Volontariato

Al Nord non piace il servizio civile

Stenta a prendere il via il servizio civile. Al Nord non lo trovano interessante al Sud invece…

di Barbara Fabiani

E’ una piramide rovesciata rispetto ai dati dell’obiezione di coscienza la panoramica sulle prime adesioni al servizio civile volontario. Leggendo le cifre delle richieste in risposta al primo bando avviato pochi mesi fa che metteva a disposizione 1095 posti , vediamo che a Nord l’offerta interessa molto meno che a Sud. Ne ha dato notizia oggi il Ministro per i Rapporti con il Parlamento Carlo Giovanardi, con delega per il servizio civile, durante la conferenza di presentazione del Rapporto 2002 della Conferenza Nazionale Enti Servizio Civile. I dati , ha sottolineato il Ministro, non possono dirsi conclusivi perché sono stati raccolti prima della campagna di informazione istituzionale. Si riscontra comunque che su 590 posti resi disponibili al nord sono state presentate soltanto 161 domande di cui 113 a buon fine, ovvero è stato coperto il 23% della disponibilità. Al Centro la percentuale sale al 63% ma la vera sorpresa è la risposta del Sud Italia e Isole dove per 262 posti disponibili sono state presentate 782 domande con l’assegnazione dell’85% dei posti. Come spiegarsi queste cifre ? “Al Nord c’è senza dubbio un contesto dove i giovani hanno molte più opportunità , anche di lavoro, e quindi il servizi civile volontario non è sentito come concorrenziale – interpreta i numeri il Ministro, “mentre in certe zone del Sud Italia dove la disoccupazione è molto più alta e le prospettive minori, probabilmente, l’offerta di 350 euro mensili (tanto ricevono come rimborso dallo Stato i volontari del servizio civile, ndr) attira di più i giovani”, conclude Giovanardi non nascondendo tutti i rischi di snaturamento del valore e del significato servizio civile che questa situazione crea. Esistono problemi di motivazione e valorizzazione che vanno affrontati subito per “non disperdere un patrimonio a di cui il paese ha bisogno. Il passaggio dall’obiezione al servizio civile va seguito con cura anche se non è cosa facile. Dobbiamo cambiare la ruota di un auto in corsa”, ha concluso il Ministro, comunicando l’avvio di una nuova campagna pubblicitaria per i prossimo ottobre. . Intanto, però, il servizio civile alternativo alla leva si sta spegnendo malgrado la vitalità di obiettori ed enti che ne continuano a fare richiesta (questi ultimi sono aumentati di 2mila unità nell’ultimo anno). Nel corso del 2001 sono stati avviati al servizio 60141 obiettori. Una deflessione rispetto ai 78.841 dell’anno precedente, dovuta principalmente alla notevole crescita del numero di esoneri concessi, ben 18mila rispetto ai 7mila dell’anno precedente. Tra queste dispense in 53.067 casi si è trattato di una scelta di ufficio (66,5%) mentre in 26.726 occasioni è stata una richiesta degli stessi ragazzi per motivi economici , familiari o professionali. Pesano nel conto anche 7.169 pratiche “smarrite” per inefficienza nei cassetti dei distretti militari o del Ministero della difesa, per le quali scaduto il termine di nove mesi dalla richiesta decade l’obbligo di svolgere il servizio. Tutte aggravanti ad una storia dell’obiezione di coscienza che dalla data della legge ad essa dedicata 230/98 ha ancora dei vuoti di applicazioni, mentre si sta accelerando il processo di abolizione completa della leva anticipandolo con tutta probabilità al 2004. Malgrado queste ombre, la Cnesc dell’ultimo anno trascorso vede anche degli sprazzi di luce, tra cui un maggior dialogo tra associazioni e istituzioni e l’avvio della campagna di comunicazione sul servizio civile. Ma in questo critico momento di passaggio resta conflittuale il rapporto con il Ministero della Difesa : “ Semplicemente non riusciamo a capire dove stiano andando e che intenzioni abbiano– ammette Cristina Nespoli, presidente della Cnesc. “Il problema di questa ambiguità sta tutto del fraintendimento ancora irrisolto di considerare il servizio civile volontario come concorrenziale al servizio militare volontario; il Ministero teme che sostenendo quello civile non si riesca ad avere sufficienti ragazzi per coprire i posti militari. Ma il servizio civile volontario non decollerà mai senza un investimento convinto delle istituzioni”.


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