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Dopo il caso Etienne, comincia l’odissea di Open Arms: in 278 in mare da 6 giorni
Il team medico di Emergency a bordo della nave, ha ritenuto necessario procedere con la richiesta, a Malta e Italia, di evacuazione per motivi di salute di 9 persone, 7 gravemente ustionate e bisognose di cure ospedaliere immediate e 2 in stato di gravidanza con sintomi di nausea e debolezza, richiesta negata da entrambi gli stati costieri
di Redazione
Dopo aver effettuato tre soccorsi tra l’8 e il 10 settembre, due in Sar maltese e uno in Sar libica, la Open Arms attende da 6 giorni l’indicazione di un porto sicuro dove poter far sbarcare le 278 persone che ospita a bordo e che necessitano di assistenza e cure immediate. Sul ponte della nave, attualmente si trovano 260 uomini tra cui 56 ragazzi al di sotto dei 18 anni non accompagnati e due bambini di 2 e 3 anni, e 18 donne di cui 2 in stato di gravidanza. Nella giornata di ieri, il team medico di Emergency, a bordo della nave, ha ritenuto necessario procedere con la richiesta, a Malta e Italia, di evacuazione per motivi di salute di 9 persone, 7 gravemente ustionate e bisognose di cure ospedaliere immediate e 2 in stato di gravidanza con sintomi di nausea e debolezza, richiesta negata da entrambi gli stati costieri. La situazione a bordo è complessa, le condizioni meteo sono in peggioramento, tutti i naufraghi sono in condizioni fisiche e psicologiche precarie, tutti hanno alle spalle storie di torture e abusi nonché il trauma della traversata in mare. È necessario e urgente che i governi europei si attivino e permettano ai nostri ospiti di raggiungere un luogo sicuro dove poter essere curati garantendo loro diritti sanciti dalle Convenzioni internazionali e dalle nostre Costituzioni democratiche.
Credit Foto: Open Arms
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