Economia

Cooperazione internazionale

Da 35 anni in prima linea nell’aiuto allo sviluppo dei popoli in tutto il mondo

di Antonietta Nembri

Cooperazione Internazionale Coopi via De Lemene 50 – 20151 Milano tel. 02.3085057 – fax 02.33403570 www.coopi.org – coopi@coopi.org Fondata nel 1965 Presidente: padre Vincenzo Barbieri Scopo: solidarietà internazionale Oltre 300 progetti in 40 Paesi di Africa, America Latina, Asia ed Europa. Ecco i numeri che può presentare il Coopi – Cooperazione internazionale nei suoi oltre 35 anni di attività a favore della solidarietà e dello sviluppo dei popoli a livello internazionale. Oggi, sono oltre 12 milioni le persone coinvolte, direttamente o indirettamente, nei 120 progetti di Coopi attuati in 37 Paesi. Coopi è una ong che opera attraverso programmi che mirano allo sviluppo di un Paese e alla sua indipendenza economica. Nel modo di lavoro, questa ong si basa sulla collaborazione con le realtà locali ma interviene anche nelle emergenze per i Paesi colpiti da catastrofi naturali e conflitti attraverso l?assistenza diretta alimentare e medica, oltre alla riabilitazione di case, scuole, acquedotti e strade. Quando finisce l?emergenza, «rimaniamo nel Paese trasformando gli interventi in attività a lungo termine per contribuire a ridurre il rischio di altre emergenze, in particolare per le catastrofi naturali e per i conflitti razziali», spiegano da Coopi. L?attività in Italia, invece, prevede l?organizzazione di iniziative di sensibilizzazione e di educazione allo sviluppo e, in particolare, sono tre le campagne principali in corso. Si tratta di Un naso rosso contro l?indifferenza, a favore dei ragazzi di Bucarest. Coopi sostiene la Fondazione Parada, creata dal clown Miloud Oukili dieci anni fa, con un progetto che dispone di un centro diurno per accogliere i ragazzi e una carovana notturna che garantisce pasti caldi e un intervento medico ai senza tetto, inoltre di appartamenti sociali per i ragazzi che lasciano la strada. La seconda campagna è Un volto per la vita a favore delle donne del Bangladesh vittime delle aggressioni con l?acido solforico da parte di uomini rifiutati o che considerano la loro dote insufficiente. Infine, c?è Non lasciamo soli i bambini della Sierra Leone per i piccoli rapiti dalle loro famiglie e costretti a combattere. Sono stati realizzati quattro centri di accoglienza con assistenza medica e psicologica.


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