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Il Kenya e il caso delle donazioni per il Covid19 “scomparse”
La crisi sanitaria ha portato al Paese africano un fiume di denaro, in particolare da parte della Banca Mondiale. Del miliardi di Ksh (scellini keniani pari a 8 milioni 300mila euro) ricevuti risulta che 42 milioni sono stati spesi per il leasing di ambulanze, 4 milioni per tè e snack e 2 milioni di Ksh per la comunicazione
Il covid in Kenya ha portato ad una crescita dell’impegno internazionale in termini di donazioni, ma parte di questi fondi non sono arrivati alla destinazione per cui erano stati istituiti. Il caso più clamoroso è quello della donazione del magnate cinese Jack Ma per il quale lo stesso Presidente Uhuru Kenyatta si è impegnato a fare chiarezza. La donazione da parte della Jack Ma Foundation alla Kenya Medical Supplies Authority non sarebbe arrivata a destinazione.
Del miliardo di Ksh (scellini keniani pari a 8 milioni 300mila euro) donato dalla Banca mondiale per provvedere all’approvvigionamento di dispositivi di protezione individuale, medicinali e per creare strutture di isolamento risulta che 42 milioni di Ksh sono stati spesi per il leasing di ambulanze, 4 milioni di Ksh per tè e snack e 2 milioni di Ksh per comunicazione. Sotto osservazione l’operato dei governatori delle contee per spese inadeguate e appropriazione indebita. All’inizio di maggio, quattro alti funzionari della contea di Kilifi sono stati arrestati per gare riguardanti l’appalto per la costruzione di un centro Covid-19 e per la manutenzione di attrezzature ospedaliere. Lo stesso governatore della contea di Bungoma, Wycliffe Wangamati, è sotto inchiesta da parte della Commissione etica e anticorruzione per la speculazione avvenuta nella contea sui prezzi degli articoli sanitari. I media locali hanno recentemente documentato la scomparsa di dispositivi di protezione individuale donati dal governo cinese per un valore di 2 milioni di dollari.
Intanto lo scorso 8 settembre il Consiglio di amministrazione della Banca mondiale ha approvato un finanziamento di 750 milioni di dollari per migliorare la circolazione di persone e merci, la connettività digitale e l’accesso ai servizi sociali per gli oltre 3,2 milioni di keniani che vivono nel corridoio Stradale che collega le città di Isiolo e Mandera.
Attraverso la Horn of Africa Gateway Development Project (HoAGDP) – la Banca Mondiale finanzierà l’ammodernamento di 365 chilometri (su 740) che separano Isiolo da Mandera (i restanti 375 saranno finanziati da altri donatori). L’HoAGDP finanzierà anche la posa di un cavo in fibra ottica lungo l’intero corridoio di 740 chilometri e verranno costruite infrastrutture socioeconomiche di base per le comunità che vivono lungo il corridoio.
«Il potenziale del Kenya nord-orientale come zona di transito e di commercio non è attualmente sfruttato appieno», afferma Josphat Sasia, responsabile del task team. «Questo progetto migliorerà la sicurezza, l’inclusione e l’equità, infatti, queste zone si sentono e sono marginalizzate per gli scarsi collegamenti con il resto del Paese. L’implementazione del progetto richiederà il supporto della leadership e delle comunità della regione».
La strada migliorata, i collegamenti in fibra ottica e la fornitura di servizi sociali di base attireranno investimenti, faciliteranno il commercio regionale e nazionale, creeranno posti di lavoro e miglioreranno la condivisione delle informazioni e l’accesso delle opportunità connesse all’accesso ad Internet.
Secondo Keith Hansen, direttore nazionale della Banca mondiale per il Kenya, «promuovere pari opportunità e collegamenti rafforzerà la trasformazione del Kenya da Paese a reddito medio basso a Paese a reddito medio entro il 2030. Riteniamo che questo investimento, concepito come un progetto portante nell’ambito dell’Iniziativa per lo sviluppo del Nord e del Nordest, contribuirà in modo significativo agli sforzi del governo per garantire una prosperità condivisa».
Si prevede che il Kenya-HoAGDP richiederà 6 anni di attuazione. Il progetto è il primo di una serie di progetti volti a sostenere lo sviluppo di corridoi di trasporto regionali e collegamenti modali nell’ambito del Corno d’Africa.
Intanto il 10 settembre è stato arrestato il governatore della Contea di Garissa Ali Korane insieme a quattro funzionari della Contea (il direttore delle finanze Ibrahim Nur Malow, il capo del tesoro Mohammed Ahmed Abdullahi, l’ufficiale esecutivo della contea Abdi Shale e il capo della contabilità municipale Ahmed Abdullahi Aden) per presunta appropriazione indebita di 235 milioni di Ksh (2 milioni di euro) della Banca Mondiale. L’arresto è avvenuto in seguito alle indagini della Commissione per l’etica e la lotta alla corruzione (EACC) per un presunto uso improprio di fondi dati alla Contea nell’ambito del Kenya Urban Support Program.
La Banca Mondiale e gli altri donatori hanno tanti soldi e cento buone idee, ma in Kenya servirebbero anche buone pratiche.
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