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Lavoro sociale, si cambia

Ampliate le agevolazioni fiscali per le aziende,previsti bonus alle famiglie per l'acquisto di prestazioni fornite dalle imprese senza scopo di lucro.Soddisfatti Terzo settore e sindacati

di Claudia Savarese

Hanno lavorato senza sosta, spesso anche nei fine settimana e non di rado fino a tarda ora. Ma alla fine, i trentaquattro membri della Commissione istituita a metà marzo dal ministro del Lavoro Antonio Bassolino, per esplorare a fondo il ?binomio? non profit e occupazione, sono riusciti a portare a termine il mandato loro affidato entro i limiti di tempo previsti. Due mesi, appunto, per elaborare proposte concrete di sostegno alle organizzazioni senza scopo di lucro con maggiori potenzialità occupazionali, che il Governo ha poi inserito nel Piano per l?occupazione, a cui ha lavorato anche il professor Massimo D?Antona, approvato il 21 maggio scorso. Prenotate risorse comunitarie Sarà presentato anche a Bruxelles al Nap, National action plan, un meeting tra i Governi dei Paesi dell?Unione europea durante il quale ciascuno presenta le proprie politiche per il lavoro e ?prenota? una fetta di risorse comunitarie per realizzarle. Stavolta, contrariamente a quanto di solito accade, la fretta non si è rivelata affatto una cattiva consigliera visto che il rapporto finale licenziato dalla Commissione è da ritenersi, come sostengono in molti, davvero pregevole. Il documento, infatti, recepisce sostanzialmente tutte le principali istanze (innanzitutto culturali) che il Terzo settore porta avanti ormai da anni (emblematica, al riguardo, l?affermazione: ?È strategicamente sbagliato ritenere che la promozione del Terzo settore vada affidata ad organizzazioni pubbliche. Va piuttosto incentivata la sua già comprovata capacità di autopromozione?). Esso, inoltre, suggerisce un?ampia gamma di interventi ad alto impatto occupazionale, volti ad incrementare sia la domanda che l?offerta di servizi tipicamente erogati da organizzazioni non profit. Per esempio, propone l?ampliamento del ?paniere? dei servizi socio-assistenziali per i quali è ammessa la deducibilità fiscale delle spese sostenute dai privati; l?assegnazione di bonus alle famiglie per l?acquisto di prestazioni erogate da organizzazioni non lucrative; l?estensione alle imprese sociali delle agevolazioni già previste per le piccole e medie imprese ?tradizionali?; l?introduzione di forme di incentivazione automatica legate alle performance occupazionali delle imprese sociali meridionali. Insomma ci sono motivi sufficienti per guardare con ragionevole ottimismo al futuro. Tutto dipenderà ora dalla determinazione e dalla rapidità con cui si passerà dalle parole ai fatti. Un pool di lavoro affianca il ministero «Questo documento rappresenta solo una prima, seppur importantissima, tappa di un percorso più lungo», afferma Vasco Giannotti, presidente della Commissione, «che prevede l?istituzione di gruppi di lavoro stabili che affiancheranno il ministro del Lavoro nell?attuazione dei provvedimenti contenuti nel Rapporto e nel monitoraggio dei risultati via via conseguiti. I quali, sono convinto che saranno decisamente positivi, in particolar modo al Sud dove abbiamo previsto di realizzare il cosiddetto ?progetto fertilità?, un?iniziativa che coinvolgerà circa sessanta imprese sociali del posto disponibili a fare da incubatori di nuove aziende di solidarietà. Se ciascuna impresa riuscisse a ?gemmarne? almeno altre cinque, si creerebbero entro breve migliaia di nuovi posti di lavoro». Gli fa eco Carlo Borgomeo, presidente della Società per l?imprenditorialità giovanile Ig: «Il rapporto finale della Commissione mi soddisfa pienamente per tre buone ragioni: una serie di istanze rivendicate da anni dal non profit divengono stavolta una vera e propria linea politica del Governo; considero un grande contributo di chiarezza la distinzione operata tra politiche di sostegno per la domanda e politiche per l?offerta. Reputo poi felice la scelta di estendere l?applicazione della ?legge 44? alle cooperative sociali di tipo B per le quali, peraltro, dovrebbero essere quasi pronti i regolamenti ministeriali di attuazione». Ora tocca alla riforma dell?assistenza Anche Gianfranco Marzocchi, portavoce del Forum permanente del Terzo settore, si dichiara nel complesso soddisfatto del documento: «La Commissione ha svolto un ottimo lavoro ma adesso attendiamo la prova dei fatti, nel senso che si tratterà di passare dalle belle idee alla loro attuazione. Un terreno formidabile per misurare la reale volontà di Governo e legislatore a compiere un simile passo sarà l?approvazione in tempi rapidi della legge di riforma dell?assistenza che dovrebbe mobilitare risorse per circa mille miliardi di lire, gran parte dei quali a buon diritto ?intercettabili? dal non profit». Un generalizzato consenso giunge infine dal mondo sindacale. «Mi auguro ora che anche a livello locale istituzioni, imprese, società civile si dimostrino capaci di dare concreta attuazione ai provvedimenti che li chiamano in causa più direttamente» dichiara Luigi Agostini, responsabile delle politiche sociali della Cgil. Savino Pezzotta, segretario confederale della Cisl, si rammarica invece del fatto che nel documento non venga mai nominato espressamente il sindacato: «Che pure guarda con grande attenzione alla crescita dell?economia civile nel Paese. Tuttavia, ciò che alla fine conta è la sostanza e qui ne ho intravista molta e di qualità». Insomma, finalmente sembra ci siano davvero tutte le condizioni per conseguire perlomeno un duplice e ambizioso obiettivo: sferrare un duro colpo nella lotta alla disoccupazione, favorire un?ampia diffusione nel Paese dell?imprenditorialità sociale. Speriamo che anche questa volta non venga sprecata una buona occasione. I punti principali del documento Esenzione Iva, sgravi Inps e incentivi Il Piano nazionale per l?occupazione approvato il 21 maggio scorso dal Consiglio dei Ministri, dedica un apposito capitolo alla promozione dell?economia sociale nel Paese.Ecco tra i provvedimenti in agenda per il 1999 quelli più importanti: Estensione dell?esenzione Iva anche alle prestazioni offerte da cooperative sociali; Sgravio dei contributi Inps per tre anni ai nuovi assunti dalle cooperative sociali; Autorizzazione alla Società per l?imprenditorialità giovanile, Ig, a formare cooperative sociali per l?inserimento lavorativo di soggetti svantaggiati (300 miliardi nel triennio ?99-2001); Estensione alle cooperative e imprese sociali di tutti gli incentivi pubblici previsti per le imprese profit; Finanziamento di 35 miliardi per detrazioni fiscali di spese sostenute per l?assistenza alle persone non autosufficienti e per le attività educative, di formazione e riqualificazione professionale. Sempre entro l?anno, inoltre, il Governo si impegna ad emanare una nuova normativa sull?impresa sociale che renda possibile il ricorso a più forme giuridiche per l?esercizio di attività imprenditoriali senza scopo di lucro. I dati del boom Cooperative sociali attive Addetti 1994 2.300 38.000 1995 2.800 49.000 1996 3.400 65.000 1997 4.000 84.000 1998 4.800 108.000 [Indagine Censis 1998]


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