel documento che ha certificato che il santuario, che sorge a ridosso del parco di Monza, dove i frati francescani hanno anche il convento, è il primo in Italia ad emissioni zero.
Energia pulita e alberi piantumati: «Ecco come siamo diventati il primo convento d’Italia a emissioni zero»
La svolta sostenibile del santuario, costruito tra il 1463 e il 1467 lungo le sponde del fiume Lambro, è iniziata oggi ma è già in corso da alcuni anni, come racconta frate Alberto Tosini, rettore del Santuario e Guardiano della fraternità francescana brianzola. «Abbiamo scelto di mettere un impianto fotovoltaico nel chiostro del convento che ci assicura l’energia necessaria per i locali, per la chiesa, l’ostello e la mensa dei poveri – spiega fra’ Alberto -. L’energia che non riusciamo a produrre la acquistiamo con un certificato che ne attesta la produzione in modo ecologico».
Il convento francescano, con i suoi dieci frati, non si è certo fermato ai pannelli solari: «Sono dieci anni che ci serviamo del teleriscaldamento che arriva in ogni stanza della nostra struttura. Inoltre sono ormai quattro anni che abbiamo scelto di effettuare numerose piantumazioni ai alberi ma anche fiori nei nostri guardi per assorbire l’anidride carbonica e gli inquinanti che produciamo», continua il Rettore del santuario.
Ad abbattere le 111 tonnellate di Co2 emesse ogni anno dal convento, ci pensano anche le piante del grande giardino alle spalle del chiostro. La collina è stata completamente coperta con un’ottantina di alberi ad alto fusto che assorbono l’anidride carbonica prodotta dall’attività del convento. «C’è anche un piccolo frutteto e un orto che fornisce frutta e verdura a chilometro zero per il refettorio».
Il convento a “Emissioni zero” che si ispira alla Laudato Sì
«Tutto il processo, che ha portato alla certificazione di “zero emissioni”, è nato dalla piante: la Energy saving, una società di consulenza monzese specializzata nel supportare aziende nella gestione dei consumi energetici improntati alla sostenibilità ambientali, ci ha chiesto di poter collocare dentro gli spazi del convento degli ulivi per celebrare i 20 della fonazione». È grazie a loro che i francescani del convento brianzolo hanno avviato le piantumazioni sulla collina e anche il procedimento per la certificazione di “zero emissioni”. «Noi, al di là di questo bel riconoscimento, stiamo agendo con l’ispirazione del nostro fondatore, San Francesco d’Assisi, dell’enciclica Laudato Sì di Papa Francesco e con il fine ultimo di invertire la rotta dei tempi di cambiamento climatico che stiamo vivendo», chiosa fr’ Alberto.
I francescani, nel cuore di Monza, portano l’attenzione all’ambiente anche attraverso le loro opere di tutti i giorni: «Essere accoglienti con gli ultimi fa parte del nostro Dna come francescani. Oggi in più, rispetto al nostro bagaglio culturale precedente, abbiamo un’attenzione speciale all’ambiente che traduciamo nella riduzione degli sprechi alimentari e il recupero del cibo di scarto della grande distribuzione».
Addio plastica: anche la mensa dei poveri è sostenibile
I dieci frati della comunità francescana infatti sono impegnati su più fronti in nome dell’ambiente. Un ulteriore passo verso “l’impatto ambientale zero” del convento e non solo “l’emissione zero” è la riduzione dell’utilizzo della plastica sia all’interno del convento, che alla mensa dei poveri, incarnando lo spirito ecologico della Laudato Sì: «Alla mensa dei poveri inoltre – continua fra’ Alberto – recuperiamo cibo vicino alla scadenza da due supermercati, frutta e verdura ci vengono donate da un’azienda agricola che utilizza concime bio, e inoltre da noi si beve acqua filtrata in caraffa». Solo il Covid ha obbligato i frati a preparare sacchetti con bottigliette di plastica ma loro hanno comunque trovato il mondo di ricorrere a vaschette riciclabili per il cibo.
Anche sull’utilizzo delle auto il convento ha fatto scelte ecologiche passando da sette a cinque macchine. L’ultima novità all’interno del santuario della Madonna delle Grazie di Monza riguarda i lumini votivi del santuario: «Li abbiamo scelti in plastica riciclata». Una volta esauriti vengono ritirati e riempiti di nuova cera.
«Ci auguriamo che la nostra esperienza di vita sostenibile, venga recepita e esportata», conclude frate Alberto Tosini, che aggiunge: «Mi sento di consigliare questo: c’è bisogno che le persone, le famiglie, i quartieri e le città intere abbiano voglia di tradurre i valori etici della sostenibilità in comportamenti. Vivere in modo sostenibile è possibile, noi ne siamo un esempio».
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