Famiglia

La scuola al cinema? Meglio il cinema a scuola

A un certo punto dell’estate sembrava che avessimo calato l’asso: portiamo gli studenti dentro i musei e i cinema per fare lezione. In realtà «in molti luoghi le sale cinematografiche non ci sono più. Noi incontriamo ragazzi che non sono mai andati al cinema», dice Enzo Bevar: «Il contributo del cinema alla scuola è aprire la sfera delle emozioni». Nell'anno del Covid è più urgente che mai

di Sara De Carli

In provincia, le sale cinematografiche sono scomparse, altro che noleggiarle per farci lezione. Cinemovel Foundation con “Schermi in classe-Cinema itinerante per la comunicazione sociale e sanitaria” da dieci anni allestisce schermi cinematografici dentro le scuole: lo ha fatto anche nei mesi del lockdown, rimodulando in versione online l’esperienza di visione dei film, di incontro con gli autori e di media literacy. «Il contributo del cinema alla scuola è aprire la sfera delle emozioni», dice Enzo Bevar, Project Manager di Cinemovel Foundation. La fondazione collabora anche con il progetto “Tu6Scuola” del Ciai, un intervento triennale che coinvolge circa 2000 adolescenti delle medie, in sei città italiane (Milano, Rovellasca, Ancona, Città di Castello, Bari e Palermo) per contrastare la povertà educativa e la dispersione scolastica. Le classi sono coinvolte in una vera produzione cinematografica. Quest’anno dal fantasy si virerà sulla realtà, sempre mescolata al sogno, per far emergere i vissuti e le emozioni dei ragazzi, anche senza parlare esplicitamente di Covid.

A un certo punto dell’estate sembrava che avessimo calato l’asso: portiamo gli studenti dentro i musei e i cinema per fare lezione. In realtà «nei luoghi in cui andiamo noi le sale cinematografiche non ci sono più. La nostra presenza nasce proprio dall’ assenza di spazi culturali, incontriamo ragazzi che non sono mai andati al cinema o che l’ultima volta ci sono andati con i genitori per un cartone animato», afferma Bevar. «Ettore Scola, il nostro presidente onorario, ci aiutava a comprendere il senso e le potenzialità di questo nostro allestire sale itineranti in luoghi che non ne hanno: diceva che il cinema ha la funzione di interrompere un’abitudine e creare momento di sorpresa e di rimescolamento dei ruoli. Porta energia in uno spazio statico. È questa la vera potenzialità del cinema itinerante. Noi l’abbiamo sperimentato spesso: senza arrogarci il merito di creare cambimento, possiamo però dire di aver contribuito spesso a una riattivazione sociale».

E ancora: «Il cinema porta storie che muovono sensazioni, che fanno vivere un’emozione comune, che danno una visione diversa per quel che si vive. Fa capire che il vissuto individuale può diventare comune. Io credo che in Italia ci sia un mondo straordinario che entra a scuola ogni giorno, in questo momento c’è molta attenzione al contributo che può venire dal Terzo settore, però attenzione, non può essere il Terzo settore a salvare la scuola. Chi entra a scuola sa benissimo che qualunque sua azione raggiunge solo il 10% del suo potenziale se non ci sono insegnanti disposti a collaborare, a cambiare approccio. Altrimenti resta solo l’incontro con o le due ore passate diversamente».

Ettore Scola, il nostro presidente onorario, ci aiutava a comprendere il senso e le potenzialità di questo nostro allestire sale itineranti in luoghi che non ne hanno: diceva che il cinema ha la funzione di interrompere un’abitudine e creare momento di sorpresa e di rimescolamento dei ruoli. Porta energia in uno spazio statico. È questa la vera potenzialità del cinema itinerante. Noi l’abbiamo sperimentato spesso: senza arrogarci il merito di creare cambimento, possiamo però dire di aver contribuito spesso a una riattivazione sociale.

Enzo Bevar, project manager di Cinemovel Foundation

Anche durante il lockdown i percorsi di Cinemovel con le scuole sono proseguiti: c’è tutta la media literacy, la grammatica dell’audiovisivo, la scoperta che «le immagini sono più grandi di noi nella costruzione dell’immaginario». in dieci anni hanno incontrato più di 20mila studenti. Da Beautiful country a Before the Flood, da La zuppa del demonio a La guerra dei cafoni o a La nave dolce… «la nostra priorità è dare centralità alle storie che sono alla base dei film. Aprire quei mondi che nell’ansia del programma da fare restano indietro».

Ma non c’è solo "Schermi in classe". Il cinema entra nella scuola anche in tanti altri laboratori ed esperienze. Una è quella del progetto #Tu6Scuola, promosso dal Ciai e finanziato da Con i Bambini. Si svolge nelle scuole di 6 città, per contrastare la dispersione scolastica. «Abbiamo ripensato approcci, strumenti e metodi: per esempio con “saltaclasse” rimescolavamo i ragazzi, scardinando il concetto di classe e questo ovviamente quest’anno non si potrà fare. Ci siamo preparati per lavorare sia in presenza sia a distanza», racconta Cecilia Conti. Il primo step sarà portare a termine i progetti avviati l’anno scorso, per esempio è stata predisposta un’interfaccia su cui i ragazzi costruiranno delle marionette digitali che daranno vita ai personaggi che avevano immaginato in fase di scrittura creativa e che non saranno più rappresentati da loro ma appunto da marionette digitali. «La parte di recitazione viene a mancare… e allora punteremo sull’interpretazione vocale. L’anno scorso abbiamo viaggiato molto nel mondo del fantasy, facendo emergere sogni e vissuti ed emozioni: quest’anno le scuole ci hanno chiesto una virata verso la realtà per aiutare i ragazzi ad elaborare le emozioni che hanno vissuto, a riflettere su ciò che gli è mancato», conclude Cecilia.

Foto @Cinemovel. Sulla piattaforma www.cinegame.eu si possono scoprire le avventure interattive create dagli studenti delle scuole di Ancona, Bari, Città di Castello, Milano, Palermo e Rovellasca, nell’ambito dei Laboratori Saltaclasse, con la direzione creativa dei registi e sceneggiatori Davide Barletti e Gabriele Gianni.

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