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Il mal del mare. Ambiente: la mappa delle spiagge inquinate

Il rapporto dei ministero dell’Ambiente e la goletta verde di legambiente fotografano la situazione del litorale italiano. (di Antonio Menna)

di Redazione

Paradossi italiani: il record per l?integrità delle acque spetta a due regioni che non hanno il turismo marino nel loro dna. Si tratta del Molise e della Basilicata, che hanno rispettivamente il 97 e il 94% delle loro coste pulite. Maglia nera, invece, a Campania e Lazio, che sono risultate le regioni con la maggiore percentuale di acque non balneabili: rispettivamente il 17 e il 10% di mare contaminato. Caserta (47,5 %), Napoli (22,9), Roma (16,2) sono le province che hanno la maggiore percentuale di chilometri costieri non balneabili; le province di Ferrara, Rovigo, Gorizia, Trieste, Udine e Potenza presentano invece un 0% di costa inquinata. I dati arrivano dal ministero dell?Ambiente e da quello della Salute, che ogni anno stilano il Rapporto sulla qualità delle acque marine, costruito sulla base dei risultati delle analisi fatti pervenire al Sistema informativo sanitario dai laboratori e dai Dipartimenti provinciali delle Arpa (Agenzie regionale per l?ambiente). In tutto sono circa 2.400 (pari a poco più del 30%) i chilometri di costa italiana che nel Rapporto vengono considerati contaminati. Mancanza di depuratori, scarichi fognari, residui industriali: l?ombra nera dell?inquinamento, come una macchia d?olio, si espande a vista d?occhio e macina vittime illustri. Da Fiumicino a Pisa, dal golfo di Napoli alla Sicilia, l?itinerario del mare contaminato non risparmia nessuno. Nella lista nera finiscono anche località rinomate, quali, in alcuni tratti del loro litorale, Ortona, Vasto, Alghero, La Maddalena, Diamante, Rossano, Scalea. E la mappa del mare nero non salva nemmeno le grandi città come Napoli e Venezia oppure le isole di pregio come Favignana. Una mappa di speranze tradite, di potenzialità negate. Un itinerario di emergenze tutte uguali. Il caso Sicilia Capaci, a pochi chilometri da Palermo, divenuta tristemente famosa per l?attentato al giudice Falcone, è considerata, con la vicina Carini, uno degli angoli più suggestivi della costa siciliana. Stretta tra Isola delle Femmine e Torretta, la fascia costiera può contare su una spiaggia lunga e confortevole, sabbia fine e mare trasparente. Ma dietro il luccichio c?è anche altro. Quest?anno ben 6 chilometri di costa delle due località sono stati dichiarati inquinati e quindi non balneabili. «Tutta colpa del torrente», dicono gli abitanti. Il torrente si chiama Ciachea, è un breve tratto fluviale, a tratti secco, che percorre, tra due costoni rocciosi, Contrada Luogo Grande. La riva destra del fiume, segnata dal versante orientale del Pizzo Moletta, appartiene a Capaci, mentre la riva sinistra è in territorio di Torretta. Il torrente sbocca a mare dopo aver percorso la breve pianura delle Contrade Sommariva e Ciachea: lungo il suo cammino raccoglie di tutto, senza alcun tipo di controllo. La sua foce è proprio nel punto di incontro tra Carini e Capaci. Tanto basta perché la stagione turistica sia compromessa. «Sono anni che aspettiamo la bonifica», afferma Giuseppe Di Muzio, un ambientalista impegnato sui temi della tutela della fascia costiera palermitana, «ma, dopo le promesse, non è mai arrivato nulla. Intanto la costa, ogni anno, perde occasioni d?oro di rilancio». In Sicilia sono 50 i chilometri di costa non balneabile a causa dell?inquinamento. Quasi sempre, sotto accusa sono gli scarichi fognari che, attraverso i canali di piccoli torrenti, arrivano direttamente al mare, inquinando interi specchi d?acqua, anche in zone di grande pregio turistico. Il grande assente è il ciclo di depurazione delle acque. In questo senso l?isola è in ?buona? compagnia: solo il 63% (secondo i dati di una indagine realizzata dalla Proacqua, un istituto di studi che fa capo alla Federgasacqua) delle acque di scarico prodotte in Italia sono sottoposte a trattamento depurativo. Il resto finisce nei fiumi (che le portano al mare) o direttamente sulle coste. I livelli più bassi di depurazione riguardano il Meridione. In Sicilia viene depurato solo il 30% degli scarichi, in Campania si arriva al 33. Castelvolturno E proprio in Campania c?è un caso record, quello di Castelvolturno, grosso comune in provincia di Caserta, ultimo lembo della lunga costa domiziana che parte dall?antica Cuma, alle porte del golfo di Napoli, e finisce sul fiume Volturno. Sono ben 14 i chilometri di costa non balneabile a Castelvolturno: praticamente, viene considerato inquinato tutto il mare della cittadina. Più o meno lo stesso succede a Mondragone, Cellole, Sessa Aurunca: altri centri costieri della provincia casertana, che detiene il record delle acque inquinate in Italia. Il 47%, infatti, del mare casertano non è balneabile. «La colpa è dell?abusivismo edilizio», denuncia il Wwf di Caserta in un dossier sulla grave situazione ambientale che si è creata sulla foce del fiume Volturno. «Una spiaggia scomparsa, 5mila costruzioni illegali alle foci del Volturno, 200 metri di costa divorata dalle conseguenze dell?abusivismo, scomparsa di almeno 150 specie tra animali e vegetali, in una zona che un tempo costituiva uno straordinario habitat per le piante e la fauna e dove ora non esiste più un solo filo d?erba». Una vera e propria devastazione, simile a quella che imperversa lungo l?intera costa campana. Stessa scena, infatti, tra Licola e Miseno, nei Campi flegrei, e ,dall?altra parte del golfo, nel centro della città di Napoli, dove il fiume Sarno (considerato il più inquinato d?Europa) costringe l?intero lungomare, da Mergellina a Castellammare, a restare un sogno per i bagnanti. Lungo i 24 chilometri del Sarno, navigano verso il mare le scorie delle industrie conserviere e delle concerie dell?entroterra. Dichiarato «area a elevato rischio ambientale» nell?agosto 1992, il bacino del Sarno, secondo un ultimo censimento Istat, ospita complessivamente oltre 5mila imprese. La carenza della rete fognaria, la scarsa efficienza di impianti di depurazione a livello comunale, i lavori a rilento del sistema depurativo predisposto dal ministero dell?Ambiente hanno trasformato il fiume in una fogna a cielo aperto. Fiumicino e il Tevere Scenario simile a Fiumicino, sul litorale della capitale, dove la foce del Tevere rende non balneabili ben 8 chilometri di fascia costiera. Il Tevere è letteralmente asfissiato dall?inquinamento, a causa soprattutto degli scarichi civili che lo rendono una bomba ecologica soprattutto a ridosso di Roma. Nella prima parte del suo corso, infatti, il fiume mantiene inalterato il suo equilibrio: quando attraversa la Capitale, cambia volto. «La campagna di analisi effettuata da Legambiente», spiegano dall?associazione, «conferma l?allarme sullo stato ecologico del Tevere. Nella città di Roma, nel fiume vengono riversati gli scarichi civili di una utenza di circa 700mila abitanti, senza alcun trattamento di depurazione». Sullo stesso, allarmante livello, le condizioni dell?Aniene, affluente del Tevere, diventato nel tempo un vero e proprio collettore fognario. Inquinati tratti di litorale anche ad Anzio, Cerveteri, Pomezia, Civitavecchia, Nettuno. In tutto il Lazio sono quasi 30 i chilometri di costa non balneabile: a questi vanno aggiunti i quattro laghi della provincia di Rieti (che insieme misurano circa 100 chilometri di circonferenza), tutti condannati al divieto e tutti inchiodati da anni a un destino di contaminazione che sta lentamente uccidendo il delicato habitat naturale. Antonio Menna Legambiente, le 12 spiagge a rischio La sabbia è dorata ma la bandiera è nera Ecco il mare monstrum: le spiagge e i litorali che dei veri e propri bucanieri hanno deturpato o rischiano di farlo. Nel suo giro lungo le coste italiane, la Goletta verde consegnerà agli amministratori locali, e non solo a loro, il simbolo dei corsari. Da nord a sud, ecco l?elenco delle località che sono l?apice dello sfruttamento e delle ferite inferte al territorio e all?ecosistema della penisola. Per gli ecomostri si lancerà il demolition day Sanremo – Liguria Passeggiata addio Due ecomostri chiudono le passeggiate della città dei fiori. Un albergo e un teatro bloccano la vista mare. Il primo, a Portosole, supera di due metri il livello della strada e così, invece del panorama, si ammirano i piani alti dell?hotel; il secondo è di fronte al mitico Casinò. Caorle e Bibione – Veneto La laguna di Hemingway Palalvo: è questo il nome di un progetto che è destinato a dare il colpo di grazia alla costa del Veneto orientale. Dopo gli anni 60 e la loro urbanizzazione, si pensa a 7 nuovi porti turistici e a un chilometro di strada litoranea. E pensare che l?Ue aveva designato le aree come zone di protezione speciale. Porto Garibaldi – E. Romagna Un villaggio sul Delta È una delle ultime aree rimaste libere fra Ravenna e il Delta del Po, nel territorio di Comacchio. Ora si costruirà un villaggio con 2.500 posti letto. Risultato: una struttura urbana di 39 ettari in un?area del Parco del Delta del Po a due passi dalla spiaggia, dal sistema dunale e dalla pineta. Milano Marittima – E. Romagna I vandali della colonia Le dune della spiaggia davanti all?ex colonia Varese, un tratto miracolosamente salvatosi dall?urbanizzazione intensiva di quest?area, è ora vittima di una serie di interventi vandalici e nelle mire della speculazione. Adesso le dune sono utilizzate come pista di motocross. Ravenna – E. Romagna C?è sempre la chimica Il polo chimico (ex stabilimento Enichem): un vero maglio inquinante sull?ecosistema di pinete, valli, canale e litorale di Ravenna. Occhio puntato pure sulla gestione degli impianti che negli anni hanno provocato danni anche alla salute dei lavoratori. Golfo di Taranto – Puglia Qui i pirati sono di casa Il profilo delle provincia di Taranto, è stato ridisegnato da 150 chilometri di villaggi e porti turistici. I progetti approvati continuano ad aumentare, dal Lago di Salinella alla Baia Colimena. Cuma – Campania Depuratore, o sogno Da 20 anni il depuratore di Cuma funziona male. In base alle stime, il 30% degli scarichi fognari in provincia di Napoli sfocia direttamente in mare senza alcun tipo di trattamento. Siracusa – Sicilia Case a Punta Asparano Una ?generosa? variante urbanistica permetterà la costruzione di un villaggio turistico a Punta Asparano, che finora era scampata all?abusivismo. Campofelice di Roccella – Sicilia Megalbergo sul mare Approvato un progetto che prevede, sulla costa tirrenica tra Termini Imerese e Cefalù, la realizzazione di un megalbergo. Mascherato da un intervento di recupero di un insediamento medioevale. Stretto di Messina – Sicilia L?inutile ponte Il ponte sullo Stretto è l?esempio di sperpero di denaro pubblico in un?opera di cui sono evidenti diseconomicità e impatto ambientale. Mondello (PA) – Sicilia La baraccopoli di lusso Una spiaggia di sabbia fine e bianca dentro Palermo si trasforma, per tre mesi, in una baraccopoli, con la costruzione di 1.600 cabine che, invadendo la spiaggia, impediscono ogni utilizzo del litorale. Cagliari – Sardegna Bianca sabbia, addio Compromessa una delle spiagge più belle del Mediterraneo, quella del Poetto. Era bianchissima, ma è stata ricoperta da 370mila metri cubi di sabbia scura, color cemento, che hanno stravolto questo paesaggio unico.


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