Non profit

Tempi di lavoro e tempi di vita

Una lettrice scrive dopo aver letto l'editoriale di Marco Revelli sul volontariato.

di Riccardo Bonacina

Caro Revelli, cara redazione, grazie, grazie e ancora grazie! Grazie per il dibattito sul volontariato e perché nel dibattito avete messo in luce quello che secondo me è un grossissimo problema: il rapporto tra tempo di lavoro e tempo di vita. Ho svolto tante attività di volontariato mentre studiavo ma adesso come posso fare volontariato?? Dove lo trovo il tempo??? Come potevo fare volontariato lavorando presso una cooperativa di commercio equo e solidale le 40 ore settimanale dovute più almeno un?ora al giorno in più non retribuita, per non parlare degli eventi e dei mercatini dei fine settimana?? Ho voluto cambiare lavoro, restando sempre nel non profit, e l?offerta migliore che ho ricevuto (e accettato) è stato uno stage formativo di 6 mesi (non retribuito, naturalmente). E dopo 8 ore al giorno gratuite, dove mi restava l?energia per fare volontariato? Adesso, disoccupata, potrei finalmente fare volontariato. Ma… se guardo bene dentro di me, scopro che il mio spirito mutualistico se n?è andato in vacanza (o in soffitta, insieme alla mia ingenuità): potrei offrirmi come volontaria per il campo estivo dell?associazione X o Y, magari mi terranno in considerazione quando più avanti avranno bisogno di personale. Oppure potrei andare alla bottega di commercio equo X o Y, che tiene aperto solo il sabato, e offrirmi di tenere aperto qualche altra giornata… e sperare che più avanti ci scappi un buon ?rimborso spese? (non sognare mai uno stipendio!). Nemmeno io ho una soluzione in tasca, ma vedo che molti enti non profit fanno (volutamente) molta confusione sui concetti di volontariato e di lavoro. E credo anche che si parli troppo delle opportunità lavorative del non profit. Ho 26 anni, una laurea e un master in gestione di impresa non profit (master serio, di 1.500 ore). E mi trovo adesso a cercare di ?riciclarmi? per il mondo del lavoro profit, dato che al non profit le mie competenze non servono proprio: serve manovalanza e … una rendita familiare oppure un marito che, lavorando in banca, mi mantenga e mi permetta di ?lavorare? nel non profit. Sono un caso raro? Purtroppo no! Conosco tanti ragazzi e ragazze nella mia situazione, che magari proprio facendo volontariato hanno capito di volere un lavoro ?sensato? … e che non riescono a vivere di non profit. Questo è normale, può essere normale per il non profit? Scusatemi se questa lettera è diventata uno sfogo. Volevo semplicemente ringraziare per gli articoli ed esortarvi a approfondire la questione. Ciao Serena, Verona Grazie a te, cara Serena che evidenzi come il problema del rapporto tra tempo di lavoro e tempo di vita non sia estraneo al volontariato e al Terzo settore. Anzi.


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