Cultura

Canta Benigni, grande anche se bugiardo

Recensione del cd "Roberto Benigni e la musica" di Roberto Benigni.

di Enrico Barbieri

Quel Mangiafuoco di Ferrara ne voleva fare un sol boccone. Ma, insomma, anche lui come il burattinaio di Collodi in fondo in fondo è tenero: dunque, bontà sua, ha graziato Roberto Benigni. Fatto sta che l?ultimo Sanremo (anche in virtù dei vari proclami di guerra) ha sancito l?inizio della gloriosa carriera da pop star di Benigni. La sua accorata interpretazione della canzone musicata da Nicola Piovani ha commosso tutti. Il pezzo, mieloso quanto basta, ha concluso il festival, Quanto t?ho amato è subito schizzata in testa alle classifiche. Ora – that?s pop – al singolo segue l?album: un collage intitolato Roberto Benigni e la musica. Si parla di Pinocchio, allora va detto subito: qualche bugia c?è. Uno si aspetta una carrellata di pezzi di Benigni, ma dopo le prime canzoni rimane a bocca asciutta, dato che tutta la seconda parte del disco è per le colonne sonore di Piovani. Però c?è anche qualche lampo di Benigni doc. E vale il disco: pezzi di chitarra, voce e improvvisazione pura, come Mi piace la moglie di Paolo Conte, in cui si sfoga tutta la comicità popolare di Benigni. In Via con me c?è il suo innato senso musicale (lo dice anche Tom Waits nelle note interne). E la gioia totale, rabelaisiana dell?Inno del corpo sciolto. Insomma, Benigni nel suo lungo (e bellissimo) monologo sanremese ha detto che bisogna amare i comici «perché sono come santi, un regalo del Cielo». Quindi lo perdoniamo, anche se ha il naso lungo.


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