Welfare

Contro la povertà educativa “ci vuole un seme”

Finanziato dal Bando Prima infanzia 2016 dell’Impresa Sociale “Con i Bambini” a novembre parte un progetto per la periferia nord est di Roma: è tra i primi 5 nel Lazio e tra gli 80 selezionati in Italia sui 128 presentati

di Anna Spena

Il prossimo novembre, nella periferia nordest di Roma, partirà un progetto per ampliare e potenziare l’offerta dei servizi educativi per bambini da 0 mesi a 6 anni e per le loro famiglie. L’hanno chiamato “Ci vuole un seme”. L’iniziativa è promossa dalla Cooperativa Sociale Folias in partenariato con 26 soggetti pubblici e privati, tra cui le Cooperative Sociali Iskra e Il Pungiglione. «Già nel titolo del progetto abbiamo voluto tracciare l’obiettivo del percorso», spiega a vita.it Silvia Funaro, responsabile Comunità Educante della Cooperativa Folias. «Generare partecipazione e collaborazioni che possano garantire la continuità dell’iniziativa anche oltre la sua durata biennale. Quello che vogliamo fare in questi due anni è creare dei veri e proprio link tra i comuni, le scuole, le cooperative, i servizi, le famiglie, le persone, tutte».

Finanziato dal Bando Prima infanzia 2016 dell’Impresa Sociale “Con i Bambini”, il progetto è tra i cinque selezionati nella Regione Lazio per contrastare la povertà educativa e ha l’obiettivo di promuovere “un’educazione di qualità, equa ed inclusiva, e opportunità di apprendimento per tutti”, così come previsto dal 4° obiettivo dell’Agenda globale 2030 per lo sviluppo sostenibile delle Nazioni Unite.

«Saranno realizzati», continua Silvia Funaro, «tre presidi ad ”alta densità educativa”: luoghi, cioè, di incontro e aggregazione – aperti alle famiglie con bambini 0-6 anni, agli insegnanti, agli operatori che lavorano con l’infanzia – che favoriscano socializzazione, integrazione culturale, formazione e benessere psicosociale».

I presìdi saranno creati presso tre plessi scolastici dislocati a Monterotondo, Mentana e Fonte Nuova, tre comuni in provincia di Roma e dove complessivamente vivono circa 90mila persone.

«Ci vuole un seme», dice la Funaro, «è una grande possibilità per il territorio ma anche una grande scommessa. La speranza è che anche i cittadini riescono poi a prendersi la loro responsabilità sociale e non vivano i luoghi in maniera passiva».

Il progetto prevede laboratori per l’infanzia e per genitori, spazi per mamme e bambini 0-2 anni, spazi di ascolto per famiglie, workshop per genitori, insegnanti e operatori sociali, la creazione di spazi baby 0-6 anni, incontri di supporto al protagonismo genitoriale, spazi di solidarietà e corsi di formazione e orientamento al lavoro per genitori disoccupati.

«Sia chiaro», precisa la Funaro, «i corsi sono rivolti a tutti. Ma c’è l’impegno di mantenere alta l’attenzione su quelle situazioni segnalate dai servizi, persone in situazione di povertà, famiglie immigrate che hanno bisogno di costruire dei contatti con la collettività, o con genitori che manifestano difficoltà rispetto alla loro funzione».

«Siamo molto orgogliosi che il nostro progetto sia stato finanziato», conclude Silvia Funaro. «Pensiamo davvero che aprire le scuole in orario extra-curriculare e immaginarle non solo come agenzie educative, ma anche come una casa, un luogo accogliente e aperto in cui affiancare ai processi educativi formali anche quelli non formali e informali, rappresenti un primo passo per combattere la povertà educativa sui nostri territori».

Il partenariato vede in campo il distretto socio sanitario RM G1 (Mentana, Fonte Nuova, Monterotondo), l’ASL Roma 5, la Regione Lazio, 12 tra istituti scolastici e asili nido, 4 associazioni locali, 2 realtà di supporto metodologico, un ente per la valutazione dell’impatto sociale e tre cooperative sociali che da oltre 20 anni lavorano nell’area di intervento e che costituiranno, insieme, la cabina di pilotaggio.


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